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Il punto di Fruchthandel

Virosi, la soluzione sono i robot?

I costi e le riserve, per alcuni, sono ancora elevati. Ma il progresso non può essere fermato

I virus hanno contribuito, in positivo e in negativo, a plasmare il nostro pianeta: sono importanti vettori di informazioni fin dall’inizio dell’evoluzione e continueranno a esserlo. Con questo incipit Christine Weiser apre il suo editoriale per Fruchthandel Magazin.

I virus sono in vantaggio sull’uomo

La popolazione mondiale lo ha sperimentato in prima persona con il coronavirus – riflette WeiserUn vaccino è stato trovato abbastanza rapidamente e diverse misure hanno contribuito a contenere il virus. Ma se si guarda all’ortaggio preferito dai tedeschi, il pomodoro, si capisce che alcune battaglie sono lunghe ed estenuanti e che i virus sono ancora in vantaggio sull’uomo.
Nel caso dei pomodori si tratta di trovare varietà resistenti o metodi di contenimento efficaci al fatale Tomato brown rugose fruit virus (ToBrfv).

Parola d’ordine collaborazione

Rick van Meurs di Rijk Zwaan, ha dichiarato al Global tomato congress di Rotterdam che la filiera è sotto pressione, con una perdita fino al 30% della produzione.
I coltivatori sono preoccupati non solo perché non c’è immunità al virus, ma anche perché mancano azioni coerenti e interconnesse in tutto il settore.
“C’è ancora molto da imparare nella ricerca di varietà resistenti – ha sottolineato Jeroen Rouppe van der Voort di Enza – Abbiamo davvero bisogno di maggiore collaborazione”.

Nel lavoro fino a qui fatto, ci sono però degli aspetti positivi: le nuove varietà hanno spesso una durata di conservazione più lunga rispetto alle precedenti. E, fortunatamente, il lavoro di ricerca non sembra essere influenzato (ancora) dalle attuali sfide economiche.

Qualità e gusto non sono sacrificabili

Nella ricerca della soluzione contro ToBrfv c’è poi un aspetto che non deve essere modificato: il pomodoro deve preservare qualità e gusto.
Al congresso di Rotterdam è emerso chiaramente che la lotta contro ToBrfv darà avvio a una nuova era per la produzione di pomodoro e per le giovani generazioni di produttori. Questa è la convinzione del produttore austriaco Rijk Zwaan Christian Zeiler e dei relatori provenienti dai settori della tecnologia, della robotica e dell’intelligenza artificiale (AI).

Il ruolo dei robot e dell’intelligenza artificiale

Questa nuova era potrebbe sorgere più rapidamente di quanto molti possano pensare o desiderare a causa della ascesa dei robot: le rigorose misure igieniche necessarie nella lotta contro il virus potrebbero essere infatti più facilmente osservate grazie all’uso della robotica, il che rappresenterebbe un passo in avanti verso la salvaguardia della produzione. Ma significa anche che non sarebbero più necessari numerose risorse umane, almeno in questa fase del processo produttivo. Naturalmente, guardando al quadro generale, si potrebbe dire che questo è comunque il male minore. Dopotutto, è sempre più difficile trovare dipendenti qualificati.
E se ciò aiuta a ingannare il virus e a far sì che i coltivatori ottengano maggiori volumi e meno perdite, questo non può che essere vantaggioso per tutta la filiera, dall’azienda produttrice di sementi al consumatore. Giusto?

E infatti, almeno per il momento, al congresso è stato dato il via libera allo sviluppo dei robot. I quali vogliono fornire supporto e valore aggiunto, ma non sostituire completamente la manodopera. Tuttavia, con un risparmio dell’80% sulla manodopera e del 50% sui costi, è difficile pensare che sarà davvero così. Soprattutto quando si dice che le prime serre completamente autonome potrebbero essere in funzione già nel 2028. I costi e le riserve possono essere ancora elevati per alcuni. Ma il progresso non può essere fermato. Che ci piaccia o no.

Fonte: Fruchthandel Magazin

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