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Nocciola di Giffoni: dopo l’annus horribilis, le previsioni sono buone

Mario Russo: “Ma dobbiamo far fronte ai forti aumenti dei costi di produzione”

“Un’annata nera”. Così Mario Russo, produttore corilicolo di Giffoni Sei Casali (Salerno), fa il punto sull’ultima campagna corilicola, proponendo anche diversi spunti di riflessione sul momento che sta vivendo il settore.

“Per quanto riguarda la nostra zona – spiega Russo, terza generazione di un’azienda avviata nel 1959 – il 2021 è stato disastroso. In media, nell’areale di Giffoni, è stato raccolto tra il 15 e il 20% rispetto a un’annata normale. Basti pensare che io sono iscritto a una cooperativa, la Tonda Giffoni, che durante la campagna 2020/21 ha commercializzato tra i 12 e i 13mila quintali di prodotto, mentre per il 2021/22 arriveremo forse soltanto a tremila quintali”.

Le ragioni di questa situazione sono diverse. “C’è stata a livello generalizzato una mancanza di fioritura – prosegue Russo – cui si è aggiunto, nelle zone più alte, il problema delle gelate tardive della scorsa primavera. Tanto che, mentre nelle zone pianeggianti qualcosa in più si è salvato, in quelle più alte il raccolto è stato inferiore anche al 15%. Nonostante tutto, i prezzi non sono aumentati”.

L’ingrediente ulteriore per la tempesta perfetta è presto detto. “Pur con questa grande mancanza di prodotto – continua Russo – le quotazioni delle nostre nocciole sono sempre rimaste le medesime perché i trasformatori, pur di garantire forniture costanti ai loro interlocutori commerciali, si sono rivolti all’estero, in particolare Turchia, Georgia e altri paesi emergenti dal punto di vista corilicolo. Il risultato, appunto, è stato quello che i prezzi si sono mantenuti bassi”.

Se intanto la nuova campagna promette di essere migliore di quella scorsa, rimane l’incognita dei rincari. “Attualmente – conclude Russo – abbiamo una grande abbondanza di fiori sia maschili, sia femminili. Queste sono premesse molto buone, ma dobbiamo rilevare che i costi di produzione sono aumentati decisamente. Solo per fare un esempio, i concimi sono aumentati anche del 150%, e questa situazione potrebbe portare molte difficoltà a livello di prezzo. In ogni caso, una campagna così scarsa come quella del 2021 non possiamo permettercela; se così fosse, dalle nostre parti potrebbe chiudere il 70% delle aziende che producono nocciole”.

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