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Castagne: per quelle del Monte Amiata campagna tra luci e ombre

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Andrea Ulivieri: “Dopo anni, nella zona alta il cinipide è in regressione, mentre nella parte bassa ha causato danni la siccità”

Per la Castagna del Monte Amiata Igp non sarà una stagione eccezionale, ma sarà comunque meglio di molte altre che si sono susseguite negli ultimi anni. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge dalle previsioni di Andrea Ulivieri, titolare dell’azienda agricola Perelle di Castel del Piano (Grosseto), che ha un castagneto di proprietà esteso su circa 5 ettari, cui se ne aggiungono altri due in affitto.

Interpellato da myfruit.it per quanto riguarda le previsioni di raccolta, Ulivieri rileva: “Abbiamo appena iniziato e, probabilmente, termineremo verso la fine di novembre. Rispetto all’anno scorso, nella parte alta del Monte Amiata, dove abbiamo la maggior parte dei nostri castagneti, il cinipide sembra finalmente essere in regressione e proprio quest’anno comincia finalmente a rivedersi un buon sviluppo anche fogliare della pianta. Nelle zone più basse, invece, dove pure abbiamo alcuni terreni, la siccità si è fatta particolarmente sentire, così come un po’ in tutto il resto d’Italia, per cui la produzione ne risentirà in modo deciso”.

La situazione nella parte alta del Monte Amiata è migliorata grazie ai lanci dell’antagonista, l’ormai noto (almeno tra gli addetti ai lavori) Torymus sinensis? “Io ho una mia teoria al riguardo”, risponde francamente Ulivieri. “Dalle nostre parti i lanci sono stati pochi, e non credo che la situazione sia migliorata esclusivamente per l’intervento di questo antagonista. Ritengo più corretto pensare a una concomitanza di fattori, per cui potremmo dire che la natura sta facendo il suo corso e sta trovando, probabilmente, una difesa naturale, magari anche con altri antagonisti”.

Nessuno ha mai pensato a un intervento con agrofarmaci? “Da altre parti, ma non qui da noi – risponde ancora Ulivieri – ho sentito che c’è chi lo ha fatto. Sul Monte Amiata un intervento del genere sarebbe estremamente dannoso, non foss’altro per la grande riserva d’acqua che è custodita nel sottosuolo. E’ stimato che sotto il Monte Amiata ci sia un bacino d’acqua di ottima qualità grande quanto il lago di Bolsena”.

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