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Marrone di Castel del Rio Igp: anno di magra

Il presidente del Consorzio, Giuliano Monti: “Stando alle previsioni più ottimistiche, raccoglieremo il 30% della produzione”

E’ un anno particolarmente difficile quello che si prospetta per il Marrone di Castel del Rio Igp, eccellenza agroalimentare emiliana funestata da una serie di avversità. Ma c’è anche qualche buona notizia.

A fare il punto della situazione, proprio in prossimità dell’inizio della campagna 2023, è Giuliano Monti, presidente del Consorzio di tutela Marrone di Castel del Rio Igp.

Tante avversità

“Sarà senza dubbio – spiega Monti – un’annata di magra. L’alluvione della scorsa primavera ha provocato diversi danni, a seguito dei quali abbiamo stimato una perdita di produzione di circa il 10%, con 5.000 piante che sono andate perdute“.

Ma all’alluvione in sé, si è aggiunto dell’altro. “Il maltempo che si è protratto fino a metà giugno – prosegue il presidente del Consorzio – ha favorito un’allegagione molto scarsa. Poi è mancata la pioggia quando invece sarebbe servita, tra metà agosto e metà settembre. Così, ci troviamo in una situazione nella quale i ricci sono pochissimi e stentano ad aprirsi, per cui ancora oggi si fa fatica a vedere cosa ci sia realmente all’interno. A conti fatti, guardando all’annata in corso nel modo più ottimistico possibile, possiamo stimare una raccolta del 30% rispetto a una produzione normale“.

Le buone notizie

Qualche buona notizia c’è comunque. La prima riguarda la qualità. “Le poche castagne che ho aperto finora – continua Monti – erano sane e belle”.

La seconda, concerne la vespa cinese, che per anni è stata un vero e proprio flagello anche da queste parti. “Quest’anno, forse sempre a causa del clima – rileva Monti – non riscontriamo la presenza del cinipide. Ma, appunto, il problema è che non c’è prodotto. Anche se i prezzi saranno più alti dello scorso anno (e questo è ancora tutto da verificare, ndr), non basteranno a salvare la stagione”.

Castanicoltura a rischio

Del resto, Monti avverte: “La questione del cambiamento climatico va ben oltre i tanti disastri di quest’anno. La stessa castanicoltura è a forte rischio. Basta vedere, del resto, ciò che è accaduto nell’ottobre scorso e ciò che sta accadendo nell’ottobre di quest’anno. Il consumatore è invogliato ad acquistare gelati, non castagne, per le temperature decisamente sopra la norma. E non si riesce a vendere il prodotto nemmeno dopo, perchè poi con il periodo natalizio ci si concentra su altri prodotti. Insomma: si sta perdendo la stagione delle castagne”.

Una speranza per uscire da questa impasse, forse, viene però dall’interno dello stesso Consorzio. Chiude Giuliano Monti: “Oggi gli associati sono circa una 60ina, in leggero aumento rispetto al passato. Il bando che è stato emesso per il recupero della viabilità forestale ha senz’altro incoraggiato in questo senso. Cerchiamo sempre, in ogni caso, di incoraggiare i giovani”.

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