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Il maltempo piega il settore, invocato lo stato di calamità

Grandine, vento e tempeste non lasciano scampo all’ortofrutta già pesantemente provata dall’alluvione. Il punto con gli stakeholder

Sono ancora ingenti i danni procurati dal maltempo nelle ultime ore. Mentre al sud continua l’ondata di gran caldo – a Catania sono stati raggiunti 45 gradi e interi quartieri sono rimasti senza acqua potabile – nelle regioni del nord si susseguono temporali e fenomeni violenti: le piogge e il vento forte di oggi hanno costretto la città di Milano a fare i conti con strade allegate, tetti scoperchiati, metropolitana interrotta.

E naturalmente sono numerosi anche i danni a carico del settore agricolo in generale e ortofrutticolo in particolare. Il punto con gli stakeholder.

Regione Emilia Romagna: “Sostegno a chi ha perso il raccolto”

“Procederemo prima possibile per raccogliere le segnalazioni dei danni da grandine estrema attraverso gli strumenti di ricognizione regionale già attivi e a chiedere risorse per le imprese agricole. Abbiamo già attivato l’emergenza regionale e chiederemo l’emergenza nazionale, confrontandoci con le altre Regioni, per garantire risorse ai territori colpiti.  Chi ha perso tutto il raccolto ha necessità di essere sostenuto, per non rischiare di dover sospendere il proprio lavoro e quello dei propri dipendenti”.

Così l’assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca, Alessio Mammi, a proposito delle grandinate che si sono abbattute sabato pomeriggio su gran parte del territorio regionale, in particolare sulle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna, colpendo pesantemente le colture in campo, molte nella fase finale di maturazione.

“Gli eventi atmosferici estremi – ha ribadito – non danno pace all’Emilia-Romagna. Sono stati coinvolti nei danneggiamenti interi campi di ortaggi e impianti viticoli, in un’area che a macchia di leopardo ha pesantemente interessato tutta la regione. Gli effetti dei cambiamenti climatici impattano in modo preoccupante sulla nostra agricoltura. Siccità, gelate tardive, alluvioni e ora grandinate di vastissime proporzioni. Si tratta di vere e proprie devastazioni che mettono a repentaglio la produzione in campo e in reddito delle imprese agricole e che hanno colpito il nostro territorio come molte altri territori nel nord del Paese”.

“La Regione Emilia-Romagna – ha precisato Mammi – continua nel frattempo a garantire il proprio impegno, finanziando attraverso le misure dello Sviluppo rurale tutti gli strumenti utili a contrastare gli effetti del cambiamento climatico come le reti antigrandine, i sistemi antibrina e altri strumenti. Continuiamo inoltre a investire in ricerca e sperimentazioni assieme ai centri di ricerca, alle università e alle imprese per trovare soluzioni innovative in grado di proteggere al meglio le nostre colture”.

“L’agricoltura dell’Emilia-Romagna – ha concluso l’assessore – rischia davvero di venire profondamente ridimensionata da questi fenomeni estremi, sempre meno controllabili. Gli effetti degli stravolgimenti climatici sono ormai sempre più frequenti, per l’Emilia-Romagna il 2023 è davvero un anno molto difficile. Siamo al fianco delle persone, delle comunità e delle imprese colpite, per fare tutto quanto è possibile e necessario al loro sostegno”.

Coldiretti: “Grandine abnorme devastante”

Chicchi di grandine grandi come palle da tennis hanno colpito le colture dell’Emilia-Romagna, in particolare nelle province di Parma (Sala Baganza, Felino, Corcagnano, Carignano, Vigatto), Reggio Emilia (Salvaterra, Pratissolo), Modena (Mirandola, Rivara, San Felice sul Panaro, Massa Finalese, Finale Emilia, Cavezzo), Bologna (San Giovanni in Persiceto, Baricella), Ferrara (Cento, Bondeno, Montestirolo, Vigarano Mainarda, Voghiera, Argenta) e Ravenna (Lavezzola, Conselice, Voltana, Alfonsine, Fusignano, Bagnacavallo e buona parte della costa, da Casalborsetti a Marina di Ravenna) danneggiando pomodori, vite, cocomeri, meloni, mais, pere, barbabietole, zucche e patate e provocando milioni di danni, fra quelli procurati alle colture e quelli riportati dalle attrezzature agricole e dalle strutture.

Questo il primo bilancio stilato da Coldiretti regionale dopo la grandinata che si è abbattuta nel pomeriggio di sabato 22 luglio sull’Emilia-Romagna.

“Il ripetersi di questi eventi calamitosi – ha detto il direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Marco Allaria Olivieri – conferma l’impatto devastante dei cambiamenti climatici con sempre maggiori danni alle produzioni agricole, sia alle piante che ai frutti, peraltro già in gran parte compromesse dagli eventi calamitosi dei mesi scorsi”.

“La caduta della grandine nelle campagne – ha proseguito – è la precipitazione più dannosa per le nostre campagne per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro”. 

Coldiretti invita gli agricoltori a presentare quanto prima le segnalazioni al fine di poter delimitare e censire nel dettaglio le aree colpite e avviare le procedure volte all’ottenimento dei benefici di legge e quindi il ristoro dei danni patiti.

Confagricoltura: “Centinaia gli ettari distrutti”

Sono centinaia gli ettari colpiti dal violento fenomeno atmosferico tra Zola Predosa, Baricella, Galliera e San Pietro in Casale in provincia di Bologna. Il primo bilancio dei tecnici di Confagricoltura restituisce un quadro desolante: sono state compromesse da vento e grandine le coltivazioni di mais e soia, mentre la poca frutta che si era salvata dai temporali delle scorse settimane è andata persa. Inoltre, si registrano danni anche agli impianti: dai frutteti alle serre.

“Eravamo in campagna e abbiamo rischiato grosso – ha commentato Paolo Cittadini di Cittagri Società Agricola, che possiede terreni tra Baricella, Galliera e Malalbergo – I chicchi erano grandi quasi come arance, quando colpivano le colture erano delle piccole bombe, i danni sono stati ingenti. In precedenza ero stato fortunato, ero riuscito a salvare un po’ di produzione dai frutteti, ma questa volta la grandine ha addirittura distrutto le reti di protezione: e questo la dice lunga sulla forza del fenomeno. Senza reti la grandine è stata libera di rovinare frutta e alberi da frutto. Un disastro”.

“Inutile dire che le nostre aziende sono allo stremo delle forze e che la loro fiducia sta incominciando a vacillare – ha sottolineato Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna – Siamo infatti dentro ad una tempesta perfetta a cui, oltre agli eventi atmosferici, vanno aggiunti anche la crisi di mercato e una politica europea che non aiuta la nostra agricoltura. Insieme alle Istituzioni e agli enti preposti, è necessario quindi rivalutare totalmente la strategia da adottare per arginare gli effetti del cambiamento climatico, considerando che dovremmo abituarci sempre di più a questi scenari. Non vorremmo infatti che tutto questo diventasse una drammatica abitudine per l’intera filiera e che, una volta passata spenti i riflettori sull’accaduto, gli unici a pagarne le spese fossero gli agricoltori”. 

Cia: “Nuova conta dei danni”

Cia Romagna coi suoi tecnici e con i suoi rappresentanti politici è di nuovo impegnata nei sopralluoghi nelle aziende agricole colpite dal violentissimo vento e dalla grossa grandine. L’ evento climatico catastrofico che ha colpito sabato 22 luglio 2023 il nostro territorio ha causato danni ingentissimi coinvolgendo ancora una volta anche le imprese agricole, con pesanti danni alle strutture, ai capannoni e alle case, oltre che alle coltivazioni con vigne stese e frutteti a terra, così come girasoli e altre colture completamente stese e là dove sono ancora in piedi le piante molti frutti sono caduti a terra

Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi al rientro da alcuni primi sopralluoghi svolti in alcune imprese agricole, ha invitato gli agricoltori a prendere contatti con gli uffici Cia per la segnalazione dei danni e delle necessità e ha sottolineato: “È un altro duro colpo alle imprese agricole e al territorio: nelle campagne romagnole la frustrazione sta crescendo sempre di più. Mentre c’è ancora tanta indeterminatezza sul fronte degli aiuti per i danni dalle alluvioni, le stime sulla riduzione media della Plv che ipotizzavano circa un meno 40% potrebbero peggiorare ulteriormente a fronte dei nuovi eventi”.

La tenuta delle imprese agricole, soprattutto di quelle piccole è sempre più critica. Alle molte aziende che stanno facendo i difficili conti con le conseguenze delle gelate tardive, della siccità, della grandine, e delle recenti alluvioni appunto, si aggiungono quelle colpite da quest’ultimo evento. “In alcuni casi – ha specificato Misirocchi – c’è chi deve affrontare gli effetti di tutti questi eventi messi insieme”.

Legacoop: “4,3 milioni in solidarietà”

Oltre 4,3 milioni di euro in solidarietà: sono quelli che il movimento cooperativo associato a Legacoop Romagna ha raccolto fino a oggi in varie forme per le vittime dell’alluvione e per fare ripartire le attività bloccate dalla furia delle acque.  Non solo solidarietà interna tra cooperative, quindi, ma soprattutto fondi a favore  delle popolazioni, delle imprese e dei territori in cui le cooperative lavorano.

Una parte rilevante è arrivata dalle grandi realtà mutualistiche del dettaglio e del consumo, in totale sono giunti 2,2 milioni dal sistema Conad: 1,5 da Conad nazionale, 500mila da Fondazione Conad Ets e 200mila direttamente da commercianti indipendenti associati.

Un milione, invece, la cifra stanziata dalla cooperazione di consumo attraverso Coop  per i progetti dei Comuni alluvionati. Coop ha anche messo a disposizione dei lavoratori dei propri supermercati colpiti dalla catastrofe un fondo dedicato di 500mila euro.

Consistenti anche le altre campagne attivate a diversi livelli. Tra queste Legacoop nazionale ha raccolto 442mila euro per sostenere i progetti del territorio condivisi con le amministrazioni locali.

È tuttora in corso fino al 31 luglio la campagna attivata su uno specifico fondo per i soci lavoratori messo in moto da Legacoop Romagna.

“Il movimento cooperativo — ha dichiarato il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — ha dimostrato ancora una volta di essere una parte insostituibile del modello economico romagnolo, che è fatto di capacità imprenditoriale e presenza sul territorio, e allo stesso tempo di solidarietà e reinvestimento delle risorse per un obiettivo comune. Le cooperative di Legacoop Romagna hanno deciso di intervenire non solo a favore dei cooperatori e delle cooperatrici in difficoltà, ma di tutto il tessuto sociale, perché si sentono parte integrante di questa terra. Il più caloroso ringraziamento va a tutti coloro che stanno partecipando a questo sforzo collettivo di ricostruzione. Anche se di fronte alle difficoltà la Romagna non ha mai smesso di impegnarsi e di lottare, dobbiamo però ribadire che di fronte a una devastazione di questo tipo non possiamo farcela da soli: servono risorse adeguate e celerità da parte del governo”.

Apofruit: “E’ stato di calamità”

Il devastante tornado che si è abbattuto nel pomeriggio di sabato 22 luglio su parte dell’Emilia e della Romagna, ha creato ingentissimi danni, ancora da quantificare con precisione, anche a diverse colture d’eccellenza della regione, tra cui pere, mele e pesche. Tra gli agricoltori più colpiti diversi soci Apofruit.

A fare un primo bilancio della situazione è il direttore generale di Apofruit, Ernesto Fornari, che spiegato: “A partire dalla parte settentrionale della provincia modenese, con i centri di Mirandola e Concordia sulla Secchia, il tornado ha devastato una vasta parte della nostra regione, spostandosi nel pomeriggio di sabato 22 luglio verso la Romagna e interessando, con grandine e vento fortissimo, anche tante zone che già erano state ricomprese nel cratere dell’alluvione. Conselice, Lavezzola e Voltana, nel Ravennate, hanno subito ad esempio ingentissimi danni, e così pure tutta la fascia da Altedo a Malalbergo è stata interessata dalla devastazione”. 

“Quel poco che si era salvato dall’alluvione – ha continuato – in queste zone ora è stato definitivamente distrutto da grandine e vento. La furia delle trombe d’aria che si sono formate è stata tale che sono state danneggiate anche colture protette da impianti antigrandine. I nostri soci hanno subito danni a diverse tipologie di frutta, tra cui pere, mele, pesche e nettarine. In queste zone, non solo verrà a mancare il 100% della produzione, ma saranno da rifare molti giovani impianti. È stato fortemente danneggiato anche il magazzino della cooperativa a Lavezzola di Conselice (Ravenna), con danni ai pannelli solari e ad alcune infrastrutture. Peraltro, si trattava di un impianto fotovoltaico nuovo, dal momento che i pannelli erano entrati in funzione a gennaio 2023”.

 “Con l’alluvione dello scorso maggio ci eravamo fin da subito attivati, come cooperativa, per rimanere vicini ai nostri soci, anticipando il momento delle liquidazioni e introducendo una serie di agevolazioni per i produttori colpiti – ha chiosato – Ora, alla luce di questo nuovo devastante episodio, chiediamo al più presto l’intervento della Regione affinché venga riconosciuto, alle aree colpite, lo stato di calamità naturale. Ci vorrà molto tempo, e parliamo di anni, per ripristinare i frutteti abbattuti dalla furia di questo tornado. Al contempo, dobbiamo prendere sempre più coscienza che il clima è cambiato e ci muoviamo ormai in un contesto tropicale, dove episodi come questo sono sempre più, purtroppo, all’ordine del giorno”.

Fonte: Regione Emilia Romagna – Coldiretti – Confagricoltura – Cia – Legacoop – Apofruit

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