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Pistacchio di Raffadali: dopo la Dop, promozione e tutela del prodotto

pistacchio raffadali

All’indomani dello storico riconoscimento europeo, Salvatore Gazziano, componente del comitato promotore, spiega le prossime tappe

E’ stata accolta con grande soddisfazione l’ufficializzazione, avvenuta nei giorni scorsi, della Denominazione di Origine Protetta per il Pistacchio di Raffadali (Agrigento). Per sapere quali sono, ora, i prossimi step, www.myfruit.it ha interpellato Salvatore Gazziano, componente del comitato promotore per la Dop.

Gazziano, innanzitutto quando avete iniziato il percorso per ottenere la Dop?

Abbiamo cominciato nel 2016 e siamo passati per tutti i livelli: dapprima quello regionale, poi quello ministeriale, infine quello della Commissione Europea, che ha dato il via libera.

In Sicilia esiste già una nota Dop sul pistacchio, che è quello di Bronte. Perché farne un’altra?

Il motivo è semplice: si tratta di due prodotti essenzialmente diversi, il che è stato riconosciuto anche a livello comunitario. Del resto, non avremmo potuto neanche chiedere la Dop se i due prodotti fossero stati analoghi.

In termini pratici ciò cosa significa?

Abbiamo dovuto dimostrare a Regione, Ministero e Commissione Europea che il Pistacchio di Raffadali è un prodotto differente, a livello sostanziale, da quello di Bronte. E le differenze non sono poche: mentre a Bronte nasce su terreno di origine lavica, nell’areale di Raffadali il terreno è essenzialmente calcareo. Poi, abbiamo dimostrato che il nostro pistacchio si differenzia anche per caratteristiche organolettiche, avendo maggiore contenuto di polifenoli, più acidi grassi essenziali e gusto più dolce.

Quindi siete in concorrenza con Bronte?

Assolutamente no, e non vogliamo esserlo. Intendiamo solo evidenziare che entrambi i pistacchi sono ottimi prodotti, ma hanno appunto caratteristiche differenti. Del resto, non lo abbiamo nemmeno chiamato Pistacchio di Raffadali per caso, ma perché c’è una storicità di questo nome, che per la Dop deve essere almeno di 25 anni. Noi, abbiamo attestato la presenza di questo nome in documenti ufficiali che risalgono a epoche molto più anteriori, tipo a inizio Novecento o ancora prima. Tornando al discorso della concorrenza, temiamo invece quella di altri paesi, come ad esempio Grecia e Turchia.

Quanti sono gli ettari e i quantitativi del Pistacchio di Raffadali Dop?

Come ettari siamo ad alcune centinaia e sono diversi anche gli appezzamenti nuovi. A livello di quantitativi, ci mancano ancora dati in questo senso. In ogni caso, numeri precisi ci arriveranno dal certificatore, che sarà appunto nominato in questi giorni e che fa parte delle azioni post – ottenimento della Dop. In ogni caso, si tratta di una produzione inferiore, a livello quantitativo, rispetto al Bronte Dop.

Le previsioni per quest’anno come sono?

Al momento sono molto promettenti e ci attendiamo quindi una buona annata. Altra differenza con il pistacchio di Bronte, è che il nostro pistacchio lo raccogliamo ogni anno a settembre, facendo anche una grande festa nel centro di Raffadali il terzo fine settimana di settembre, chiamata Fastuca Fest. E’ vero che ci sono anni più di “carica” e altri più di “scarica”, tuttavia molto meno sensibili rispetto al Bronte, e questo credo sia un altro importante elemento distintivo.

Quali sono gli impieghi principali del Pistacchio di Raffadali Dop?

Si presta per preparazioni sia dolci, sia salate, dalla gelateria, alla pasticceria, ai pesti e altro ancora.

Se con Bronte non siete in concorrenza, farete politiche comuni di promozione?

Intanto siamo insieme all’interno dell’Associazione dei Consorzi delle Denominazioni di Origine Siciliana. Questo può già essere un ottimo punto di partenza per presentarci sui mercati internazionali.

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