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25 luglio 2025

Dazi e contromisure Ue, Fruitimprese: "Fine all'incertezza"

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L'Unione europea ha pubblicato il regolamento comunitario 2025/1564 che tratta le contromisure che prenderebbe il Vecchio Continente in caso di mancato accordo sui dazi con gli Stati Uniti. In sintesi, se Donald Trump decidesse di non addivenire a più miti consigli e perseguire quindi la politica dei dazi al 30%, l’Unione europea applicherà una serie di dazi doganali aggiuntivi sulle importazioni negli stati membri di prodotti originari degli Stati Uniti.

"La pubblicazione del regolamento con le contromisure europee in caso di applicazione dei dazi Usa al 30% pone fine a un periodo di incertezza per gli operatori del settore della frutta secca europei - riferisce a myfruit.it Pietro Mauro, direttore di Fruitimprese -  Nella speranza che quanto previsto non debba concretizzarsi, il verdetto proveniente da Bruxelles fornisce un’idea della strategia dell’Unione". 

Alla ricerca di un piano B

Il regolamento 2025/1564 chiarisce dunque la strategia che intende portare avanti l'Unione europea, evidentemente volta a colpire duramente con dazi tra il 25 e il 30% i prodotti maggiormente importati dagli Stati Uniti, frutta a guscio e le prugne secche in primis. "Il provvedimento concede però un discreto lasso di tempo agli operatori europei per trovare fonti alternative di approvvigionamento", analizza Mauro. 

"L’intento è probabilmente quello di mitigare gli effetti negativi del calo dell’offerta e - prosegue - di conseguenza dell’aumento inevitabile dei prezzi. Un proposito condivisibile, ma non va dimenticato che la frutta secca proveniente dagli Usa e destinata al nostro mercato è quasi impossibile da sostituire in termini di volumi e di qualità dei prodotti".

"A preoccupare gli operatori - sottolinea Mauro - è anche il dazio aggiuntivo del 25% che potrebbe entrare in vigore il 7 agosto sui cranberries, in particolare quelli dolcificati, un prodotto che arriva in gran parte dagli Stati Uniti e che da anni è sotto la lente di ingrandimento, in quanto ha goduto, finora, di una sospensione daziaria che ne ha consentito la commercializzazione. Per i mirtilli rossi dolcificati destinati ad essere venduti tal quali il dazio arriverebbe al 42,6 per cento".

"Fiato sospeso"

"Insomma - conclude il direttore di Fruitimprese - non resta che attendere con il fiato sospeso l’esito delle contrattazioni, nella speranza che una situazione di compromesso, per esempio al 15%, non abbia ripercussioni in termini di dazi europei per i prodotti di frutta secca".

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