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Frutta a guscio ed essiccata

Castagne: per quella di Cuneo ci sono buone notizie

Marco Bozzolo: “La fioritura è stata molto buona e, grazie alle piante secolari, è stato possibile far fronte al problema della siccità”

In un anno molto difficile per diverse varietà ortofrutticole come è il 2021, arrivano buone notizie per la Castagna di Cuneo Igp. A darle è Marco Bozzolo, economista prestato alla castanicoltura, che è soddisfatto di quanto stanno producendo i suoi 15 ettari di castagneto a Viola (Cuneo), oltre che del sistema di distribuzione che ha messo in piedi.

“Fino a un mese fa – spiega Bozzolo – c’era molta preoccupazione a causa della siccità. Tuttavia, come dicevano i nostri nonni da queste parti, i castagni hanno le radici estese quanto il fusto. E noi, avendo diverse piante secolari, non abbiamo pressochè risentito di questo problema. Inoltre, a metà giugno, la fioritura è stata molto buona, a tal punto che il miele di castagno è forse l’unico che non ha dato problemi ai produttori di miele. Possiamo quindi dire che ora siamo soddisfatti. Certo – prosegue Bozzolo – la varietà più comune in questa zona è la “Gabbiana”, il cui calibro è medio piccolo, ma è molto apprezzata perché assai dolce e quindi adatta anche a diverse lavorazioni, compresa la farina di castagne. Io stesso, per la grande maggioranza della mia produzione, che quest’anno si attesterà su circa 300 quintali, vendo prodotto trasformato, quanto meno essiccato. Teniamo poi sempre presente anche un altro aspetto: le castagne non si mangiano con gli occhi, come una tendenza oggi in voga vorrebbe far sembrare, ma col palato. E quando si assaggiano varietà tradizionali come quelle che proponiamo, non si rimane delusi”.

Bozzolo, in altri termini, è un castanicoltore che mette una grande passione nel suo lavoro, tanto da far parte con convinzione dell’associazione Comunità dei Custodi dei Castagneti delle Alpi Liguri. E continua: “In Piemonte, come in altre parti, la castanicoltura avrebbe ancora tante potenzialità. Qui abbiamo 200mila ettari di castagneto, ma solo il 5%, ovvero 10mila ettari, sono tenuti puliti e curati. Ci sarebbero insomma ancora molti margini per fare castanicoltura dove sono i castagni, senza pensare a fare impianti in pianura, con tutte le potenziali conseguenze negative che ciò potrebbe comportare, a partire dall’impatto ambientale in termini di risorse idriche e altro ancora”. Neanche il cinipide fa più paura. “Siamo stati i primi in Italia ad averci a che fare – rileva Bozzolo – ma ormai da anni è un problema alle spalle. L’ultima volta che qui da noi ha dato dei problemi, è stato nel 2015”.

Dunque, meglio la campagna 2021 di quella del 2020? “Rispetto allo scorso anno – riprende Bozzolo – probabilmente ci sarà una produzione leggermente inferiore. Tuttavia, la qualità sarà migliore, perché nel 2020 era piovuto durante la fase di fioritura e si sono creati problemi di marcescenza in circa il 10% del raccolto, mentre quest’anno tale fenomeno è ridotto sostanzialmente della metà, al 5%”.

Marco Bozzolo è particolarmente soddisfatto del sistema di commercializzazione delle sue castagne. “Non mi appoggio ad alcun grossista e non sono nel circuito della Gdo – conclude – Vendo attraverso il mio punto vendita, molto online e attraverso la piattaforma di acquisto L’alveare che dice sì”.

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