In un'analisi per il notiziario del Consorzio Bestack, Claudio Dall'Agata riflette sul potenziale del co-branding come strategia di marketing anche per il settore ortofrutticolo. Partendo da un aneddoto personale e un'intervista all'allenatore di basket Gianmarco Pozzecco, Dall'Agata sottolinea l'importanza di avere una visione ambiziosa e il coraggio di sognare in grande per raggiungere obiettivi inaspettati.
La lezione del co-branding: unire mondi diversi
L'autore porta come esempio la "capsule collection" di costumi da bagno del brand MC2 Saint Barth in collaborazione con Estathè. Questa partnership, che unisce due marchi di settori molto diversi ma con target omogenei, dimostra come il co-branding possa creare un prodotto unico e rafforzare la notorietà di entrambi i marchi, comunicando gli stessi valori.
Questo tipo di collaborazione, già consolidato in altri settori come l'automotive (per esempio la Fiat 500 by Gucci) e il fashion, rappresenta un modo innovativo per raccontare i valori di un brand.
L'ortofrutta e il bisogno di una rivoluzione culturale
Se un costume da bagno può richiamare l'estate di Estathè, perché un frutto non potrebbe trasmettere valori come freschezza, benessere e italianità anche al di fuori dei tradizionali canali di vendita?
Nell'ortofrutta, pochi brand hanno la notorietà necessaria per questo tipo di iniziative. Tuttavia, come sottolinea Dall'Agata, immaginare di poterlo fare è il primo passo. Il brand Melinda ha già intrapreso questa strada con la collaborazione con Love Therapy di Elio Fiorucci.
Una cosa è certa: pur con budget limitati, il settore ortofrutticolo necessita di una nuova consapevolezza e del coraggio di promuovere i propri brand. Immaginare una collaborazione che porti, ad esempio, un frutto iconico su un prodotto di design, è la premessa per una rivoluzione culturale che, pur non avendo ritorni immediati, può costruire un valore profondo e duraturo nel tempo.
In collaborazione con Bestack