Ingrosso

04 settembre 2025

Ingrosso frutta secca: conta più la gelata turca dei dazi

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Più che i dazi di Trump contano le gelate in Turchia. Su alcune referenze della vasta offerta della frutta secca il fattore climatico ha creato dei danni che al momento sembrano più importanti dalle conseguenze dei dazi, ancora tutti da valutare nel concreto, che insistono su una situazione dove c’è già un forte squilibrio a favore degli Usa (leggi). Almeno su alcuni prodotti, per altri si dipende da Paesi come la Turchia. Parliamo di nocciole ma anche albicocche e fichi destinati all'essicazione. 

Si aspettano i dati sui raccolti americani delle noci e per i pistacchi c'è da aspettare a dicembre. Marco Zaniboni, operatore dell’azienda Laffi Giorgio al Caab di Bologna ha condiviso le sue analisi, il polso della situazione, con myfruit.it.

Le gelate in Turchia hanno colpito albicocche e fichi 

L'immagine di copertina mostra l'effetto devastante delle gelate sui noccioletiMa non solo. “Le gelate di aprile in Turchia hanno provocato conseguenze pesanti su albicocche e fichi. Le prime sono state colpite duramente, si stima una riduzione del 90%. Vista la situazione nel mercato si sta guardando ad alcune Repubbliche ex sovietiche, ma il cambio non è così  veloce”. 

Passiamo ai fichi: “qui la situazione è leggermente meno grave. Sul prodotto italiano la vendita del prodotto fresco ha subito un rallentamento dopo Ferragosto, attendiamo le stime. Le quotazioni provenienti dalla Grecia superano i dieci euro il chilo, ma tutto dipende dalla qualità e dal calibro, che resta un fattore determinante”. Anche in questo caso c’è da aspettare. 

“Per quanto riguarda le prugne secche, i raccolti sono stati discreti e il prezzo tende a calare, anche se questo ribasso non si è ancora trasferito al mercato. Si nota una diminuzione del prodotto sfuso a favore del confezionato, segno di un cambiamento nelle abitudini di acquisto”.

Sui datteri pesa la guerra 

I datteri rappresentano un altro nodo critico. “La situazione geopolitica in Medio Oriente, in particolare in Israele, potrebbe influenzare l’importazione del dattero con il calibro più grande, che arriva proprio da lì. C’è un problema di manodopera dato dalla situazione bellica. La Tunisia, che solitamente fornisce datteri con un mese di ritardo, ha un po’ perso la produzione e ci sono dei limiti all’esportazione. Solo dopo una certa data si può esportare   Insomma non ci aspettiamo una soluzione tunisina. Si guarda con interesse a Namibia e Sudafrica, con cui abbiamo lavorato questa estate ma l’offerta è limitata”. Nonostante tutte queste problematiche “ il consumo di datteri resta stabile, promosso dai negozianti  pakistane e bangladesi oltre che da un turismo in crescita che mostra un interesse maggiore rispetto al passato per il consumo di questi frutti”. 

Con l'estate bene i disidratati 

Nel settore dei disidratati, "il mango ha guadagnato terreno rispetto all’arancia, diventando il frutto di riferimento soprattutto per il settore horeca e per i gelatai - sottolinea Zaniboni -  che lo utilizzano quando il frutto fresco è troppo caro, difficile da conservare o non reperibile". Il ginger è definito da Zaniboni come “la  caramella del futuro, sta vivendo un momento di grande successo in tutti i formati e tagli".

La frutta in guscio: alberi carichi di noci in Francia e California 

Sul fronte della frutta secca, arriva una novità: “le mandorle romagnole della varietà Tuono sono in arrivo e promettono bene”.  Le noci francesi e californiane, invece, "mostrano alberi carichi, ma si attende il raccolto per valutare la qualità. Se il calibro sarà piccolo, la vendita sarà più difficile". 

Tendenza legumi secchi, alle stelle la farina di cocco

Il mercato dei legumi secchi mostra un andamento positivo. Cannellini, borlotti  in questo periodo stanno andando bene, anche grazie alla riapertura delle mense. Il farro è stato molto richiesto d’estate come il grano saraceno e il cous cous che con il caldo rappresentano un’ alternativa all’insalata di pasta. 

Un dato interessante da questo ampio universo: "la farina di cocco ha subito un’impennata, passando da 3/4 euro al chilo a 8/9. Frutto di problematiche relative al cocco fresco"

Ma questi dazi...?

Zaniboni conclude sui dazi. "I prezzi sono ancora instabili, soprattutto per la merce invernale attesa tra fine settembre e metà ottobre. Sul fronte dei pistacchi, si attendono novità a dicembre, ma al momento non si sa nulla di certo. Finora non si è registrata una conseguenza sulle quotazioni". 

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