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Nocciolo: boom di visitatori al secondo open day di Terremerse

Questa mattina oltre 200 persone hanno preso parte alla visita al campo sperimentale della Fondazione F.lii Navarra

In Emilia Romagna e Veneto l’interesse per la  coltura del nocciolo è in costante crescita. Lo testimonia il grande interesse che questa mattina ha riscosso la seconda edizione dell’open day organizzato da Terremerse nel campo sperimentale della Fondazione F.lli Navarra, a Malborghetto di Boara (Ferrara). Oltre 200, infatti, le persone presenti che provenivano soprattutto da queste due regioni.

A commentare questo appuntamento, che segue quello dello scorso anno, è il responsabile del Progetto Nocciolo della Op Terremerse, Marco Babini, il quale spiega: “Innanzitutto siamo molto soddisfatti dell’ampia partecipazione che abbiamo registrato. Abbiamo infatti più che raddoppiato le presenze rispetto allo scorso anno“.

Scendendo poi sul tecnico, Babini prosegue: “Presso il campo sperimentale della Fondazione per l’agricoltura F.lli Navarra abbiamo impiantato da due anni, su un ettaro di superficie, 13 diverse varietà di nocciolo, alcune piuttosto comuni, altre molto rare in Italia. Abbiamo potuto mostrare ai visitatori come, già al secondo anno, le piante presentino un ottimo vigore. Alcune di esse raggiungono già altezze attorno a 1,80 metri. E tutto ciò senza forzare con la concimazione e trovandoci peraltro su un terreno non ideale, essendo molto argilloso“.

Le sorprese da questo campo non sono quindi affatto finite e presto ce ne saranno altre. Lo stesso Babini ha infatti confermato che esso sarà il primo di sei campi sperimentali individuati da Ferrero all’interno del progetto Demofarm. Il colosso dolciario di Alba sta infatti continuando la ricerca anche sul nocciolo e, grazie alla collaborazione attivata con Terremerse (la Op si è impegnata a fornire una buona parte della sua futura produzione corilicola proprio a Ferrero), questo campo sperimentale è stato scelto per fornire indicazioni e informazioni utili dal punto di vista agronomico.

A proposito di produzione di nocciole da parte di Terremerse, i tempi per l’esordio si avvicinano sempre di più. Continua Babini: “I primi impianti sono stati messi a dimora nel dicembre 2020, ma la maggior parte solo l’anno dopo. Occorrerà quindi attendere il 2024 o, ancor più, il 2025 prima di avere discreti quantitativi. In ogni caso, oggi sono già stati messi a terra, da parte di soci della Op Terremerse, 200 ettari di noccioleto, in quattro diverse regioni: Emilia Romagna, Marche, Umbria e Lazio”.

Nuove opportunità

Sempre durante la seconda edizione dell’open day sul nocciolo organizzato da Terremerse in collaborazione con diversi partner tecnici, sono state mostrate anche diverse innovazioni e opportunità. Tra queste ultime ci sono gli impianti agrovoltaici, consigliati per superfici dai 20 ettari in su (e per i quali sono comunque ancora in corso valutazioni tecniche) che consentirebbero al produttore una redditività immediata fin dal primo anno (grazie appunto all’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici) e garantirebbero anche l’azzeramento delle spese per la recinzione dell’impianto, le quali sarebbero a carico della ditta installatrice. Tali recinzioni, peraltro, concepite per non permettere l’ingresso ad estranei, risulterebbero utili per tenere lontano dalle nocciole gli animali selvatici (cinghiali, ecc.).

In secondo luogo, si è parlato anche di irrigazione. Il campo sperimentale di Terremerse ha un impianto interrato a doppia ala gocciolante. E’ stato sottolineato che non può essere data un’indicazione generale su quando e come irrigare, valida ovunque, ma che le nuove tecnologie possono aiutare enormemente in questo senso, a partire dai sensori sul terreno, fino alle osservazioni satellitari.

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