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Giovanni Grasso srl, focus sulle varietà senza semi brevettate

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Autore Redazione

L’azienda siciliana, ma con produzione di uva prevalentemente in Puglia, inizierà dal prossimo anno a produrre nuove varietà grazie ad accordi con i costitutori SNFL e IFG

Le piogge della prima parte di agosto hanno in parte compromesso la tenuta dell’uva pugliese ma dopo Ferragosto la situazione si è stabilizzata, ha smesso di piovere e si sono create condizioni migliori che hanno reso più ottimistiche le previsioni per la campagna in corso. Lo afferma Giovanni Grasso, titolare della omonima azienda ortofrutticola nata vent’anni fa con sede in Sicilia ma produzione di uva da tavola principalmente in Puglia, nel barese, commercializzando con il marchio La Zagara.

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Giovanni Grasso

«Il prodotto ha in parte risentito delle condizioni climatiche ma non ci allarmiamo più di tanto – spiega Giovanni Grasso – con le dovute cautele si sta recuperando tutto quello che c’è da recuperare. Ogni stagione ha le sue caratteristiche, più si va avanti e più ci sarà interesse per uve più resistenti, più sane, più di qualità».

Ed è appunto cercando uve più resistenti che l’azienda Giovanni Grasso, specializzata in uve tradizionali, ha stretto accordi con due importanti costitutori varietali del settore, SNFL e IFG, per sviluppare nuove varietà di uve senza semi sottoposte a licenza. «Dal prossimo anno inizieremo a produrre le uve brevettate senza semi con questi due importanti breeders. C’è un vasto assortimento tra uve bianche, nere, rosse, anche se fondamentalmente sia più interessati più alle bianche e rosse. Sono uve che hanno caratteristiche migliori, più resistenti, più stabili nella produzione».

Sono ormai diversi gli operatori dell’area pugliese che scelgono di investire nello sviluppo di varietà con licenza puntando su uve senza semi eccellenti in termini di produttività per ettaro, stagionalità estesa, capacità di sviluppare il colore desiderato, gusto che incontra le esigenze dei mercati. «Gli operatori stanno guardando avanti nello sviluppo dei mercati puntando a quello che il consumatore oggi richiede maggiormente – continua Giovanni Grasso – abbiamo aderito ai programmi di questi breeders per un insieme di fattori: sono uve molto croccanti e quindi più amate dai consumatori, la croccantezza non è trascurabile, oggi le nuove generazioni preferiscono uve senza semi e inoltre sono più resistenti perché sopportano meglio le condizioni climatiche come quelle che si sono verificate quest’anno. Sul mercato arriva così un prodotto più gustoso, sempre fresco, più appetibile dal punto di vista visivo oltre che intrinseco».

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I costitutori varietali a loro volta scelgono le aziende che sono disponibili a fare investimenti tra quelle più rappresentative. Rispetto alle prospettive commerciali, le uve senza semi stanno riscontrando sempre più successo e la grande distribuzione organizzata dimostra, spiega sempre Grasso, un forte interesse a promuoverle pur con differenze tra le varie insegne.

«Oggi vedo due linee differenti: ci sono catene, in particolare i discount, che sono più interessate ad essere competitive sul prezzo e altre che invece puntano più su determinati brand con specifiche varietà che hanno caratteristiche in grado di fare la differenza. In prospettiva – conclude Grasso – credo che da qui ai prossimi dieci anni tutte le insegne della grande distribuzione saranno più interessate a varietà a marchio che potrebbero avere prezzi più competitivi sul mercato perché nel frattempo ci sarà più produzione disponibile di specifiche varietà che fanno la differenza. Le catene hanno iniziato questo percorso e stanno influenzando le produzioni».

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