Un nuovo tassello si aggiunge alla oramai storia infinita del dazi trumpiani. La Casa Bianca ha deciso - quando in Italia erano quasi le due di notte - di posticipare di una settimana l'entrata in vigore dei dazi. In pratica, invece di scattare da oggi, verranno applicati dal 7 agosto 2025.
Pertanto, le merci caricate prima della mezzanotte di giovedì prossimo su navi cargo, e quelle che entrano nei porti americani entro il 5 ottobre, saranno assoggettate alle tariffe preesistenti e non a quelle nuove.
La data è stata posticipata solo per concedere più tempo per l’attuazione delle nuove tariffe, ma c'è chi spera che i giorni in più possano essere utili per trattare ancora.
Vietato triangolare
Nel nuovo decreto c'è un altro aspetto da rilevare ed è finalizzato a combattere il cosiddetto transshipment, cioè il passaggio di prodotti da Paesi terzi per evitare dazi più elevati imposti al vero paese di origine. In altre parole, non si può triangolare: altrimenti, sulla base della valutazione delle dogane americane, vengono stabiliti dazi del 40 per cento.
Per l'Ue confermato il 15%
L’accordo al 15% con l’Unione europea è confermato: saranno applicati ad automobili, semiconduttori, prodotti farmaceutici e agroalimentari. Come pure reggono le intese con Giappone e Corea del Sud (pure al 15) e con la Gran Bretagna (al 10). Resta invariato il 25% per l’India, mentre paga pesante il Canada, che passa dal 25 al 35 per cento. Tra l'altro, senza aspettare la nuova data: per il Canada i dazi partono da oggi. Notevole anche il 39% per la Svizzera, oltre alla tariffa record per il Brasile (50%).
Il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, su X ha evidenziato come il tetto massimo del 15% sui dazi all-inclusive rappresenti un elemento di stabilità per le imprese europee e un incentivo alla fiducia nell’economia transatlantica. Šefčovič ha anche sottolineato che, pur essendocialcuni squilibri nell’accordo, si tratta della miglior soluzione possibile per evitare un’escalation di una guerra commerciale che causerebbe gravi danni occupazionali ed economici in Europa.