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16 luglio 2025

Cooperazione e Gdo insieme per i diritti dei lavoratori

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Tra le pieghe di un settore spesso associato a sfruttamento e illegalità, nelle campagne italiane si sta scrivendo una storia diversa. Una storia in cui i diritti dei lavoratori non sono un optional, ma il fondamento stesso della produzione agricola.

È una rivoluzione silenziosa che parte dal basso, dalle cooperative che hanno scelto di mettere l’etica al centro del proprio modello di business, dimostrando che un’agricoltura giusta non è solo possibile, ma anche economicamente sostenibile. 

La sfida del caporalato: un problema sistemico 

Il settore agricolo italiano ha da sempre dovuto fare i conti con una piaga che sembrava ineliminabile: il caporalato. “L'agricoltura è un settore complicato, non c'è da fare i conti solo con le incertezze e i prezzi di produzione, ci sono oggettivi problemi di filiera”, spiega Michele Carletti, ispettore di Bureau Veritas, che da oltre vent'anni si occupa di controlli etici nelle filiere agricole. 

“Il caporalato nasce anche da qui, specie quando c'è l’esigenza di avere tanta manodopera in pochissimo tempo”, continua Carletti spiegando come, in questo contesto, i lavoratori diventano “l’anello debole della catena, sfruttati e taglieggiati”. 

Una risposta pionieristica: la certificazione etica 

Di fronte a questa realtà, alcune aziende hanno deciso di percorrere una strada diversa. Nel 1998, Coop è stata pioniera in Europa nell’ottenere la certificazione etica SA8000, “uno standard che mette al centro il lavoratore, la sua sicurezza e il suo benessere”, ricorda ancora Carletti. 

Ma il passo successivo è stato ancora più significativo: estendere questi criteri a tutta la filiera dei fornitori. “È un tema molto complesso e pieno di aree grigie”, afferma Chiara Faenza, responsabile sostenibilità di Coop Italia, che conferma le parole di Carletti, spiegando che “come Coop, sul tema dell'etica abbiamo iniziato a lavorare nel 1998, quando venne fatta una scelta antesignana di certificazione. Nel tempo, questo approccio si è evoluto e modificato, seguendo il passo”.

Controlli rigorosi per garantire la trasparenza 

Il sistema di controlli messo in atto da Coop va ben oltre gli standard legali. “Al di là dei controlli documentali, una delle prime cose che si fa è chiedere di parlare ai braccianti, in un luogo tranquillo”, spiega Carletti. Un approccio, il suo, che richiede tempo e dedizione, ma che permette di individuare e correggere eventuali criticità. 

A tal riguardo, l’ispettore sottolinea come l’obiettivo non è punitivo, ma educativo. “L'intento non è solo di verificare che non ci siano abusi e irregolarità, ma di accompagnare i fornitori verso una transizione”. 

Il modello virtuoso della Cooperativa Aurora 

Un esempio concreto di questa transizione, che dimostra come sia possibile coniugare etica e business arriva dalla Sicilia, dove la Cooperativa Aurora rappresenta un caso di studio illuminante. “Da cooperativa a cooperativa - come spiega Giuseppe Buggea, presidente di Aurora - Noi siamo una cooperativa di produttori che fanno bene il loro lavoro e Coop è una cooperativa di consumatori, che conosce il mercato e dà a noi fornitori le linee direttive su come muoverci”. 

Fondata nel 1976 a Pachino, questa cooperativa ha costruito un rapporto di fiducia con Coop che dura da 25 anni, basato su valori condivisi e standard qualitativi elevati. La Cooperativa Aurora gestisce oltre 100 ettari in un territorio riconosciuto dall’Unione Europea a marchio Igp, producendo tutte le varietà di pomodoro: dal ciliegino al datterino, dal costoluto al cuore di bue, fino all’oblungo rosso, l’oblungo verde e il tondo liscio. 

L’inclusione di genere come valore aggiunto

Ma se il prodotto specifico rappresenta un’eccellenza italiana riconosciuta, uno degli aspetti più interessanti del modello Aurora è, invece, qualcosa di meno appariscente ma altrettanto importante: l’attenzione all’inclusione di genere

“È una cooperativa prettamente femminile. Ci sono circa 80 donne su 100 addetti”, spiega ancora Buggea, che mostra come l’approccio alla gestione del personale sia rivoluzionaria: “‘Prima i bambini, poi il lavoro’ è il nostro motto. Tutte le donne madri, prima devono pensare ai bambini e poi possono recarsi al lavoro. Hanno massima flessibilità oraria”. 

E questo approccio ha portato risultati straordinari, tanto che “il fatturato è cresciuto del 110% nel 2022, da 9 milioni a 20 milioni in tre anni”. Le parole del presidente dimostrano come l’attenzione ai diritti dei lavoratori non sia da considerare un costo, ma un investimento. Una filiera davvero etica tra test di qualità e lotta al caporalato. 

La qualità del rapporto con Coop si riflette, poi, necessariamente anche negli alti standard produttivi. “Ogni pomodoro all’interno di una cassetta ha subìto un final test e ci sono consumatori che hanno espresso il loro giudizio - spiega ancora Buggea - La filiera qui è veramente corta: dalla produzione al consumo in un solo passaggio. E quel pomodoro nella vaschetta è tracciato a 360 gradi”.

Un ulteriore elemento che distingue, poi, Aurora come esempio di best practice, lo mette in luce il presidente Buggea, riferendosi all’assenza di problematiche legate al caporalato. “Uno dei motivi per cui non c'è caporalato è che la manodopera è familiare, e rispettiamo tutti i valori etici previsti per legge ed emanati da Coop”. 

Una scelta etica che fa la differenza

Oggi, dunque, quando si sceglie un prodotto a marchio Coop, si compie una scelta che va oltre la qualità del prodotto. Si sostiene un modello di filiera che mette al centro la dignità del lavoro, l’inclusione sociale e la sostenibilità ambientale. 

Come sottolinea Chiara Faenza, “è fondamentale l'interazione tra gli stakeholder della filiera”, un approccio che sta dimostrando come sia possibile costruire un’agricoltura più giusta. La storia della Cooperativa Aurora e di tante altre realtà simili che riforniscono Coop, dimostra quindi che l’utopia di una filiera etica può diventare realtà. Basta volerlo davvero e impegnarsi concretamente per realizzarlo. Un pomodoro alla volta, se necessario.


Fonte: Today.it

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