Come riportato da Inga Detleffsen su Fruchthandel 26/27, mentre Colonia si stava trasformando in una giungla tropicale metropolitana (con temperature fino a 39° C), il pensiero correva spontaneamente al Fruitnet Tropicals Congress (24-25 giugno 2025).
Durante il viaggio per Anversa, la riflessione verteva su quali frutti rari si potessero scoprire lì. Tuttavia, scrive Detleffsen, il programma ha rivelato più familiarità che ignoto, il che, a ben vedere, è già di per sé "esotico" nel senso di "insolito" come da interpretazione letterale.
E l'autrice sottolinea come - mentre avocado e ananas sono ormai entrati nella nostra quotidianità - altri frutti stiano diventando da ovvi e scontati a rari. Detleffsen precisa che poter acquistare un mango sei giorni su sette nel proprio supermercato di fiducia sia ormai un lusso.
Ma il lusso non è forse legato alla rarità? Allora corregge il tiro affermando: "Poter acquistare un mango davvero gustoso".
Ed è proprio qui che, secondo la giornalista di Fruchthandel, inizia la rarità, e la sfida. Trovare un frutto perfettamente maturo sugli scaffali, data la complessità delle lunghe catene di approvvigionamento, a volte rasenta la magia. Questo vale naturalmente per tutta la frutta e la verdura deperibile, ma in particolare per quei frutti che hanno viaggiato per via aerea o marittima prima di arrivare sulle nostre tavole.
Spreco e intelligenza artificiale: le sfide del settore
Tuttavia, quasi la metà dei frutti tropicali deperisce prima ancora di essere acquistata, e un terzo di questi si perde durante il trasporto. Una cifra allarmante, quanto il 58% di rifiuti alimentari prodotti dalle famiglie nel 2024.
Queste cifre includono i "componenti non commestibili" come le bucce, ma probabilmente anche l'avocado appena comprato e già ammuffito, o la papaya che fin dall'inizio era insapore.
Per ridurre entrambi questi dati, il settore si sta muovendo, come chiaramente emerso ad Anversa, e, analogamente ad altri settori, anche in questo caso l'intelligenza artificiale (AI) è il motore principale del cambiamento. La velocità con cui l'intelligenza umana viene integrata dall'AI è impressionante. Nonostante ciò, come ha riassunto Marco de Jong: "I dati sono importanti, ma lo sono anche l'olfatto e il gusto".
Così, Inga Detleffsen si augura che, grazie al loro impiego lungo tutta la catena di approvvigionamento – dalla coltivazione alla logistica, dalle regioni produttive alle strategie di marketing – le esperienze di acquisto e di gusto insoddisfacenti diventino in futuro una rarità.
La rarità del gusto e il recupero dei valori
La rarità ha anche una dimensione temporale: Detleffsen invita a pensare al lusso dei pochi giorni di vacanza o ai ricordi di esperienze vissute, accuratamente custoditi nella nostra mente. Le esperienze gustative del passato sono indissolubilmente legate a questo.
Ne ha parlato anche Marie Gallian, con cui la giornalista ha discusso di pesche e nettarine a polpa rossa francesi: alcuni consumatori, le ha raccontato, sono stati trasportati direttamente nella loro infanzia assaggiando questi frutti.
Non c'è da stupirsi: alcuni aromi risvegliano ricordi di uno stile di vita che si credeva ormai dimenticato, di valori che un tempo erano scontati, come l'affidabilità, la cordialità o il rispetto reciproco. Oggi questi valori sono quasi esotici, proprio come i primi manghi e avocado messi in vendita negli anni '60. Ma se questi frutti un tempo irraggiungibili sono riusciti a diventare parte della nostra vita quotidiana, si chiede in chiusura Inga Detleffsen, lo stesso può accadere anche ai nostri valori, no? E forse non è nemmeno necessario ricorrere all'intelligenza artificiale.
Fonte: Fruchthandel Magazin