Cosa pensano le Op

17 novembre 2025

Crisi manodopera: rischio prezzi e addio made in Italy

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La cronica carenza di lavoratori nel settore ortofrutticolo italiano continua a rappresentare una delle principali criticità per le imprese agricole, condizionando competitività e futuro delle filiere nazionali.

I nodi della crisi: opinioni dai protagonisti

Secondo Luciano Di Pastina, presidente di Op San Lidano, “parte della responsabilità è di una legislazione non al passo con le esigenze del comparto. Il decreto flussi non funziona: la burocrazia è lenta, mentre i lavoratori non sono davvero integrati nella società e il sistema li sfrutta per mantenere la competitività. Il rischio? Ridurre la produzione e vedere salire i prezzi, mettendo a rischio la stessa identità del made in Italy”.

Più ottimista il collega Matteo Fresch, presidente di Op Eurocirce, che guarda “con fiducia a future riforme e a un intervento più mirato delle istituzioni per superare le difficoltà”.

I numeri della manodopera nel 2025

Nel 2025 il decreto flussi ha previsto 151mila ingressi di lavoratori extracomunitari, di cui circa 89mila per l’agricoltura. Tuttavia, i rappresentanti degli agricoltori lamentano che le tempistiche e la complessità burocratica impediscono di coprire effettivamente il fabbisogno stagionale, specie durante la raccolta.

Quasi il 90% della manodopera nel settore è ormai straniera, e molti imprenditori sono costretti a ricorrere a personale specializzato solo per la gestione delle pratiche di assunzione. Il costo della manodopera è la principale voce di spesa per le imprese, accentuando la pressione su filiere ad alto rischio di marginalità.

Tra burocrazia, ricambio generazionale e integrazione

Secondo Francesca Nadalini, vicepresidente Op Sermide Ortofruit, una delle sfide chiave è “garantire una retribuzione e una continuità di lavoro su almeno otto mesi l’anno, combinando colture e lavorazioni diverse”. 

Dalla Puglia, Andrea Dipierro di Frudis sottolinea invece “il rischio crescente per l’assenza di ricambio generazionale e la difficoltà di rendere il lavoro agricolo più attrattivo per i giovani italiani. Senza più snellimento della burocrazia e alloggi dignitosi, il sistema rischia di non reggere”.


Il peso delle norme e le richieste del settore

Le associazioni di rappresentanza chiedono da tempo una riforma robusta del decreto flussi, procedure più snelle e condizioni di lavoro che favoriscano la regolarità e migliorino l’integrazione degli stranieri. Anche le Regioni – per esempio l’Emilia-Romagna – propongono estensione di agevolazioni contributive e strumenti specifici per sostenere i livelli occupazionali nelle imprese ortofrutticole.

Secondo Italia Ortofrutta Unione nazionale è necessario che il costo della manodopera agricola sia adeguato e in linea con il valore del prodotto agricolo.

Insomma, il tema della manodopera rimane uno snodo cruciale per il futuro dell’ortofrutta made in Italy. Senza un passo avanti su regole, integrazione ed efficienza, la produzione nazionale rischia di perdere terreno sia in termini di competitività, che di presenza nella Gdo e sui mercati esteri.


Raffaella Quadretti


Cosa pensano le Op

"Cosa pensano le Op" è la rubrica ideata da myfruit.it in collaborazione con Italia Ortofrutta – Unione nazionale e resa possibile grazie al contributo di Capp Plast, Green Top e Op Eurocirce.

Un appuntamento nato per valorizzare il ruolo del "sistema Op" e creare un canale diretto con chi produce, commercia e distribuisce.

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