Frutta a guscio ed essiccata

05 novembre 2025

Marroni, in Emilia Romagna un'annata di soddisfazioni

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Un’annata di grandi soddisfazioni per i marroni in Emilia Romagna con rese che superano notevolmente quelle degli anni passati e una qualità ottimale. È questo il bilancio della campagna 2025 di Renzo Panzacchi, presidente del Consorzio dell’Appennino bolognese e portavoce dei Consorzi della Regione Emilia-Romagna. 

“Un raccolto che ci riporta alla situazione precedente all’arrivo della vespa cinese che ha provocato danni dal 2029 al 2015. Le piante erano indebolite e hanno avuto bisogno di tempo per recuperare. Già l’anno scorso si è vista una ripresa che quest’anno si è dimostrata ancora più evidente”, spiega a myfruit.it Panzacchi. 

Qualità e quantità: una stagione da ricordare

In tutta la regione, e nell’area bolognese in modo particolare, la resa per ettaro, laddove i castagneti sono in condizioni ottimali, si aggira intorno ai 15-16 quintali, tenendo comunque presente che la densità di castagni per ettaro è molto variabile. L’anno scorso si era attestata intorno ai 10-11. Un aumento considerevole dunque a cui si associa un’elevata qualità dei frutti, sani e privi di funghi interni. 

Un mese di ottobre asciutto ha permesso di raccogliere correttamente, in assenza di umidità, aspetto che ha facilitato anche l’uso di mezzi meccanici. 

“Parecchie aziende si stanno dotando di macchine per sopperire, dove possibile, alla carenza di manodopera. Non è possibile farlo ovunque ma, in media, un buon 50% del raccolto può ormai avvenire così, permettendo anche di abbattere i costi. Viste le difficoltà di trovare personale, credo sia un percorso obbligato. Nel Bolognese, in particolare, negli ultimi 20 si è lavorato molto per spingere i produttori a operare in maniera professionale”. 

Un buon risultato anche quello ottenuto da chi utilizza la lotta biologica con i feromoni. “Nel bolognese abbiamo circa 140 ettari coltivati con questa strategia che comincia a dare risultati. Ha permesso di ridurre anche del 50% i danni da Cydia. Chi non l’ha utilizzata invece ha avuto un raccolto inferiore, anche del 40 o 50%”. 

Dal mercato locale alle richiesta dall'estero

Buona anche la pezzatura, con una maggioranza di calibri fra 70-80 e fra 60-70. Per la maggior parte, confluiranno nella Gdo, ma circa il 40% della produzione viene venduto direttamente nel corso delle tante feste e sagre che vengono organizzate in diversi punti della Regione. 

“Si tratta di un mercato che assorbe una parte importante della produzione. Quest’anno, la stagione, con tante belle giornate di sole, ha attirato numerose presenze”. Qui i prezzi si aggirano dai 6 a 12 euro a seconda del calibro. All’ingrosso, invece, a parità di calibri, i prezzi possono variare dai 6 ai 3 euro. 

Come sta accadendo per tutte le produzioni nostrane, anche i marroni emiliani sono già presenti nella Gdo, ma le vendite non decollano. “La produzione arriva in ottobre. I consumi iniziano appena finisce il caldo. Essenziale quindi la possibilità di avere punti di conferimento per conservare il prodotto. In regione ne abbiamo di ben strutturati che rendono agevole il processo. Noi siamo pronti, con i magazzini pieni, in attesa di un incremento di richieste che si prevede già nei prossimi giorni”. 

Un prodotto premium che è molto richiesto anche nei mercati del nord Europa. Motivo per cui la Regione Emilia-Romagna sta lavorando, insieme ai produttori e ai Consorzi, a un progetto per il recupero dei castagneti in abbandono: migliaia di ettari in tutta la Regione per aumentare la produzione, andando a contrastare anche l'afflusso di quella che arriva da oltreoceano.

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