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Donne, ortofrutta, retail: non è una favola

Cosa funziona, cosa no e cosa sta cambiando. La parola a Gullino, Mellano, Damiani, Palella, Graffione e Latini

La vignetta che gira oggi cita più o meno così: “Biancaneve, i pari diritti e le pari opportunità. Cappuccettto Rosso che disse no alla violenza sulle donne. Cenerentola, il precariato, il part time e la parificazione degli stipendi di uomini e donne. La Sirenettta, le quote rosa e il riconoscimento del valore intellettuale delle donne. Otto marzo… la festa delle favole“.

Si fa per ridere, ma forse è meglio di no. Come dice Alessandra Ravaioli a Carlotta Benini sulle pagine di Fruitbook Magazine, non c’è tanto da stare allegri/e: “Stipendi più bassi, minori presenze femminili ai vertici, minore occupazione e quindi minore autonomia. Attribuzione costante e gratuita del ruolo di cura. Eppure non mancano gli studi che dimostrano come una maggiore diversità, non solo di genere, porti effetti molto positivi nelle imprese, anche a livello di bilancio. Le aziende con almeno tre dirigenti donne hanno un aumento mediano del Roe superiore di 11 punti percentuali in 5 anni rispetto a quello delle aziende senza dirigenti donne. Le aziende con almeno il 30% dei dirigenti donne hanno un aumento del 15% della redditività rispetto a quelle senza dirigenti donne. Basta una sola donna in più nella leadership per aumentare il rendimento di un’azienda da 8 a 13 punti base”.

Carola Gullino, dell’omonima azienda piemontese e presidente dell’Associazione nazionale Le donne dell’Ortofrutta, conferma a myfruit.it. “Un 8 marzo con un po’ di amaro in bocca considerando i tragici eventi che sono ormai all’ordine del giorno in tutto il mondo. Nel nostro settore penso però che ci sia un’aria di cambiamento. Si percepisce una presenza femminile più evidente, stiamo portando un’ondata di freschezza e ottimismo cose di cui il settore ha molto bisogno soprattutto in un momento storico di grandi difficoltà. La strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa ma, grazie anche ad associazioni come la nostra, le donne hanno raggiunto maggiore consapevolezza nelle proprie capacità e quel pizzico di forza e coraggio in più che serve per farsi avanti e partecipare in prima linea all’interno del settore. L’unione è forza come ben si sa. Siamo in primis noi donne a doverci rispettare e supportare (e sopportare). Perché solo unite riusciremo ad emergere e ad avere i giusti riconoscimenti che ci spettano. W le donne e le donne dell’ortofrutta!”.

Sempra dal direttivo dell’Associazione, Valentina Mellano, Ceo della Nord Ovest spa, osserva: “Coraggio, questa è la parola in questa giornata. In un mondo imprenditoriale ancora così votato al genere maschile, dove ai tavoli che contano siamo ancora troppo poche, dico che qualcosa sta cambiando ma non dobbiamo mollare. Iniziano a vedersi eventi dove le donne sono parte attiva di scelte strategiche, conducono aziende con grinta e determinazione. Non siamo ancora in una situazione bilanciata o totalmente meritocratica ma ci arriveremo. Con la nostra costanza, determinazione, forza, empatia, astuzia e capacità di far convivere anime e necessità diverse, sono certa che potremo portare aria di innovazione e cambiamento nel mondo imprenditoriale. Dobbiamo solo continuare a crederci e lavorarci, senza presunzione, ma dimostrando di avere capacità e competenze”.

Ancora un riferimento al coraggio. “Da parte delle donne più coraggio, da parte degli uomini meno pregiudizi. Fare rete tra donne sta portando i suoi frutti e questo grazie alla nostra Associazione”, non ha timore ad affermarlo una altra consigliera, Alessandra Damiani, responsabile commerciale della Orsini e Damiani.

Largo alle giovani

Marianna Palella, Ceo e co-founder di Citrus l’Orto italiano, spiega a myfruit.it cosa vorrebbe di diverso: “Più ascolto e dinamismo in un settore che ha tanto da dire ma spesso resta autoreferenziale perché basato su regole e logiche che restano sempre uguali a se stesse e, nella maggior parte dei casi, sono guidate da una visione pragmatica e orientata alla performance. Troppo spesso ci siamo scontrati con dinamiche miopi e limitanti, motivate da nel nostro settore si è sempre fatto così”.


Non è tutto da buttare, però. “Funziona la capacità di portare innovazione attraverso curiosità, creatività, pensiero laterale, contaminazione – continua l’imprenditrice – E perché ciò avvenga è essenziale puntare su inclusività e differenziazione come fattori di innovazione. In Citrus abbiamo una governance 100% femminile e abbiamo scommesso su talenti giovani, senza un background nel nostro settore proprio per portare idee nuove e metterle a frutto attraverso empatia, ascolto, dialogo. Tutti valori tipici della visione femminile”.

“C’è ancora tanta strada da fare, ma io vedo che le nuove generazioni di imprenditrici e imprenditori stanno accelerando, stanno sdoganando tanti preconcetti e favorendo questa trasformazione”.

“La grinta e l’entusiasmo non ci manca – conferma Francesca Lonigro, dell’omonima azienda pugliese – Non bastano però per produrre e fare arrivare sulle tavole dei consumatori tutta la frutta e la verdura. E’ ora che la politica ci sostenga”.

Retail, sotto lo stesso cielo

La posizione delle Donne del Retail la esprime la sua presidente, Eleonora Graffione, alla guida anche del Consorzio Coralis: “C’è tanta storia dietro questa giornata, storia di donne che hanno combattuto per il diritto al lavoro, per il diritto al voto, per la libertà di parola. Tutti argomenti ancora attuali e non superati a distanza di quasi 100 anni. Il sacrificio di quelle donne non può ridursi a una giornata con fiori, manifestazioni e slogan banali. Il sacrificio di quelle donne e di tutte le donne che ancora oggi si battono per migliorare una condizione, superare preconcetti, eliminare differenze di genere, salariali, o si fanno promotrici di empowerment, di diritti di equità, di lotta alla violenza devono avere efficacia nelle aziende, nelle famiglie, nell’istruzione e nella politica. Solo con il coinvolgimento di tutti possiamo pensare a una nuova società e a un futuro migliore per le nuove generazioni”.

Intanto, in una intervista a La Repubblica, Maura Latini, presidente di Coop Italia, racconta le iniziative in corso per proseguire il cammino verso una reale uguaglianza di genere sociale ed economica. Dal 2021 è stata lanciata la campagna “Close the Gap. Riduciamo le differenze“, e per il 2024 sono già in programma una serie di attività. È ripartita la sottoscrizione alla petizione “Il ciclo è ancora un lusso!”, lanciata dal collettivo Onde Rosa nel 2019 e sostenuta da Coop fin dal 2021. Obiettivo: un milione di firme.

“Purtroppo quest’anno nella legge di bilancio l’Iva sull’assorbenza femminile è stata riportata dal 5 al 10% – ricorda Latini — E’ una tassa ingiusta e sfugge la logica per cui non debbano essere considerati prodotti di prima necessità. Si tratta di un errore concettuale”.

Un altro tema riguarda l’empowerment femminile partendo dalle posizioni apicali delle aziende. “Abbiamo fatto due anni di sperimentazione nelle filiere ortofrutticole del sud d’Italia coinvolgendo 280 donne dipendenti – racconta Latini – Oggi ci apprestiamo a un passaggio per farlo diventare un vero e proprio modello formativo attraverso pacchetti destinati al management di tutte le aziende fornitrici: circa 800 tra cooperative, piccole, medie e grandi imprese”.

Il lieto fine è ancora da trovare.

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