Ingrosso

16 luglio 2025

Dai mercati: calo angurie e meloni, pesche dai 2 ai 3 euro

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Calano le temperature e diminuiscono i consumi della frutta estiva. Questo il messaggio dai mercati ortofrutticoli all’ingrosso che hanno lavorato bene e con prezzi rilevati durante le giornate più torride per poi vedere frenate le vendite. 

I prezzi sono in discesa per la frutta estiva, ma restano sempre sostenuti con albicocche e pesche ben oltre i 2 euro. I fagiolini raccolti a mano possono raggiungere gli 8 euro, li importiamo anche dalla Francia, e non c’è abbondanza di cetrioli  che registrano quotazioni in salita fino a sfiorare i 2 euro. Questa settimana abbiamo sentito Andrea Pisano del mercato della Sardegna e operatore di Pisano Ortofrutta, il padre Vincenzo è presidente di Coagri Sardegna,  e Luca Feroldi operatore al mercato di Brescia per Gardafrutta e molto attivo sui social. 

In Sardegna le pesche protagoniste della frutta estiva

Andrea Pisano, imprenditore attivo nel mercato ortofrutticolo della Sardegna, precisamente a Sestu, a pochi chilometri da Cagliari. Sulle dinamiche commerciali, ha offerto una panoramica sulle tendenze stagionali e sull’andamento dei consumi legati all’influenza del turismo. Secondo Pisano:  “Il mese di giugno ha mostrato una performance migliore rispetto a luglio, grazie a un flusso turistico che ha sostenuto le vendite. Al contrario, luglio sta registrando un lieve calo, ma è  fisiologico". 

Per quanto riguarda i prodotti, le pesche si confermano tra le protagoniste del periodo, con quotazioni che oscillano tra 2 e 2,70 euro il chilo per il buon prodotto della produzione siciliana, mentre la presenza spagnola è  contenuta. Sulle albicocche l’origine Emilia Romagna si attesta su valori compresi tra 2,70 e 3,50 euro il chilo.

Meloni e angurie sarde, i primi a 1/1,20 euro e le seconde 40/60 cent

Anche meloni e angurie continuano a giocare un ruolo importante nella distribuzione estiva. In Sardegna l’origine è locale, in particolare dall’oristanese. Il melone retato è quotato tra 0,80 e 1 euro il chilo, mentre le angurie si collocano in una fascia di prezzo tra 40 e 60 cent. Più particolare è il melone verde leggermente striato che raggiunge valori leggermente superiori, tra 1 e 1,20 euro il chilo.

Ciliegie consumi in calo: prodotto da Spagna e Val Venosta

Le ciliegie invece mostrano segni di rallentamento rispetto a giugno. Un dato fisiologico per il frutto che ha stagionalità limitata.  C'è la presenza delle varietà provenienti dalla Spagna, ma non manca l'Italia grazie alle ciliegie di alta montagna della Val Venosta con quotazioni sostenute. 

Zucchine intorno a un euro, salgono i cetrioli fino a 1,70 euro il chilo

Pisano segnala poi l’andamento delle zucchine locali: le bianche provenienti dalla zona di Isili sono vendute a 1,50 euro il chilo, mentre quelle verdi si attestano tra 80 centesimi e 1 euro. Per quanto riguarda i pomodori da campo aperto, le varietà da insalata vengono proposte a 1,50 euro il chilo, mentre quelle destinate alla preparazione del “sugo” sono disponibili tra 0,80 e 1 euro.

Sul mercato  si trova anche una buona disponibilità di melanzane locali, sia nere che viola, con prezzi che variano tra 0,80 e 1 euro il chilo. I cetrioli locali risultano più difficili da reperire, e le poche quantità disponibili sono quotate tra 1,40 e 1,70 euro il  chilo.

A Brescia calo delle vendite della frutta estiva

“Il caldo torrido delle settimane scorse ha fatto decollare la domanda: si vendevano bene soprattutto meloni e angurie, e anche i prezzi erano alti. Ma appena sono calate le temperature, il flusso di lavoro si è fermato. Ora è tornato il caldo, ma non come prima. E la domanda non si è ripresa”. Parole di Luca Feroldi di Gardafrutta. Poi per meloni e angurie: “Siamo in piena produzione e se non hai un marchio forte alle spalle, per i prodotti standard si registra una corsa al ribasso”.

Ampia forbice per i meloni lisci: da 2,50 fino a 3,50 euro

Feroldi fa il punto sulle principali tendenze del momento. I meloni lisci e retati toccano al massimo i 3,50 euro il chilo, ma scendono fino a 1,50 euro per il prodotto standard. Le angurie dei primi marchi, in formato extra, arrivano a 1,30 euro il chilo nei bins e a 1,50 euro nei cartoni, mentre la seconda scelta può scendere anche a 50 cent.

Uve: debutta l'Italia, bene le varietà senza semi

Per quanto riguarda l’uva, sono partite le varietà senza semi dalla Sicilia e dalla Puglia, molto apprezzate, con prezzi tra i 3 e i 4,50 euro il chilo. Al contrario, le uve con i semi, come la Vittoria o l’Italia, sono meno richieste e fermano la loro corsa tra 1,50 e 3 euro. “Qui a Brescia – commenta Feroldi – le uve con i semi non tirano, vengono quasi snobbate”. 


Pesche siciliane a 3 euro il chilo con il prodotto medio alto, buona stagione per ciliegini e datterini

Qualche segnale positivo arriva dalle pesche siciliane: le prime partite sono buone e il prodotto medio-alto spunta prezzi attorno ai 3 euro il chilo

Bene anche i pomodori: "I Datterini e Ciliegini tengono il prezzo tra i 3 e i 3,50 euro e mostrano una domanda migliore rispetto agli anni passati. L’anno scorso avevo smesso di scaricarli, quest’anno continuo a venderli: è un buon segnale”, aggiunge Feroldi. Poco da segnalare invece sul fronte della frutta esotica: "una linea che in questo momento è molto ferma e con vendite ridotte al minimo". 

Per quanto riguarda le susine nei mercati italiani la Goccia d'Oro quota intorno ai 2 euro il chilo. Quotazioni più alte per la varietà Black che arriva fino ai 3 euro il chilo. 

Listino agrumi: prezzi stabili a Torino, arance da Spagna, Sudafrica e Grecia

Al mercato ortofrutticolo di Torino le quotazioni degli agrumi mantengono un andamento stabile, prezzi sostenuti con variazioni contenute tra le diverse varietà e aree di provenienza.

Tra le arance, le più quotate sono le Navel Powell provenienti dalla Spagna, che si attestano tra 1,40 e 1,50 euro il chilo. Le Navelina sudafricane seguono da vicino con un prezzo compreso tra 1,30 e 1,40 euro il chilo, mentre le Valencia Late greche restano più convenienti, con valori tra 1,20 e 1,30 euro il chilo.

Limoni con prodotto dall'Argentina  oltre i 2 euro 

Più articolata la situazione sul fronte dei limoni, dove le varietà italiane riescono a distinguersi per qualità e quotazioni. Il limone Sfusato della Costa d’Amalfi Igp, venduto con foglie e in monostrato, spunta i prezzi più alti: tra 2 e 2,20 euro il chilo. Buone anche le quotazioni dei Verdello siciliani, che si posizionano tra 1,70 e 1,90 euro il chilo, mentre i Verna spagnoli oscillano fra 1,80 e 2 euro.

Tra le importazioni dell'emisfero sud, i limoni Eureka argentini si attestano fra 2 e 2,10 euro il chilo, leggermente superiori a quelli sudafricani, quotati tra 1,90 e 2 euro.

Chiudono il listino i pompelmi, con prezzi interessanti sia per i gialli che per i rosati, entrambi provenienti dal Sud Africa. I pompelmi gialli sono quotati tra 1,20 e 1,30 euro il chilo, mentre i rosati spuntano qualcosa in più, fino a 1,50 euro il chilo.

Esotici a Torino: quotazioni stabili, spiccano avocado e frutto della passione

Al mercato di Torino i prodotti esotici mostrano una tenuta generale nelle quotazioni.  L’ananas Gold proveniente dalla Costa Rica presenta una gamma di offerta diversificata. Il prodotto standard si attesta su valori compresi tra 1,60 e 1,80 euro il chilo, ma le pezzature a maturazione in pianta salgono fino a 2,30 euro il chilo. Le partite via aerea, destinate ai segmenti più alti del mercato, raggiungono invece quotazioni tra 4,60 e 4,80 euro il chilo.

Tra gli avocado, la varietà Hass dal Perù quota tra 3,40 e 3,60 euro il chilo. Meno quotati gli avocado Pinkerton dal Sud Africa, tra 3 e 3,30 euro il chilo. Il frutto della passione dalla Colombia registra valori che vanno dai 12 ai 14 euro il chilo. Forte la presenza anche di lime brasiliani, venduti tra 2,20 e 2,40 euro il chilo, e dei manghi dal Brasile, che si posizionano tra 3 e 3,20 euro.

Sul fronte papaia, sia le classiche che la varietà Formosa registrano prezzi simili, tra 4 e 4,30 euro il chilo, mentre lo zenzero cinese, venduto alla rinfusa, resta stabile attorno ai 3 euro il chilo.

Patate e cipolle intorno all'euro, fagiolini fino a 8 euro

Le patate a pasta gialla italiane in casse si collocano su una fascia di prezzo tra 0,80 e 1 euro il chilo, mentre quelle confezionate in sacchi spuntano valori leggermente inferiori, tra 0,75 e 0,85 euro. Simili le quotazioni per il prodotto francese in casse (0,80-0,90 euro il chilo), mentre le olandesi in sacchi sono più economiche, tra 0,70 e 0,80 euro il chilo. Le patate rosse italiane si mantengono sui livelli delle gialle, con prezzi compresi tra 0,80 e 0,90 euro al chilo.

I fagiolini raccolti a mano con origine italiana spuntano dei prezzi alti: a Firenze anche oltre gli 8 euro il chilo e fino a 10, c'è anche prodotto locale sempre sugli 8 euro.  In altri mercati come Verona si fermano a 5 euro il chilo. Risalgono fino a 7,50 euro a Milano. 

Tra i funghi, i prataioli bianchi italiani registrano una quotazione tra 2,50 e 2,70 euro il chilo, mantenendo una buona richiesta sul mercato.

Il panorama delle cipolle è piuttosto articolato. Le rosse di Tropea in trecce dalla Calabria restano su una fascia medio-alta, con prezzi compresi tra 2 e 2,30 euro il chilo. Le tonde bianche italiane in casse si attestano tra 1 e 1,10 euro il chilo. Le cipolle dorate tonde italiane in casse si muovono tra 0,90 e 1 euro il chilo, mentre quelle provenienti dalla Germania, vendute in sacchi, risultano leggermente più convenienti, tra 0,80 e 0,90 euro.

Per le cipolle rosse tonde, l’Italia spunta quotazioni leggermente superiori (tra 1,10 e 1,20 euro il chilo) rispetto al prodotto olandese, che oscilla tra 1,05 e 1,15 euro. Chiudono il quadro i cipollotti, sia bianchi che rossi di Tropea, venduti in mazzi: entrambi si posizionano tra 2 e 2,30 euro al chilo.

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