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Il punto di Fruchthandel

La pratica rende perfetti…

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Autore Redazione

Schotten: “La migliore educazione alimentare è quella che non si nota”

La crisi dei consumi di frutta e verdura in Germania si sta lentamente attenuando? La risposta di Michael Schotten, dalla pagine di Fruchthandel, è quanto di più ottimistico si possa avere. Vale a dire, c’è la luce alla fine del tunnel, visto il continuo calo dell’inflazione. E la svolta potrebbe essere imminente.

Ma non c’è modo di saperlo con certezza, dice Schotten, anche se gli ultimi indicatori lasciano ben sperare. Il calo dei prezzi dei prodotti energetici e alimentari ha recentemente fatto scendere l’inflazione al 2,2%, il dato migliore da maggio 2021.

Se anche i consumi dovessero tornare a crescere nel breve periodo, però, sarebbe una crescita davvero sostenibile? Michael Schotten ne dubita fortemente. “In passato, la crescita delle vendite nel settore ortofrutticolo è stata per lo più guidata dai prezzi, e il numero crescente di promozioni e sconti nella vendita al dettaglio di prodotti alimentari può solo cercare di compensare, più o meno, i volumi di vendita generalmente stagnanti”, scrive.

Questo accadeva anche prima delle crisi. La costante discussione sui prezzi suggerisce anche che i prodotti ortofrutticoli sono troppo costosi in tempi non di crisi. Questo porta a un continuo squilibrio nella visualizzazione dei prezzi e pone l’industria in una costante necessità di spiegazioni.

I conti non tornano

Problemi di comunicazione per prodotti che in realtà sono offerti a un prezzo troppo basso rispetto al loro valore aggiunto per la società, precisa Schotten. Cosa si può fare, dunque?

Invece di guardare sempre al prezzo nel breve termine, dobbiamo riconoscere che abbiamo un problema molto più strategico e a lungo termine. E cioè: il basso consumo di frutta e verdura in quanto tale.

Consumi, Germania a metà classifica

Secondo il Freshfel Consumption Monitor, il consumo di frutta e verdura in Germania si colloca al massimo a metà classifica nel confronto con l’Ue, mentre Paesi come il Belgio, il Portogallo, l’Italia e la Spagna ne consumano in media molto di più, persino più dei 400 grammi al giorno raccomandati dall’Oms.

Con poco meno di 290 grammi, i tedeschi molto lontani da questo valore. Ogni anno, l’obesità causa costi diretti e indiretti alla società per un totale stimato di 63 miliardi. Un motivo sufficiente per agire. Tanto più che la situazione tra i bambini e gli adolescenti è ancora più preoccupante.

Secondo il BMel (The Federal Ministry of Food and Agriculture, ndr) i giovanissimi consumano il doppio di dolci e snack e solo la metà di frutta e verdura rispetto a quanto raccomandato. Le norme e i limiti nazionali per la pubblicità degli alimenti sono importanti a questo proposito. Tuttavia, possono essere solo un elemento del mosaico complessivo.

È dunque più utile porre le basi per un’alimentazione più sana fin dalla più tenera età. Quando, cioè, le abitudini alimentari non sono ancora radicate. A questo proposito, la campagna “KidsMarktstand”/“KidsKaufladen” a Lipsia con il titolo “Più sano del cioccolato” ha l’approccio giusto per rendere i prodotti appetibili ai futuri acquirenti di frutta e verdura. È divertente provarli e conferisce loro la necessaria dose di responsabilità personale, in modo informale e senza avere la pretesa di insegnare. La migliore educazione alimentare è quella che non si nota nemmeno.

Fonte: Fruchthandel Magazin

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