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28 luglio 2025

Il futuro della Gdo italiana: effetto Mastrolia

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L'annuncio dell'accordo vincolante per l'acquisizione del 100% di Carrefour Italia da parte di NewPrinces Group, la multinazionale alimentare guidata da Angelo Mastrolia, ridefinisce gli equilibri della Grande distribuzione organizzata (Gdo) italiana.

Intanto, con un'operazione da circa 1 miliardo, il Gruppo NewPrinces si proietta verso un volume d'affari di quasi 7 miliardi, diventando il secondo gruppo italiano nel food per fatturato e il primo per numero di dipendenti, con oltre 13mila collaboratori diretti in Italia e più di 18mila nel mondo.

La visione "alla Luxottica": integrazione e crescita

Come dichiarato a La Repubblica, Angelo Mastrolia non si considera un "cavaliere bianco", ma un imprenditore attento alle opportunità di mercato. La sua strategia per NewPrinces è chiara: integrare produzione e distribuzione. Un modello, spiega a Corriere della Sera e ClassCnbc, che si ispira a quello di Leonardo Del Vecchio con Luxottica e a colossi svizzeri come Migros e Coop. L'obiettivo è controllare l'intera filiera, dall'industria alla vendita, per generare valore e offrire un modello sostenibile e solido.

Questa acquisizione arriva dopo un anno straordinario per NewPrinces, che ha visto l'integrazione di realtà come la britannica Princes, Plasmon, e le attività di Diageo Italia Operations. L'operazione Carrefour è considerata una "tappa fondamentale" che rafforza la presenza del Gruppo in un asset strategico per l'Italia, come evidenziato in un suo post su LinkedIn.

Il rilancio di GS: un nome storico torna protagonista

Al centro dei piani di Mastrolia c'è il rilancio del marchio GS. "Gs diventerà il nostro hub logistico per i prodotti alimentari", ha detto al Corriere della Sera, con l'obiettivo di rinnovare l'immagine dei punti di vendita e adattare l'offerta alle specificità dei territori. Il che segna anche il ritorno di un nome storico della Gdo italiana, come ricorda anche Giuseppe Caprotti su LinkedIn: "GS, marchio storico da anni assorbito da Carrefour, torna alla ribalta... un progetto pionieristico che contribuì a scrivere le prime pagine della Gdo italiana".

Il piano di investimenti prevede la modernizzazione dei punti di vendita e il rilancio di GS con un rinnovato posizionamento. L'obiettivo è creare un polo B2B e B2C, sul modello di Tosano (Gruppo VéGé), vendendo contemporaneamente all'Horeca e al consumatore finale, come riferisce  Luigi Rubinelli su Il Graffio.

Numeri e nodi al pettine: coraggio o azzardo?

L'operazione, seppure valutata circa 1 miliardo, prevede un "equity value simbolico da 1 euro" al netto del debito e di un contributo di 237,5 milioni  da parte di Carrefour stessa a sostegno del rilancio. NewPrinces si impegna a investire altri 200 milioni, per un Piano di Investimenti complessivo di 437,5 milioni. Tuttavia, la domanda sorge spontanea: "Basteranno questi fondi spalmati su più anni?", chiede Luigi Rubinelli.

Lo scetticismo del mercato non si è fatto attendere, con il titolo NewPrinces che ha registrato un calo. Mastrolia, però, è tranquillo: "Il mercato non capisce sempre subito le operazioni... I listini usano gli Excel. Noi gestiamo aziende. E le abbiamo tutte rilanciate", ha dichiarato sempre a Corriere della Sera e ClassCnbc.

Ma, come fa notare Cristina Lazzati su MarkUp, Carrefour Italia ha chiuso il 2024 con un risultato operativo negativo e margini fragili. Se il piano industriale non si concretizzasse, la leva finanziaria di NewPrinces potrebbe diventare un fardello, trasformando l'operazione in un azzardo.

Le sfide aperte: i "cinque problemi" di Mastrolia

Nonostante l'ottimismo di Mastrolia, un esperto del settore come Luigi Rubinelli su Il Graffio elenca almeno cinque problemi cruciali che NewPrinces dovrà risolvere: governare le reti dirette ("Carrefour le ha sottovalutate e NewPrinces ha expertise prevalentemente alimentare, non no-food", ndr); gestire il franchising (un sistema complesso dove i master franchisor hanno un forte potere contrattuale); conflitto di interessi (NewPrinces si troverà a competere direttamente con i suoi clienti della Gdo che distribuiscono i suoi marchi industriali); il management (Chi sarà il nuovo Ceo e con quale squadra, dato che molti manager storici non ci sono più?); il rilancio del brand GS (un marchio poco conosciuto dalle generazioni più giovani, che richiederà ingenti investimenti e non basterà cambiare l'insegna per riempire i punti di vendita).

Voci fuori dal coro: reazioni e preoccupazioni

Intanto, l'uscita di Carrefour dall'Italia è vista da Mario Sassi, esperto di Gdo, come una sconfitta per il Paese e un segnale negativo per altre multinazionali. Su LinkedIn, Sassi critica la "fragilità politica" della Gdo italiana che ha impedito una proposta congiunta e sottolinea la mancanza di certezze concrete sulla transazione, paragonandola alla vicenda Auchan.

Anche sul fronte sindacale ci sono preoccupazioni per i circa 3.000 lavoratori coinvolti, con Filcams, Fisascat e Uiltucs che denunciano la mancanza di trasparenza. Mastrolia, dal canto suo, invita a un "patto di filiera" in cui tutti gli attori si assumano le proprie responsabilità, riconoscendo il giusto valore a ciascuna componente della catena.

Insomma, l'operazione NewPrinces-Carrefour Italia si conferma un passo audace con le potenzialità per ridefinire il mercato italiano. Sarà il tempo, e l'effettiva capacità di Mastrolia di trasformare le sue intuizioni in risultati concreti, a dire se si tratta di un coraggio ben riposto o di un azzardo con conseguenze inattese.

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