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Manodopera: a Verona contratti regolari, ma a 2-3 euro l’ora

Ancora caporalato: lavoratori sottopagati nei campi per più di 13 ore al giorno

Turni infiniti, sette giorni su sette, per pochi spiccioli. Arriva dal Veronese l’ennesima storia di sfruttamento e di capolarato che coinvolge braccianti stranieri. Lo racconta il Corriere Veneto in un articolo firmato da Laura Tedesco.

Questa volta, però, secondo quanto denunciato da due vittime ghanesi, il tutto si svolgeva sotto regolare contratto: 2-3 euro l’ora per almeno 13 ore di lavoro al giorno, oltre a insulti e maltrattamenti.

Turni massacranti e insulti

La vicenda è arrivata in Tribunale, a Verona, dove le due vittime e l’Osservatorio migranti si sono costituiti parte civile.

Il capo d’accusa è chiaro: nonostante un’apparente regolarità del rapporto di lavoro, i braccianti erano costretti a lavorare sette giorni su sette, per un numero infinito di ore. Il tutto con un trattamento retributivo che prescindeva dal contratto di lavoro stipulato, e che prevedeva una paga netta oraria compresa tra i 2 e i 3 euro, erogata tramite versamento sulle carte postepay dei lavoratori, di entità palesemente difforme dalla paga (lorda) di 7,38 euro prevista per gli operai florovivaisti di livello otto e di 8,29 euro per quelli di livello sette.

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