Economia e costi

21 novembre 2025

Rincari cibo, nella top20 anche l'ortofrutta

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La frenata dell’inflazione non basta a dare respiro ai consumatori. L’Unione Nazionale Consumatori, elaborando i dati Istat di ottobre, evidenzia come il carrello alimentare continui a rincarare, nonostante l’indice generale dei prezzi mostri un rallentamento. 

Oggi una famiglia tipo spende 174 euro in più l’anno per l’acquisto dei prodotti di base rispetto allo scorso anno: nella top20 dei prodotti che hanno subito i maggiori aumenti c'è anche l'ortofrutta.

Gli effetti degli shock globali – pandemia, guerra in Ucraina e tensioni mediorientali – restano infatti ancora ben visibili sugli scaffali, con listini che non accennano a tornare ai livelli pre-crisi.

L’inflazione cala, i prezzi alimentari no

L’inflazione annua scende all'1,2%, dall'1,6% di settembre. Ma nella spesa quotidiana la dinamica è molto diversa: gli alimenti e le bevande analcoliche tornano a salire dello 0,1% su base mensile, dopo il lieve arretramento del mese precedente. 

"Non c’è tregua per la spesa più obbligata che ci sia", avverte l’Unione Nazionale Consumatori, sottolineando come il comparto alimentare rimanga tra i più resistenti al rallentamento dell’inflazione generale.

Il punto sull’ortofrutta

L’ortofrutta si conferma una delle voci più delicate del bilancio familiare. Pur non occupando le prime posizioni nella classifica dei rincari più intensi, frutta e verdura mostrano aumenti continui, che si sommano mese dopo mese e incidono in modo diretto sulla spesa quotidiana. 

In particolare, le noci e il prodotto in guscio sono aumentati del 5,9, la frutta con nocciolo del 5,2 e le conserve del 4,6 per cento.

La mancanza di veri cali stagionali e l’aumento dei costi lungo la filiera – dalla produzione al trasporto – mantengono i prezzi su livelli elevati. Per molte famiglie significa pagare di più per prodotti essenziali e non rinunciabili, rendendo il settore uno dei più sensibili ai cambiamenti dell’inflazione alimentare.

I prodotti sul podio dei rincari 

Guardando al quadro complessivo, i rincari più marcati riguardano altre categorie: cacao e cioccolato in polvere (+21,9%), caffè (+20,6%) e cioccolato (+10,1). Seguono preparati con carne macinata, formaggi stagionati e bevande analcoliche, che precedono di poco le carni.

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