Agea ha proposto alle Regioni un sistema nazionale integrato che, partendo dalla condivisione dei dati sul Sian (Sistema informativo agricolo nazionale), crea quel volano operativo e gestionale in grado di finalizzare il concetto di semplificazione. Se, infatti, l’obiettivo è quello di semplificare, va da sé che la direzione è quella che vede l’assicurazione di maggiore accessibilità operativa, una più rapida efficienza amministrativa e la costante erogazione dei benefici per le aziende agricole. L’interesse perseguito è quello degli agricoltori.
Eppure, in alcune regioni, la mancata o non corretta integrazione delle informazioni relative tanto agli aiuti Pac – gestiti da Agea Pagatore – quanto, per esempio, ai contributi regionali relativi al carburante agricolo – gestiti dalle Regioni -, determina possibili disallineamenti che causano ritardi nei pagamenti.
Il circolo vizioso
La situazione sembra un circolo vizioso: perché alcune Regioni, nonostante abbiano a disposizione gli strumenti per conseguire quell’interesse dell’agricoltore a cui l’intero sistema tende, non rispondono in modo altrettanto lineare? Perché è necessario costringere l’agricoltore a una duplicazione dell’inserimento dei dati (sul SIAN e sul GARI, in Umbria) a fronte di una scelta regionale di attivare, con ulteriori costi di realizzazione e di gestione, un diverso sistema informatico che crea un disservizio, un disallineamento e causa di ritardi nei pagamenti?
Il fascicolo aziendale è sul Sian; dal Sian si trasferiscono le informazioni della consistenza aziendale degli agricoltori alle Regioni che sono così in grado di leggerle, utilizzarle e attivare i processi di erogazione, per quanto di loro competenza, dei contributi che gli agricoltori richiedono attraverso tutte le domande degli interventi a superficie comunitarie, nazionali e regionali.
Quali criticità?
Il Sian è la piattaforma nazionale di riferimento, costantemente aggiornata e progettata per garantire uniformità, efficienza e tracciabilità nella gestione dei procedimenti agricoli a livello nazionale e regionale. Di certo, elementi di criticità possono intervenire e su questi occorre il lavoro corale di tutti gli interlocutori. Continuare a puntare il dito contro le attività di Agea può, allora, essere interpretato come scanso di responsabilità proprie? Miopia di gestione operativa? Confusione tra obiettivi territoriali e impostazioni di parte?
Agea continua a confermare la piena disponibilità a collaborare con le Regioni, nell’ottica di migliorare ulteriormente l’integrazione dei sistemi nell’interesse degli agricoltori e dell’intero comparto.
Fonte: Agea