Economia e costi

07 novembre 2025

Giovani in agricoltura, in campo nuove figure professionali

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Aumentano i giovani al lavoro nei campi, con un incremento del 18% nel secondo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, evidenziando un ritorno degli under 35 in agricoltura dove le tradizionali mansioni si integrano sempre più spesso con nuove forme legate alla diffusione della digitalizzazione e della multifunzionalità

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione della consegna dei premi Oscar Green regionali che ha inaugurato il grande Villaggio contadino di Bologna, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo. 

L’aumento degli occupati dipendenti under 35 in agricoltura, saliti a 122mila unità, va in controtendenza rispetto al dato generale che vede un calo del 2% dei giovani in tutti i settori, dall’industria ai servizi. 

Le figure professionali richieste

Alle tradizionali attività di gestione delle attività, di raccolta e di allevamento si stanno affiancando nuove figure professionali che vanno da quelle multifunzionali a quelle ad alta specializzazione tecnologica, capaci di supportare le imprese nella digitalizzazione della propria azienda, sfruttando le nuove opportunità offerte dall’agricoltura 4.0

Tra le prime si registra una domanda per profili che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi.

Tra le seconde, alcuni esempi sono il data analyst agricolo che analizza i dati provenienti da sensori e macchine per ottimizzare operazioni e rese. Lo specialista in agricoltura di precisione utilizza gps, satelliti e sensori per gestire le colture riducendo gli sprechi. 

Il prompt manager agronomico professionista supporta le imprese nell’uso dell’intelligenza artificiale per prevedere condizioni, ottimizzare risorse e migliorare la produttività. Sono rilevanti anche lo specialista in sistemi IoT, che coordina dispositivi connessi, e l’esperto in blockchain per l’agricoltura, garante di trasparenza e sicurezza nelle filiere. 

Il consulente per l’innovazione agricola promuove l’adozione di tecnologie e pratiche sostenibili, mentre il consulente per la sostenibilità agricola aiuta a ridurre l’impatto ambientale. Il dronista svolge un ruolo essenziale nelle mappature e nella concimazione aerea. 

Il consulente per le energie rinnovabili sviluppa soluzioni come l’agrivoltaico e il biogas. Infine, il project manager filiere progetta sistemi di tracciabilità e sostenibilità lungo tutta la catena produttiva. A completare il quadro emergono gli specialisti in biotecnologie agricole, cruciali per lo sviluppo di varietà vegetali più resistenti attraverso le tecnologie di evoluzione assistita (Tea). 

Non è un caso se per il 73% l’agricoltura è oggi capace di creare tante opportunità per i giovani, secondo il rapporto 2025 Coldiretti/Censis, una convinzione spinta dalla consapevolezza che il modello delle tipicità locali e lo sviluppo di filiere del cibo nei territori sono in grado di generare sviluppo e occupazione di qualità e, anche, di promuovere sostenibilità e rispetto di ambiente e qualità del vivere sociale. 

La punta più avanzata dalla digitalizzazione dei campi è rappresentata peraltro proprio dalle giovani imprese. Non a caso – sottolinea Coldiretti – secondo l’ultimo rapporto della Rete rurale nazionale la produttività media per superficie delle imprese giovanili italiane è pari a 4500 euro per ettaro, doppia rispetto a quella europea e francese, ma è superiore anche a quella della Germania e soprattutto della Spagna, grazie alla maggiore specializzazione in coltivazioni ad elevato valore aggiunto. 

50mila aziende under 35 in tutta Italia

Secondo un’analisi Coldiretti su dati Centro studi Divulga, sono circa 50mila le aziende under 35 al lavoro nelle campagne italiane. In valore assoluto le regioni con il maggior numero di imprese agricole giovanili sono la Sicilia (6.100 aziende), la Puglia (5.000 aziende) e la Campania (4.800 aziende). 

Una presenza importante che viene però messa a dura prova dai troppi ostacoli che impediscono o rallentano l’ingresso e la continuità nella gestione delle imprese agricole: la mancanza di accesso al credito, la burocrazia, la carenza di infrastrutture e il limitato accesso alla terra. 

“I segnali positivi e la tenacia mostrata dai giovani agricoltori devono spingere l’Europa ad allentare ulteriormente la morsa di una burocrazia che frena gli insediamenti agricoli, specie per le nuove aziende, e che ha un costo in termini di investimenti psicologici e di risorse umane tale da limitare e condizionare il desiderio di fare impresa. Non è più accettabile che le nostre aziende siano vessate da una normativa esasperata e spesso incomprensibile”, ha sottolineato il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo

Prandini: "Servono risorse per accompagnare l'evoluzione tecnologica"

Alla cerimonia di consegna degli Oscar Green regionale è intervenuto anche il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: "Servono risorse per accompagnare l'evoluzione tecnologica all'interno delle nostre imprese e di cui i giovani rappresentano la punta più avanzata - ha dichiarato  - L’aumento del 18% di giovani occupati in agricoltura nell’ultimo anno  è importante perché si collega in modo sempre più evidente anche all'aspetto di carattere tecnologico che riguarda la gestione dei dati, l'utilizzo dei droni, tutto ciò che può connettere la sensoristica, i satelliti, le informazioni digitali".

Prandini si è soffermato sull'importanza dei contadini dicendo che "di agricoltori ne ha bisogno il mondo ma ne ha bisogno soprattutto l'Italia visto che oggi noi siamo il settore in termini economici che ha creato una tenuta di carattere sociale. Se riusciremo a sostenere una giusta redditività al lavoro dei nostri giovani sono convinto che di record e di numeri ne potremo garantire sempre di più in termini di crescita economica, sociale e occupazionale".

Ma c’è anche un’altra innovazione che Coldiretti sta portando avanti e che riguarda anch’essa le giovani generazioni. "Parlo dell’educazione alimentare - ha concluso Prandini - a partire dalle scuole, dove stiamo cercando di rompere un meccanismo dove le aste per la fornitura di cibo nelle mense pubbliche premia costantemente chi offre il cibo che costa meno. Noi dobbiamo premiare chi porta un cibo distintivo e di qualità, garantendone l’accesso a tutti".

“Nonostante le numerose difficoltà, i giovani agricoltori italiani si confermano come i più resistenti all’interno del complesso scenario dell’imprenditoria giovanile e ciò rappresenta una base di partenza fondamentale per affrontare e vincere la sfida del ricambio generazionale”, ha ricordato il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Enrico Parisi.


Fonte: Coldiretti

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