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Serre e colture distrutte in Puglia, Sardegna ed Emilia Romagna

Sardegna

Trombe d’aria, chicchi di grandine giganti, nubifragi violenti stanno chiudendo un anno con 10 eventi estremi al giorno

Clima estivo su gran parte della penisola ma alternato a eventi estremi. Sempre più estremi, e così estremi da provocare danni gravissimi oltre che sui campi sugli stabili delle aziende agricole. Parlano le foto che popolano i social da Puglia, Emilia Romagna e Sardegna con fiumi di fango, chicchi di grandine enormi e strutture danneggiate.

Quest’anno 10 eventi estremi al giorno

Parlano gli imprenditori agricoli con le immagini della disperazione e con i comunicati delle associazioni di categoria.  Coldiretti offre un chiaro riferimento ai cambiamenti climatici: “Dall’inizio dell’anno la penisola è stata investita in media da oltre 10 eventi estremi al giorno – sulla base delle elaborazioni su dati Eswd (European sever weather database)”

Gli eventi “hanno causato il crollo del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti,  e si registrano un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%)”.

Puglia flagellata, danni stimati: dal 30 al 70% della produzione

Foto e testo per la Coldiretti Puglia. “E’ finita una estate che si classifica dal punto di vista climatologico al primo posto tra le più calde mai registrate nel pianeta, con il cambio di stagione che sta portando il maltempo in Puglia e che si è abbattuto a macchia di leopardo su oliveti, vigneti e ortaggi, con grandinate, nubifragi, frane, smottamenti, campi allagati e alberi spogliati dalla violenza di vento e acqua”. Scene apocalittiche.

A Coldiretti segue Copagri: “La violenta ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Puglia nel fine settimana, con grandine, nubifragi e forte vento che si sono concentrati in alcuni comuni del barese, in particolare Giovinazzo, Molfetta, Ruvo, Corato e Terlizzi, e del foggiano, quali San Severo, Torremaggiore, Lucera, Sannicandro Garganico e San Paolo Civitate, ha causato danni ingentissimi alle strutture e soprattutto alle coltivazioni in campo, per le quali si stimano perdite che vanno dal 30% al 70% della produzione”. Parole del  presidente della Copagri Puglia Michele Palermo.

Che fare? Gli imprenditori chiedono l’attivazione delle procedure per la stima dei danni e poter accedere così al fondo di solidarietà nazionale. “Altrettanto fondamentale è che la Regione si attivi per richiedere al governo lo stato di calamità naturale – prosegue Palermo – e il Governo intervenga con una deroga al fondo così da garantire risarcimenti anche per i danni alle produzioni assicurabili“.

In Emilia Romagna si sale a 6 miliardi di danni

“Con l’ultima ondata di maltempo salgono a oltre 6 miliardi i danni nei campi, tra coltivazioni e infrastrutture, con il 2023 che diventa l’anno nero dell’agricoltura italiana“. È il bilancio Coldiretti Emilia Romagna sul primo ciclone di autunno tra nubifragi, grandinate e trombe d’aria che hanno colpito a macchia di leopardo nelle città e nelle campagne con tetti scoperchiati, alberi abbattuti, coltivazioni distrutte, serre divelte, allagamenti, frane e smottamenti.

Si lavora ancora nei campi. Sono in pieno svolgimento le attività stagionali, dalla vendemmia alla raccolta di frutta e ortaggi, mentre sta per iniziare quella delle olive. “L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – spiega Marco Allaria Olivieri, direttore di Coldiretti Emilia Romagna – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque”.  Servono secondo Nicola Bertinelli, presidente di Coldiretti Emilia Romagna,  “investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti”.

Tromba d’aria in Sardegna, serre distrutte a Oristano

Produzioni agricole, in particolare dell’orticoltura, fortemente danneggiate ma, anche, gravi danni alle strutture agricole tra serre e capannoni. La violenza della tromba d’aria che si è abbattuta sul territorio di Terralba, nell’oristanese, è stata pesante per diverse aziende agricole del territorio.

In attesa di una più precisa conta dei danni, alcuni Comuni colpiti (in particolare Terralba) si sono già attivati  per deliberare. “Siamo vicini alle nostre aziende colpite e, come sempre, daremo loro il massimo supporto per fronteggiare questo ennesimo colpo inferto dal maltempo al territorio – sottolinea Paolo Corrias, presidente Coldiretti Oristano – purtroppo gli agenti atmosferici estremi e avversi stanno crescendo in tutta l’isola. Questo deve imporci di affrontare il tema dei cambiamenti climatici con ancora più vigore attraverso una discussione che parta dai territori e arrivi alle massime istituzioni“.

Il direttore di Coldiretti Oristano Emanuele Spanò: “Sono stati segnalati non solo danni alle strutture ma anche agli ortaggi a foglia in pieno campo compromessi dalla forte pioggia e che non potranno essere più destinati al mercato né del fresco, né della quarta gamma, creando ulteriori problemi all’economia delle aziende colpite e del territorio”.

Un filo rosso legga tutte le dichiarazioni: i cambiamenti climatici stanno cambiando l’agricoltura dove si avvertono concretamente e con più forza i danni causati da un clima che si manifesta sempre più con eventi estremi.

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