Trend e mercati

06 ottobre 2025

Bruni di Areté: "Mercato commodity non trova pace"

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Si è tenuta il 2 ottobre la 14esima edizione di Commodity Agrifood, l’evento di Unione italiana food ed Areté – The Agri-food intelligence company dedicato ai mercati delle commodity agroindustriali. Ad aprire l’evento dopo i saluti di Mario Piccialuti, direttore UnionFood, e di Enrica Gentile, Ceo di Areté, una ricca tavola rotonda con esponenti di primo piano della filiera agrifood italiana ed europea: Carlo Alberto Buttarelli, presidente Federdistribuzione, Riccardo Felicetti, vicepresidente Uif e Presidente dell’omonimo pastificio, Patrick Pagani, direttore Copa-Cogeca, Giovanni Tamburini, presidente Cefs – Associazione europea industria saccarifera, insieme a Mauro Bruni, presidente di Areté. 

Le dichiarazioni 

Diversi i temi trattati dai relatori. Pagani (Copa) ha sottolineato: “Risorse Pac tagliate del 20%: manca la difesa per le aziende agricole schiacciate tra costi di produzione in aumento e prezzi talora sotto la soglia di sostenibilità”, criticità anche per Tamburini (Cefs) “Il mercato europeo dello zucchero non toccato dai dazi. Il problema sono le stringenti norme sulla coltivazione, che sacrificano le rese produttive, e l’assenza di meccanismi di difesa in presenza di prezzi bassi”. 

Infine Felicetti (Unionfood) ha puntato sugli “accordi di filiera, uno strumento prezioso per difendere gli approvvigionamenti dell’industria e la redditività a livello agricolo” e Buttarelli (Federdistribuzione) ha rimarcato che la “trasmissione dei prezzi lungo la filiera viaggia a due velocità: viscosità e ritardi quando i prezzi alla produzione scendono”.

Mauro Bruni: "Volatilità dei prezzi, difficile ricostruire le scorte"

In molti mercati, nonostante qualche miglioramento produttivo rispetto alle campagne precedenti, non è stato possibile creare le condizioni di ricostruzione delle scorte necessarie per allentare la pressione sui prezzi; spingendo quindi le quotazioni ai massimi storici di prezzo, come nel caso di caffè, uova, latte, nocciole e olio di cocco.

Nessun comparto può dirsi al riparo dalla volatilità dei prezzi”. Queste le parole di Mauro Bruni, presidente di Areté. “Anche nei mercati dove si è registrato il consolidamento di una riduzione dei prezzi, l’esposizione a fattori di volatilità rimane marcata perché la ricostituzione delle scorte non è ancora sufficiente a determinare in maniera definitiva l’avvio di una nuova fase di riduzione dei prezzi e di tranquillità sui mercati.”

“Guardando al 2026”, precisa Bruni, “le opportunità di riequilibrio dei mercati sono condizionate da una maggior instabilità del contesto geopolitico e regolatorio, oltre che climatico. Il peso di questi fattori sui mercati è già evidente in molti casi, e non si allenterà nel corso del prossimo anno, rendendo ancor più strategica la gestione del rischio associata alla volatilità

L'andamento delle orticole: pomodoro e patate

Le quotazioni dei derivati del pomodoro, dopo i primi quattro mesi della campagna 2025/26, restano stabili ma su livelli record, in linea con i massimi raggiunti dal 2022/23 e senza segnali di correzione. I prezzi medi di inizio campagna si confermano nettamente più alti rispetto al 2022 (+53% per la passata semplice, +44% per il doppio concentrato, +42% per il triplo, +20% per il concentrato negli Stati Uniti). Fattori rialzisti quali il calo produttivo atteso a livello globale (Cina -51%, Spagna -22%, USA -1%), rischi climatici legati a ondate di caldo e precipitazioni irregolari si uniscono alla volatilità legata ai costi di produzione e della materia prima. I prezzi contrattualizzati per la bacca risultano inferiori rispetto alla campagna 2024/25 in tutti i principali Paesi produttori, con l’eccezione dell’Italia, dove si registra un incremento del +5% al Nord e del +7% al Sud.

Le quotazioni delle patate sul mercato finanziario dell’EEX, da inizio febbraio hanno registrato un marcato trend deflattivo, interrotto solo a giugno da una fase di stabilità, confermata dalle ultime quotazioni. A settembre, i prezzi delle patate da industria risultano inferiori del 56% rispetto all’inizio dell’anno e del 19% rispetto allo stesso periodo del 2024. I fattori ribassisti sono legati all’aumento delle superfici coltivate nell’Ue e al conseguente rimbalzo produttivo atteso, in un contesto di crescente disallineamento tra i prezzi del mercato libero e i livelli contrattualizzati di consegna, che ha alimentato ulteriormente la volatilità e sta portando il mercato ai limiti dell’over-production.

Gap domanda e offerta per la frutta secca: nocciole, mandorle, pistacchi, uva passa, anacardi, arachidi, noci

Aumenti generalizzati hanno caratterizzato diverse referenze del comparto frutta secca riconducibili a squilibri tra domanda e offerta. Le produzioni, sempre più vulnerabili all’irregolarità delle condizioni climatiche, faticano a tenere il passo di una domanda in crescita. Emblematico è il caso del mercato delle nocciole, dove le gelate straordinarie in Turchia – primo produttore ed esportatore mondiale – hanno compromesso gravemente i raccolti 25/26, alimentando una marcata volatilità rialzista sui prezzi

Da inizio 2025, la nocciola turca ha registrato aumenti di oltre il 120%, raggiungendo i livelli più alti almeno dell'ultimo decennio. Anche in Italia, la produzione 2025 si è rivelata inferiore alle aspettative, penalizzata da un meteo sfavorevole in fasi cruciali dello sviluppo vegetativo. Le quotazioni nazionali in apertura di campagna, supportate anche dalle forti tensioni sui prezzi internazionali, hanno segnato aumenti superiori al 50% rispetto ai prezzi di apertura del 2024.

Significative tensioni hanno caratterizzato anche il mercato dei pistacchi e delle noci californiane, complici raccolti 24/25 inferiori in un contesto di domanda sostenuta. Da settembre 2024, i rialzi registrati sui pistacchi sgusciati USA superano il +30%; oltre il 15% per le noci. Sebbene le prospettive per i raccolti 25/26 siano di un recupero produttivo per entrambi i mercati, in attesa della commercializzazione del nuovo prodotto, le scorte basse continuano a sostenere il mercato.

In controtendenza rispetto al resto del comparto si distinguono le arachidi, interessate da un trend deflattivo da inizio 2025. L’offerta record proveniente dall’Argentina, unita a un raccolto abbondante negli Stati Uniti, ha alimentato un calo significativo delle quotazioni: da gennaio 2025, le Runners argentine e statunitensi hanno registrato ribassi intorno al 28%, toccando i minimi rispettivamente dal 2016 e dal 2019.

L'andamento dei legumi ceci, lenticchie, piselli

La campagna commerciale 2024/25 è stata caratterizzata da un incremento della produzione globale rispetto all'anno precedente per ceci e lenticchie e dalla sostanziale stabilità a livelli storicamente medio-alti per i piselli. In questo quadro sono da evidenziare il generale recupero delle produzioni nordamericane (Canada e USA), sia per effetto delle maggiori superfici destinate a legumi che di rese migliori rispetto al difficoltoso raccolto del 2023 ed il record storico in Australia per i ceci.

Le quotazioni sulle principali piazze globali hanno dunque registrato prezzi medi di campagna sensibilmente inferiori rispetto alla precedente. I ceci, nel corso del 2025, hanno registrato riduzioni di prezzo fino al -30% per alcune varietà (Kabuli, Saskatchewan), mentre le lenticchie hanno registrato cali superiori al -60% e -30% rispettivamente per le lenticchie verdi e rossi (sempre origine Saskatchewan). Nello stesso frangente, i piselli hanno visto cali di prezzo fino al 40%.


Fonte: Areté 

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