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Cina, ottime opportunità per il made in Italy

La Cina rappresenta potenzialmente un grande mercato per i prodotti agroalimentari italiani, frutta secca e derivati compresi, ma occorre fare grande attenzione a come si entra in questa realtà. I prodotti del made in Italy più richiesti sono, nell’ordine, vino, olio, caffé, cioccolato, pasta e formaggio (fonte: Metro China) e per proporli ai consumatori cinesi servono piani di fattibilità ben studiati. Questa è una delle indicazioni principali proveniente dal convegno molto partecipato tenutosi nei giorni scorsi a Parma dal titolo “China business incubator”, primo appuntamento del progetto lanciato per conto del Consorzio Italia del Gusto da Gea, società di consulenza strategica indipendente che da 46 anni accompagna le imprese italiane nella loro crescita. L’export del settore "wine&food" italiano verso la Cina, si è appreso al convegno, è cresciuto nell’ultimo anno del 36%, con un fatturato complessivo di oltre 248 milioni di euro. E proprio sulla presentazione dei prodotti ha insistito Hiufan Tsang, rappresentante di Sinodis, società cinese specializzata nell’import e nella distribuzione alimentare, che ha evidenziato come “servono etichette in cinese, un packaging più in sintonia con la cultura orientale, meglio ancora se realizzato ex novo proprio per questo mercato”. Tsang ha inoltre sottolineato come nell’export verso la Cina sia importante la ‘shelf life’ dei prodotti. “Ricordatevi – ha poi concluso Tsang – che finire sugli scaffali dei negozi cinesi non basta, bisogna frequentare il mercato per capire cosa funziona e cosa no, è indispensabile avere persone sul posto che verificano quello che succede. Da lontano non si può fare nulla”.

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