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Frutta a guscio ed essiccata

Mandorla di Toritto: la produzione c’è ma manca il prezzo

Rocco Pinto: “Nel giro di un quadriennio le quotazioni sono crollate. Auspichiamo un ritorno ai 750-800 euro il quintale”

La produzione con tutta probabilità sarà abbondante, ma il comparto della mandorla soffre la mancanza di un prezzo adeguato. Si può sintetizzare in questi termini la previsione sulla stagione 2023 che riguarda questa importante referenza di frutta a guscio. Le considerazioni arrivano da Rocco Pinto, socio titolare dell’azienda agricola Pinto e neo presidente del consiglio comunale di Toritto (Bari).

“Per il 2023 – spiega Pinto – ci attendiamo un buon raccolto. Tuttavia, quello che da qualche tempo a questa parte sta mettendo in difficoltà il nostro settore sono i prezzi di mercato. Non sempre le cose sono state cosi: pochi anni fa i listini oscillavano tra i 700 e gli 800 euro il quintale all’ingrosso per il prodotto sgusciato, con punte anche di mille euro. All’inizio di quest’anno, invece, abbiamo assistito a una sorta di blocco del mercato. Sembrava che le mandorle non le volesse più nessuno. Da circa un mese qualcosa si sta muovendo, ma siamo ancora su livelli molto bassi, tra i 450 e i 550 euro il quintale per lo sgusciato. Il tutto, in una situazione di aumento dei costi per le lavorazioni. Il prezzo giusto, insomma, dovrebbe attestarsi sui 750-800 euro per essere un minimo remunerativo, e questo non sta avvenendo”.

E’ presto per fasciarsi la testa perché la stagione 2023 è ancora tutta da decifrare, però che il comparto abbia bisogno di ossigeno è chiaro a tutti. “Proveniamo – prosegue Pinto – da due anni difficili, in cui la produzione è stata falcidiata dalle gelate. Nel 2022, alla fine, abbiamo raccolto circa un decimo rispetto a una campagna normale”.

Gli spiragli per una ripresa ci sono, ma la situazione è complessa. “La concorrenza estera – conferma Pinto – si fa sentire. In altri termini: quando la California decide di svuotare i suoi magazzini, c’è poco da fare. Il discorso sulla qualità superiore della Mandorla di Toritto, e più in generale del made in Italy, è ancora poco percepito rispetto ai numeri che possono proporre certi Paesi. Qualcosa potrebbe cambiare con gli importanti investimenti che grandi gruppi stanno facendo anche sul comparto mandorla qui in Puglia. Se questo prendesse piede, si potrebbe arrivare anche a sostenere meglio il prezzo della nostra produzione”.

Molto precisa è la scelta varietale fatta dall’azienda. Per oltre il 90% l’azienda agricola Pinto, 35 ettari di mandorleto, ha infatti puntato sulla cultivar Filippo Cea. “Forse una mandorla più difficile da coltivare rispetto ad altre anche perché è spesso gemellare – conclude Rocco Pinto – ma di una dolcezza unica, senza alcun retrogusto amarognolo”.

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