Maxi inchiesta sull’Op Alma Seges. Arrestate 12 persone, sequestrati oltre nove milioni di euro. Scossa l’intera filiera agroalimentare della Piana del Sele tra Eboli e Battipaglia. Agli arresti domiciliari sono finiti Aristide Valente, Pasquale Attianese, Salvatore Attianese, Gennaro Bianchino, Concetta Bianchino, Annamaria Cascone, Maurizio Gentile, Alba La Brocca, Guglielmo Francesco Noschese, Antonio Pezone, Giuseppe Russo e Valcacer Massimo.
I componenti del Cda di Alma Seges sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Unione europea. L’impianto di via Campolongo fattura 40milioni di euro a fronte di 15 dipendenti. Da questi numeri è partita l’indagine nel 2018. Per gli investigatori, l’Alma Seges è una sorta di fatturificio.
La figura centrale dell’inchiesta è Aristide Valente, di origine napoletane ed ebolitano di adozione da quindici anni. Il deus ex machina dell’Alma Seges è lui. Figura di spicco dell’inchiesta è anche Gennaro Bianchino, titolare di un’azienda agricola.
L'analisi di Sud Tv
Questo il testo pubblicato dalla testata La Città di Salerno, nel giornale Sud Tv invece si legge e si sottolinea che l'Op è conosciuta da 20 anni a livello internazionale con centinaia di soci e migliaia di posti di lavoro creati. Un punto di riferimento per la Piana del Sele. E si sottolinea che si "mette a rischio un settore di grande rilevanza strategica".
Il riferimento anche al fatto che gli imprenditori vengono accusati di avere fatturato con l'Op mentre al contrario dovevano contabilizzare con la loro azienda. "Un problema sistemico" scrive chi conosce la realtà locale e pensa alle conseguenze sul settore e i posti di lavoro.
Il giornale prende posizione e scrive della necessità di una riforma per "chiarire e semplificare le norme che regolano le Op". Insomma si teme che le accuse degli inquirenti poi non trovino un riscontro e nel frattempo si mina l'operatività di aziende e di un settore strategico per il territorio e la comunità.
Fonte: La Città di Salerno e Sud Tv