Scovare nuove origini per prodotti che intercettano trend di consumo fortemente crescenti, valorizzare i propri brand e cercare di aumentare sempre di più il consumo di prodotti salubri. Sono alcune delle principali sfide che secondo Matteo Colombini, Co-Ceo e Cfo del Gruppo Orsero, storica azienda leader nell’Europa mediterranea per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, deve inseguire costantemente.
Un gruppo che copre l’intera catena del valore
Il manager è intervenuto durante la quinta edizione del Pambianco Wine & Food Summit, che si è svolto nelle sale di Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, a Milano. Nel suo intervento, intervistato da Barbara Lunghi, head of primary markets Italy Borsa Italiana, Colombini ha illustrato gli asset principali del Gruppo e sottolineato come ormai due terzi delle attività siano all’estero considerando le strutture situate in Francia, nella Penisola Iberica e in Grecia, mercato sempre più importante, nonché la costola presente in Messico che produce e fa packaging di avocado per l’esportazione negli Stati Uniti.
Armatori, poiché proprietari di 4 delle 5 navi con le quali importano frutta e verdura, ma allo stesso tempo dotati di una complessa rete logistica con oltre 20 centri di distribuzione presenti in tutta Europa nei quali vengono stoccate, lavorate e refrigerate più di 860mila tonnellate di merce per un totale di circa 300 referenze, il Gruppo Orsero serve circa 10mila clienti a partire dalle catene della Gdo, ma anche il canale tradizionale, grazie alla sua presenza in 37 stand situati nei principali ortomercati europei. Un settore, quest’ultimo, che continua a essere fondamentale per il gruppo dato che vale il 50% dei ricavi complessivi.
Nel 2024 il Gruppo ha chiuso con 1,5 miliardi di euro di fatturato e quest’anno le previsioni sono di arrivare a 1,7 miliardi.
Le sfide e le opportunità per il futuro
“Per noi la ricerca e sviluppo è un fattore un po' particolare, nel senso che siamo all'interno di un mondo di commodity, dove la ricerca della novità è anche molto legata all'origine da cui provengono i prodotti”, ha spiegato Colombini. E, quindi, spazio alla ricerca di nuove origini per prodotti che rappresentano trend crescenti.
“Recentemente su alcuni periodici nazionali si legge che la Sicilia sta diventando una zona di produzione di prodotti esotici, come avocado, mango e banane. A dire il vero ci sono anche lichis, sebbene in piccolissima quantità. Questo è uno degli esempi, noi siamo stati tra i primi a scoprire la Sicilia per l'avocado, sono anni che ormai abbiamo una partnership molto importante con una famiglia siciliana”.
Un esempio, quello della Sicilia, esemplificativo di una ricerca che viene effettuata da specifici product manager del Gruppo che girano il mondo alla ricerca nuove zone, nuovi Paesi e nuovi prodotti da proporre ai clienti.
Se la valorizzazione dei propri brand è naturalmente importante, in un settore, quello ortofrutticolo, dove in realtà ne esistono pochi di realmente affermati e conosciuti dai consumatori, secondo Colombini è fondamentale da una parte spostare la gamma prodotti su trend di consumo fortemente crescenti (“le pere purtroppo sono in flessione per varie motivazioni di consumo e varietali e perdono il 3-4% l’anno, mentre prodotti come l'avocado crescono del 20%” dice), e dall’altra parte essere sponsor dell’intera categoria ortofrutticola: “L’incremento di un maggior consumo di prodotti salubri è la nostra mission”.
Perché lo sbarco in Borsa?
Ovviamente, nella sede della Borsa di Milano, non poteva mancare una domanda relativa allo sbarco sui mercati azionari da parte di Orsero, avvenuta nel 2017 su AIM Italia e poi nel 2019 proseguita con il passaggio sul mercato Euronext Star Milan.
“La motivazione per cui noi siamo approdati alla Borsa è stata la necessità e la volontà da parte della famiglia azionista di rilanciare il gruppo e di tornare a farlo crescere con la raccolta di capitali – spiega ancora Colombini – Senza non avremmo potuto fare quello che abbiamo fatto sino ad oggi. Inoltre, abbiamo potuto guardare anche al mondo delle M&A”.
Tra gli aspetti positivi della quotazione in Borsa, secondo Colombini, anche la necessità di essere molto chiari con se stessi nella comunicazione delle proprie strategie. “La Borsa ci chiede costantemente non solo i numeri dei quarter e di breve termine, ma soprattutto una visione strategica: tutte informazioni che poi vengono successivamente verificate per valutare la nostra coerenza. Questo ci ha permesso di fare al nostro interno un processo di chiarezza che probabilmente sarebbe avvenuto lo stesso, ma con tempi di certo più dilatati”.