Reparto ortofrutta

30 maggio 2025

Ciliegie, il frutto raro e caro che supera i 20 euro/chilo

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Tra raccolta, trasporto, rincari lungo la supply chain si fa presto a raggiungere cifre importanti, molto importanti. Si va dagli 11 euro di Roma ai 20 di Bologna e ai 23 di Milano. E' quanto sta succedendo alle ciliegie che, un po' come avviene per i berries, stanno vivendo un momento di grande popolarità tra i consumatori. D'altro canto sono pratiche: non vanno sbucciate, sono pronte da mangiare, sono gustose. 

Ma l'incontro tra domanda e offerta, complice la scarsità produttiva, avviene a livelli molto alti, che superano i 20 euro/chilo. Il che ha fatto sì che quello del caro-ciliegia sia diventato un caso: ne stanno parlando tutti i quotidiani, tra cui Il Corriere, Il Sole 24 Ore, ecc. 

Sì, perché le ciliegie sono diventate preziose come rubini, almeno sugli scaffali dei supermercati. A Milano, per esempio, la varietà Bigarreau ha toccato quota 23,3 euro al chilo. E, secondo le stime degli stakeholder, Coldiretti in primis, la situazione non può che peggiorare: "figuriamoci quando arriveranno le Ferrovia", fanno sapere dalla confederazione. 

Qualcosa è cambiato 

Se, un tempo, il lusso erano le ciliegie cilene a dicembre, oggi anche le primizie hanno raggiunto lo status di bene quasi elitario. Un trend che però non ha ricadute positive per i coltivatori e per nessun altro anello della catena. In altri termini, sembrerebbe che il valore aggiunto si disperda lungo tutta la filiera.  

Il problema è che la produzione è crollata: secondo Coldiretti del 70-80 per cento, ma il dato non è confermato. Quello che è certo è che il clima sta avendo un ruolo sul calo delle rese: caldo precoce, poi le gelate di aprile e le grandini della tarda primavera non hanno aiutato. Si aggiunga la scarsità di manodopera e il conseguente costo: si parla di 70 euro a giornata per operatore. 

Puglia funestata dal maltempo

In Puglia, culla produttiva della ciliegia - sono oltre 16mila gli ettari coltivati, che da soli valgono il 30% della produzione nazionale - le condizioni climatiche hanno compromesso la produzione. Prima le gelate notturne in fase di crescita delle gemme, poi i tanti giorni di pioggia in fase di fioritura, a seguire l’avvicendarsi di forti venti di scirocco e maestrale durante la fase di crescita e maturazione del frutto. Il risultato è che nelle zone della Puglia storicamente più produttive, le ciliegie sono merce rara.

Le rese per ettaro sono infatti bassissime, tanto che la raccolta può risultare antieconomica. 

Vignola: bene ma non benissimo

Come sta andando, invece, in Emilia Romagna, in particolare a Vignola (Modena)? La stagione 2025 si presenta con volumi in linea con il potenziale produttivo delle aziende, ma in un contesto nazionale ed europeo segnato da una forte carenza di prodotto. Tanto che il Consorzio di Tutela della Ciliegia di Vignola Igp - che rappresenta circa 400 produttori su una superficie complessiva di circa 500 ettari - guarda alla prossima raccolta in modo cauto.

"Proprio alla luce di questo scenario di mercato particolarmente complesso, non sarà possibile attivare, nei tempi e nei modi consueti, le campagne promozionali inizialmente programmate. Il Consorzio, da sempre orientato alla programmazione anticipata delle attività, si muove in modo responsabile e con realismo - spiega il Consorzio - Prendendo atto della disponibilità limitata di ciliegie di qualità, lo scenario attuale non consente di procedere con le normali attività promozionali programmate da parte delle strutture commerciali. Siamo consapevoli che i prezzi registrati sul mercato sono elevati, ma va chiarito che non si tratta di dinamiche speculative: è il mercato stesso, in presenza di un’offerta decisamente contenuta e di una domanda elevata, a determinare l’andamento delle quotazioni".

"In questa fase, pertanto, dal nostro punto di vista appare di fondamentale importanza rivolgerci direttamente all’anello più importante della nostra filiera, ossia i consumatori finali - conclude il Consorzio - A tutti loro vogliamo rinnovare l’invito a compiere sempre scelte consapevoli e improntate alla qualità: continuate a premiare con la vostra fiducia la Ciliegia di Vignola Igp, l’unica in grado di garantire sulle vostre tavole la presenza di un prodotto d’eccellenza che può vantare standard qualitativi elevatissimi e certificati, di tracciabilità e sicurezza".

Il futuro

Dunque un'annata particolare per la ciliegia, che quest'anno è rara e costosa. Ma con il cambiamento climatico in atto il rischio è che la situazione odierna diventi la regola. Alla qualità e riconoscibilità delle varietà note - in primis la ciliegia Ferrovia, ma anche la ciliegia di Vignola Igp, la Marostica, e così di seguito - dovranno essere affiancate nuove varietà capaci di esprimere il proprio potenziale produttivo anche in situazioni climatiche avverse. 

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