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07 novembre 2025

Export e sostenibilità, il pomodoro di Pachino guarda avanti

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Sostenibilità, innovazione, internazionalizzazione: sono questi gli asset su cui sta lavorando il Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp che promuove uno dei prodotti più rappresentativi della produzione isolana, riconoscibile al palato per il sapore dolce e intenso e una consistenza fragrante. 

Una realtà attenta alle dinamiche di mercato, presente ad alcuni dei principali eventi di settore e attiva sul fronte della comunicazione. Tra gli obiettivi del prossimo futuro, la certificazione Carbon foot print, attesa a breve, per rendere ancora più chiaro e evidente l’impegno della filiera verso la tutela ambientale. Una certificazione che si aggiunge alla Goccia Verde per la sostenibilità idrica in agricoltura, di cui l'Igp pomodoro di Pachino è già in possesso

“Produciamo in serra mediterranea senza utilizzare luce artificiale, riscaldamento o raffreddamento, limitando così l'emissione di Co2. Un progetto portato avanti in collaborazione con l'Università di Messina”, spiega a myfruit.it il presidente, Sebastiano Fortunato. Un sistema agevolato dal clima e dalla posizione stessa di Pachino, a sud della Sicilia orientale, che, da un'indagine Enea, risulta il comune più assolato d'Europa. 

Obiettivo: far crescere l'export

Per il pomodoro siciliano, l’export oggi rappresenta un ambito da tenere sotto stretta osservazione, la cui crescita oggi appare determinante per il futuro del comparto. Al momento, la produzione che varca i confini nazionali non arriva al 10%, ma l’obiettivo del Consorzio è proprio quello di aumentare questo dato, in modo particolare all’interno dei mercati europei, ma non solo: “Se devo pensare a lungo termine – continua - il sogno è quello di riaprire i mercati interdetti al pomodoro italiano quali Federazione Russa, Canada, Stati Uniti e Paesi orientali, come ad esempio il Giappone, e perseguire il principio di reciprocità nei rapporti commerciali con l'estero”. 

Anche Fortunato si unisce dunque alla lunga schiera di produttori italiani che chiedono a gran voce che chi importa in Europa osservi le stesse regole applicate ai prodotti europei, sia in termini di disciplinari sanitari, sia in termini di manodopera, voce che nel pomodoro fresco incide per il 60% sul costo di produzione. 

“I produttori europei sono tenuti ad osservare una miriade di regole e limitazioni mentre i Paesi che esportano a basso costo in Europa quasi sempre non hanno vincoli stringenti come i nostri, soprattutto per quanto riguarda il Green Deal”. 

Questo, per Fortunato, fa sì che riescano a conquistare sempre maggiori quote di mercato a scapito delle aziende europee. Una questione che, come evidenzia Fortunato, non riguarda solo il settore agricolo: “Vari brand importanti sono stati costretti a spostare gli impianti di produzione in quei Paesi”. 


Regole uguali per tutti alla base dello sviluppo

Di recente, alcuni Paesi come Olanda, Belgio e Spagna hanno mostrato interesse verso il prodotto Igp. In particolare, sono stati avviati i contatti una catena di supermercati spagnoli. "Siamo ancora in una fase iniziale, è troppo presto per parlare di replicabilità", ci spiega. Il confronto con la concorrenza estera resta il nodo più grosso da sciogliere. 

“Finché che non saranno applicate le stesse regole a tutti gli importatori, non vedo grandi prospettive. Al momento Paesi come Tunisia, Turchia e Marocco offrono prezzi per noi insostenibili in quanto utilizzano manodopera a bassissimo costo, pratica che in Italia equivarrebbe allo stato di schiavitù”, evidenzia Fortunato. 

Eppure l’export rappresenta uno sbocco determinante per il futuro del comparto. Il mercato italiano infatti non è più in grado, da solo, di assorbire tutta la produzione. “Attualmente abbiamo un volume di pomodoro di Pachino certificato Igp molto superiore alla domanda e questo genera ovviamente grandi criticità”. 

L'apertura a nuovi mercati rappresenterebbe una svolta, rispetto all’attuale dipendenza da quello interno. “Vedo un grosso potenziale in termini di volumi, riequilibrerebbe l'offerta rispetto alla domanda, attualmente insufficiente. Ovviamente, quando si entra in un nuovo mercato, c'è una marginalità molto bassa o addirittura nulla, ma serve a farsi conoscere”. 

Vendita sotto costo: aziende in difficoltà

Le difficoltà riscontare sul mercato hanno spinto diverse aziende consorziate a vendere al di sotto del costo di produzione. “Questo sta mettendo letteralmente in ginocchio le nostre aziende. Ormai siamo costretti a lasciare il prodotto sulle piante perché la domanda è ferma. Certamente allarmismi come quello ingiustamente provocato sulla salmonella non ci aiutano, anzi, ci hanno solo dato il colpo di grazia”.

Sul fronte della salubrità e del controlli, il Consorzio sottolinea che questi rientrano fra gli obiettivi primari e che la scelta di un prodotto a marchio Igp rappresenti una ullteriore garanzia per la salute dei consumatori 

Il Consorzio ha chiesto più volte l'introduzione di prezzi minimi garantiti. Ismea, su incarico del Governo, ha proceduto a una ricognizione. “Hanno richiesto informazioni che abbiamo puntualmente fornito – racconta Fortunato - L'introduzione di prezzi minimi garantiti eviterebbe di essere costretti a vendere sottocosto e sarebbe una importante tutela per tutti i produttori”. 

Nel frattempo il Consorzio lavora anche su altri fronti, puntando alla presenza sul mercato di un prodotto fresco, sano e in linea con la moderna agricoltura. Un prodotto che ha una forte identità territoriale, ma che guarda al futuro. “Innovazione e intelligenza artificiale sono la grande sfida dei prossimi anni, porteranno vantaggi sia in termini di monitoraggio della filiera sia in termini di ottimizzazione dei processi produttivi”, aggiunge il presedente. 

Comunicazione: un progetto con Ita Airways

Non mancano poi le attività di comunicazione. “Per il 2026 stiamo lavorando a una serie di progetti, tra i quali un’iniziativa con Ita Airways, in collaborazione con Origin. Inoltre abbiamo creato una nuova linea da tre chili destinata all'Horeca, sulla quale confidiamo molto”, conclude.

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