Si vende, soprattutto nei siti vicini alle località turistiche, nei mercati ortofrutticoli italiani. La frutta di stagione vede calare i prezzi, ma le quotazioni tengono. C’è tanta offerta di ortaggi e i valori non sono alti, Oggi myfruit.it ha contattato Giorgio Puccia dal mercato primario di Vittoria e Marina Saulle, imprenditrice e presidente di Fedagro Confcommercio Genova.
A Vittoria bene l'uva, ortaggi stabili: "In questo periodo ci sono produzioni in tutta Italia"
Dall'importante mercato di Vittoria la voce di Giorgio Puccia, storico imprenditore del mercato ortofrutticolo della provincia di Ragusa: "Si vendicchia, ma non sono i prezzi della scorsa stagione. Sono in calo. "C’è tanta merce perché in questo periodo si produce in tutta Italia".
Sul fronte commerciale, "il pomodoro a grappolo oscilla fra 0,40 e 0,80 euro il chilo. Le nuove produzioni durano poco: il caldo anticipa maturazione e raccolta, accorcia i tempi e impedisce alla stagione di allungarsi. Ma le alte temperature non sono l’unica causa: in tutta Italia si producono gli stessi articoli, creando una sovrabbondanza di prodotto".
Il pomodoro ciliegino è quotato tra 0,90 e 1,40 euro, mentre il Piccadilly ha buona richiesta ma prezzi contenuti, da 0,50 a 0,80 euro. Il Pixel si attesta intorno all’euro, mentre il datterino rosso extra arriva a 1,40 euro. Il giallo spicca per scarsità, e viene venduto tra i 2 e i 3 euro.
Le melanzane, nella variante tonda, vanno da 0,50 a 0,60 euro; la violetta raggiunge l’euro. I cetrioli “stanchi” partono da 0,50 fino a 1 euro per il prodotto di maggiore qualità. I peperoni, dopo una fase di debolezza con prezzi tra 0,20 e 0,30 euro, si sono ripresi e toccano 0,80-1 euro. Le zucchine restano stabili a 0,50 euro.
Uva a 2 euro, meloni gialletti a 0,30/0,40
"Per l’uva di qualità si segnala una buona tenuta, con quotazioni fra 2 e 2,50 euro al chilo. I meloni gialletti, invece, scarseggiano e si vendono tra 0,30 e 0,40 euro il chilo", conclude Puccia.
E' l'uva la frutta ideale per il mare
Da Genova arriva la voce di Marina Saulle, imprenditrice storica del mercato ortofrutticolo e presidente locale di Fedagro, che racconta come l’estate incida sulle abitudini di consumo e l’andamento delle produzioni. “Genova fa un po’ eccezione - spiega Saulle - qui non abbiamo una città che si svuota. Semmai il turismo aiuta, soprattutto tra Levante e Ponente. Si vende bene in Riviera”.
Tra i frutti più apprezzati dai bagnanti? "Domina l’uva, scelta per la sua comodità: sempre più senza semi, facile da portare in spiaggia e consumare rispetto alla pesca che macchia o alla banana che si rovina". Sulle quotazioni l'imprenditrice sottolinea come i prezzi siano sostenuti per la frutta estiva.
L'uva senza semi quota sui 5 euro, pesche sui 3 euro per i calibri maggiori
Nel comparto dell’uva da tavola nei mercati si registra una presenza interamente nazionale, con prodotto proveniente da Puglia e Sicilia. L’offerta si presenta ampia e diversificata, sia per colore che per caratteristiche organolettiche, con confezionamento prevalentemente in monostrato.
Le quotazioni si mantengono su livelli elevati, soprattutto per le varietà senza semi, molto apprezzate dal consumo fresco. L’uva bianca seedless raggiunge valori fra 4,30 e 4,50 euro il chilo, mentre la rosata senza semi segue a breve distanza con prezzi compresi tra 4 e 4,40 euro. In fascia intermedia si collocano le Vittoria e le Black Magic, entrambe proposte tra 2,50 e 3 euro.
Le pesche più piccole nei mercati italiani stanno sotto l'euro ma si sale ben sopra i 2 con il prodotto di pezzatura media (AA) e si sfiorano e in alcuni casi si superano i 3 euro per le pesche tripla A. In discesa le albicocche ma il buono prodotto si compra a 2,50/3 euro il chilo. Le ciliegie dell'Alto Adige varietà Kordia sono abbondantemente sopra i 5 euro.
Le quotazioni dei meloni: da 1 a 2 euro, l'extra fino a 3 euro. Ampia forbice sulle angurie
Il comparto dei meloni e delle angurie registra in queste settimane una vivace attività commerciale, sostenuta dalla piena stagionalità dei prodotti.
Il melone retato, apprezzato per aroma e dolcezza, è proposto con quotazioni che variano tra 1 e 2 euro il chilo, soprattutto per il prodotto extra proveniente da Mantova, uno dei poli di eccellenza nella produzione italiana. Parallelamente, il melone liscio, anch’esso originario della zona mantovana, mostra una forte tenuta di prezzo: in alcune piazze all’ingrosso raggiunge punte che sfiorano i 3 euro al chilo, segno di una richiesta consolidata per le varietà di qualità superiore.
Per quanto riguarda le angurie, l’offerta risulta ampia e diversificata, sia per origine che per pezzatura. Le quotazioni mostrano una forbice significativa, con prodotto disponibile tra 0,50 e 1,40 euro il chilo, a seconda delle caratteristiche organolettiche, dell’origine e del confezionamento. I valori più elevati si riferiscono alle pezzature extra, in grado di garantire polpa consistente, grado zuccherino elevato e presentazione curata.
Gran varietà per le susine: prezzi da 1,20 a 2,80 euro il chilo
Al Caat di Torino il comparto delle susine evidenzia un’offerta tutta nazionale, con provenienze distribuite tra Emilia Romagna e altre zone d’Italia.
Le quotazioni si mostrano nel complesso vivaci, con prezzi che spaziano da 1,20 a 2,80 euro il chilo. Le susine Obilnaja e le Precoce di Ersinger, entrambe da Emilia Romagna, risultano apprezzate, con valori rispettivamente tra 2 e 2,20 euro e fino a 2,80 euro. Si segnala una buona accoglienza anche per le Black, che si attestano su prezzi fra 2,30 e 2,50. Sul fronte della rinfusa, le Goccia d’Oro e le Rosse mantengono posizioni più contenute, tra 1,20 e 1,40 euro. In fascia intermedia si collocano le Sangue di Drago, fra 1,50 e 1,70 euro.
Agrumi soprattutto di origine estera
Al mercato ortofrutticolo di Torino, l'offerta agrumicola è oggi rappresentata prevalentemente da prodotto estero, proveniente in parte dalle aree mediterranee e in parte dall’emisfero sud. Si tratta di una distribuzione stagionale che riflette le rotte commerciali e la disponibilità globale. Le quotazioni si mantengono su livelli buoni, con valori piuttosto sostenuti nel comparto dei limoni, in particolare per le varietà di origine argentina e sudafricana, che toccano punte di 2,20 euro.
Le arance registrano prezzi compresi tra 1,20 e 1,50 euro il chilo, con varietà come Navel Powell, Navelina e Valencia Late provenienti da Spagna, Sud Africa e Grecia. I limoni, tra cui spiccano le varietà Eureka e il Verdello siciliano, si muovono in un intervallo che va da 1,70 a 2,20 euro. Il limone Sfusato Costa d’Amalfi Igp ha quotazioni sostenute e confezionamento monostrato con foglie sui 2 euro.
Infine, stabile il mercato dei pompelmi sudafricani, sia gialli che rosati, con prezzi che si attestano fra 1,30 e 1,50 euro.
Pere dall'emisfero sud
Al mercato ortofrutticolo di Torino, l'offerta di pere si presenta variegata, con disponibilità di prodotto proveniente sia da paesi europei che dall’America Latina. Le varietà estere dominano il listino, con frutti cileni, argentini e spagnoli accanto alle produzioni nazionali.

Le quotazioni risultano generalmente buone, con punte elevate per la Coscia cilena, che raggiunge i 2,80 euro. Le Abate Fetel provenienti dal Cile si muovono tra 2,40 e 2,60 euro, mentre le Carmen emiliane si attestano su valori fra 2,20 e 2,40 euro. Tra le varietà più diffuse, le William argentine si collocano in una fascia compresa tra 1,70 e 2,00 euro, a seconda del tipo di confezionamento. Infine, le Ercolini Coscia spagnole risultano tra le più convenienti, con quotazioni fra 1,80 e 2 euro.