Politiche agricole

05 settembre 2025

Le associazioni: "La Pac non si smantella, si rafforza"

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Al convegno Quale futuro per la Politica Agricola Comune? organizzato da Akadémeia - Scuola di politiche europee per il governo dei territori - e Federcasse con la collaborazione di Confcooperativee le associazioni degli imprenditori agricoli hanno espresso posizioni simili. In estrema sintesi, hanno bocciato la posizione della Commissione europea e chiesto di tutelare questo strumento storico della politica agricola del nostro Continente. Qui sotto le diverse posizioni.

Confcooperative: "Attenzione alle distorsioni"

L’Europa non può permettersi di rinunciare ad una politica agricola comunitaria. La proposta della Commissione rischia invece di smantellare il principale pilastro della casa comune dell’Unione. L’inserimento delle risorse agricole in un fondo unico segna infatti la fine di una politica agricola comune e prevede anche una riduzione delle risorse dedicate. Questo perché si introduce la prospettiva per cui ogni Stato membro utilizzi un proprio plafond predisponendo piani di sostegno all’agricoltura nazionali, pur se soggetti ad una approvazione comunitaria, con l’inevitabile conseguenza di distorsioni competitive interne tra Stati membri all’interno dell’Unione Europea”. Lo ha detto il presidente di Fedagripesca Confcooperative, Raffaele Drei.

Aspettative tradite

“Ci saremmo inoltre aspettati come cooperazione – ha proseguito Drei - una Pac orientata all’innovazione, al sostegno agli investimenti e alla competitività dell’agricoltura europea, attraverso misure di sostegno e incentivi a percorsi di aggregazione. In questo contesto storico di competitività esasperata per effetto delle politiche e dei nuovi scenari che stanno maturando, l’aggregazione resta a nostro avviso uno strumento indispensabile alle imprese agricole per continuare a stare sul mercato e a portare il made in Italy nel mondo. Purtroppo, di tutto questo nella proposta von der Leyen non c’è traccia. Così come non c’è alcuna garanzia di risorse destinate agli interventi settoriali, da sempre strategici per comparti come vino, olio, ortofrutta e apicoltura, nei quali le esperienze di aggregazione hanno portato a risultati rilevanti. L’attivazione di tali misure specifiche per i settori appare a oggi legata alla volontà dei singoli Stati membri”.

In ultimo, conclude Drei, “leggiamo un sostanziale disimpegno da parte della politica comunitaria sul tema della gestione del rischio attraverso la rivisitazione del fondo rischi, anche questo è un elemento inaccettabile”.

Copagri: si annuncia un autunno pesante

“L’agricoltura italiana, al pari di quella europea, ha vissuto una delle estati più movimentate degli ultimi anni; come se non bastassero le tensioni geopolitiche che agitano da mesi i confini dell’Ue, infatti, il Primario ha dovuto subire il durissimo doppio colpo dei dazi Usa e della riduzione del 20% dei fondi comunitari destinati all’agricoltura, questioni che si sommano alle note e ataviche problematiche con le quali sono costretti a confrontarsi i produttori agricoli e che contribuiranno a creare uno scenario che nel prossimo autunno sarà economicamente pesantissimo, con ingenti aumenti di costi per le aziende e i consumatori”. Lo ha ricordato il presidente della Copagri, Tommaso Battista.

Il presidente prosegue: "Se è vero che sulla Pac non tutto è ancora perduto e molto dipenderà dal lavoro del Parlamento Europeo, che già in passato ha dimostrato di saper fare la propria parte e di dare ascolto alle legittime istanze del settore agricolo, il quadro non è certamente positivo e non lascia ben sperare”, ha osservato il presidente, ad avviso del quale “la riduzione dei fondi destinati all’agricoltura, soprattutto se unita al taglio del bilancio comunitario e all’accorpamento della Pac in un fondo unico in cui far confluire risorse destinate ad altri obiettivi, mette seriamente a rischio la sicurezza alimentare dell’Unione europea, nonché la tenuta e la competitività delle migliaia di imprese agricole dell’Ue”

Cia: continua la battaglia per riforma più ambiziosa. Agricoltura resti centrale in Ue

"Di fronte a crisi geopolitiche, commerciali e climatiche sempre più gravi, l’Europa ha bisogno di una Pac forte e ambiziosa in termini politici e finanziari. È una battaglia che continueremo a portare avanti, lottando contro decisioni che penalizzano il settore. Purtroppo, però, quella che dovrebbe essere un’indiscutibile certezza – ovvero la necessità di una politica agricola adeguata a garantire sicurezza alimentare, ricambio generazionale e vitalità nelle aree rurali – è stata tradita dai fatti. La proposta della Commissione per il post 2027, con l’accorpamento in un Fondo unico e il taglio di oltre il 20% delle risorse dedicate, va esattamente nella direzione opposta”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini

“La preoccupazione è molto alta - ha continuato Fini - Perché la Pac, da sempre pilastro fondante del progetto europeo, oggi rischia di perdere ruolo e identità con le promesse non mantenute di von der Leyen. La scelta di diluirla in un fondo generale, con risorse ridotte e senza un chiaro riconoscimento della sua centralità, apre scenari pericolosi: competizione con altre politiche, disparità tra Stati membri, frammentazione del mercato unico. Un cambio così significativo non è solo una questione economica, ma mette a rischio la tenuta di tutto il sistema agricolo europeo e gli stessi obiettivi strategici dell’Ue su sicurezza alimentare, sostenibilità e coesione territoriale”.


Fonte: Confcooperative, Copagri, Cia

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