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Aziende

Dole punta sulla versatilità della frutta fresca e sul nuovo marchio

CristinaBambini_FruitLogistica2019

Cristina Bambini di Dole, noto produttore di frutta fresca, spiega quali siano le tendenze in atto in fatto di frutta, ricordandole la versatilità

Dole ha colto l’occasione di Fruit Logistica 2019 per presentarsi con un linguaggio più “fresco”, frutto di un grande lavoro sul visual e di un importante refresh della corporate identity. Un nuovo corso che si configura (anche) con il nuovo logo il quale, grazie alla forma di una semplice foglia, vuole essere un tributo alla natura.

«Con il nuovo logo – ci spiega Cristina Bambini, marketing manager di Dole Italia – puntiamo a trasmettere freschezza». Non solo. Come ha ben spiegato la marketing manager, la nuova identità sarà utile anche a trasmettere quel concetto di versatilità del prodotto frutta, caro da sempre a Dole (nella foto un suggerimento per il consumo di ananas).

Patatine o frutta? Secondo Dole, è importante reinterpretare la frutta

Patatine o frutta? Secondo Dole, è importante reinterpretare la frutta

Ma prima di affrontare la questione, è doveroso un aggiornamento circa i trend di mercato in atto. «Stanno andando moltissimo, anzi sono già esplosi, i frutti di bosco, la fragola e tutti quei frutti che chiamiamo impropriamente esotici – ha spiegato Bambini – Oramai non possiamo più parlare di mode”. Il riferimento è ad avocado, papaia e mango, entrati a pieno titolo tra i frutti più consumati anche in Italia.

Viene da chiedersi, quindi, quali siano state le leve che hanno determinato questo risultato. «Il successo è imputabile a una serie di fattori positivi che hanno lavorato insieme – ha ricordato la marketing manager -. Per primo, senza dubbio, la loro importazione: la grande distribuzione ha il merito di aver aumentato l’offerta e di aver fatto conoscere questi prodotti ai consumatori. A questo si sommi il lavoro dei media, che ne hanno evidenziato le proprietà nutrizionali».

In pratica, quindi, inizialmente il consumatore si è avvicinato ai nuovi prodotti per curiosità. Nel momento in cui ha compreso che si tratta di prodotti buoni, versatili e sempre disponibili, è ritornato all’acquisto e al conseguentemente consumo. Un esempio per tutti l’avocado, un prodotto che ben si presta anche alle ricette salate e che ben si accosta alla cucina e alla cultura alimentare italiana.

«Per i prodotti esotici – ha proseguito Cristina Bambini –  la barriera al consumo è sempre la non conoscenza del prodotto. Una volta che il consumatore li scopre, se sono disponibili, li riacquista». Questo non significa che i prodotti tradizionali abbiano annoiato: «La banana – ha precisato – è il frutto per eccellenza, piace a tutti. Dal bambino all’anziano, non stancherà mai, non credo che ci sarà mai una curva decrescente».

E il prezzo dei prodotti “esotici”? «È chiaro che si tratta di prodotti con una battuta di cassa più elevata – ha risposto Bambini -. Sono prodotti rivolti a un consumatore attento e al consumatore giovane, che è disposto a sperimentare».

In generale, però, guardando ai consumi, siamo ancora molto lontani dalle cinque porzioni al giorno di frutta consigliate dai nutrizionisti. «Quanto alla sensibilizzazione, si è fatto e si sta facendo molto, a livello media e nelle scuole. È importante lavorare sulle nuove generazioni: i bambini di oggi saranno i responsabili acquisti di domani».

Per accrescere i consumi ci sono degli aspetti su cui puntare, tra cui la versatilità della frutta. «Normalmente si consuma come merenda o a fine pasto – ha concluso la marketing manager – ma sono numerose le altre occasioni d’uso: come spuntino fuori casa, oppure a lavoro o, ancora, associata ad altri ingredienti. In questo senso i programmi di cucina hanno portato molta sperimentazione. Anche noi suggeriamo di introdurre la frutta nelle ricette, di sperimentare, di giocare. Si tratta di un alimento sano, leggero, nutriente ed equilibrato».

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