In uno scenario geopolitico già di per sé contorto, in Francia è esplosa una nuova ondata di mobilitazioni su scala nazionale con uno slogan è chiaro: bloquons tout. Il blocchiamo tutto già nelle prime ore ha paralizzato l’intero sistema logistico e dei trasporti del Paese. La protesta è una risposta diretta al piano di austerità annunciato dal governo Bayrou, che prevede un taglio alla spesa pubblica di 43,9 miliardi, l’eliminazione di due festività nazionali e il congelamento delle pensioni.
I numeri della protesta
Secondo il ministero dell’Interno francese, la mobilitazione ha coinvolto tra le 175 e le 250mila persone, con 550 presidi organizzati in tutto il territorio e 262 blocchi attivi in punti strategici. Le forze dell’ordine hanno già effettuato oltre 470 fermi. Per contrastare la diffusione delle proteste, il governo ha dispiegato 80mila tra agenti di polizia e gendarmi, mantenendo una linea dura e respingendo qualsiasi apertura al dialogo.
Tra i settori coinvolti, quello della logistica e dei trasporti. I manifestanti stanno attuando una strategia precisa, mirata a interrompere il flusso di merci e persone colpendo le infrastrutture nevralgiche. A Parigi, molte entrate e uscite del boulevard périphérique sono state bloccate, tra cui Portes de la Chapelle, de Bagnolet, de Montreuil, d’Italie e d’Orléans. Nelle regioni, la situazione non è migliore: sull’A7 si sono formate code di 12 chilometri in direzione Nîmes e Montpellier, e di sei chilometri verso Marsiglia. Anche l’A51 è stata bloccata in diversi punti, tra cui Manosque, Sisteron Nord e Meyrargues.
Le ricadute sulla logistica
Gravi le conseguenze anche per le piattaforme logistiche e il settore industriale. La base Amazon di Brétigny-sur-Orge è stata bloccata dai picchetti dei lavoratori, mentre l’impianto ArcelorMittal di Dunkerque ha dovuto interrompere la produzione a causa dell’impossibilità di far transitare i materiali. Sul fronte della grande distribuzione, la Cgt Commerce et Services ha proclamato scioperi nei principali marchi della vendita al dettaglio, paralizzando le attività di aziende come Carrefour, Kiabi, But, Primark, Flunch, Elior, Sysco e Sodexo.
Non è finita
A quanto pare, la tensione sarebbe destinata a crescere ulteriormente nei prossimi giorni. I sindacati Cfdt-Fgte, Cgt Transports e Fo-Uncp, che rappresentano la maggioranza dei lavoratori del trasporto stradale, hanno annunciato per il 18 settembre uno sciopero nazionale del trasporto merci. La mobilitazione, se confermata, potrebbe compromettere in modo grave la distribuzione alimentare e industriale in tutto il Paese.