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Il punto di Fruchthandel

Export agrumi, il caso Sudafrica

La fine anticipata della stagione commeriale più che una offerta di pace all’Ue e alla Spagna sembra svelare una certa insofferenza

L’editoriale di Michael Schotten sul numero 37/38 di Fruchthandel Magazin prende in considerazione le esportazioni di agrumi dal Sudafrica.

Nelle ultime settimane, infatti, questo tema – in particolare le spedizioni di arance verso l’Ue – è stato al centro del dibattito del settore frutticolo internazionale, anche perché quest’anno il Sudafrica ha annunciato di terminare più che puntualmente la sua stagione agrumicola.

Offerta di pace?

Le arance e gli altri agrumi non sono prodotti qualsiasi, il Sudafrica e la Spagna non sono Paesi fornitori qualsiasi e la Germania e l’Unione europea non sono mercati di vendita qualsiasi.

Nel suo annuncio, il settore sudafricano degli agrumi ha spiegato che la fine anticipata della stagione è stata anche una sorta di offerta di pace all’Ue e alla Spagna sullo sfondo di relazioni commerciali piuttosto tese. Ha poi aggiunto che il rischio di possibili carenze e di un aumento dei prezzi al consumo è ora a carico dei fornitori dell’emisfero settentrionale. Tra le righe di questo presunto messaggio di pace è però evidente una certa insofferenza.

In effetti il Sudafrica è sempre più infastidito dai regolamenti dell’Ue sul trattamento del freddo e non è l’unico Paese ad accusare l’Unione europea di un marcato protezionismo, ripetutamente sollecitato dalla Spagna.

D’altra parte, il Sudafrica ha molto in gioco, è costretto a investire pesantemente in infrastrutture logistiche e di refrigerazione, molti posti di lavoro sono a rischio. Anche la Spagna è parecchio esposta, anche perché negli ultimi anni Paesi fornitori come l’Egitto hanno conquistato ampie quote di mercato grazie a strutture più economiche. Il che significa mettere sotto forte pressione la produzione spagnola.

Tuttavia, il rischio delle infestazioni parassitarie non è da sottovalutare e quindi le argomentazioni della Spagna e dell’Ue devono essere prese decisamente sul serio. La posta in gioco è troppo alta, come dimostrano i recenti ritrovamenti di Diaphorina citri a Cipro, responsabile del devastante Greening degli agrumi.

Certo, la tempistica di alcuni interventi dell’Ue in passato poteva sembrare un po’ filo-spagnola. Comunque sia, il Sudafrica, nel corso della discussione sulla macchia nera degli agrumi, ha deciso anni fa di diversificare il suo panorama di esportazioni e di ridurre la sua dipendenza dall’Europa.

Nel 2024 Sudafrica primo fornitore di limoni per la Cina

Il recente vertice dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Südafrica) ha mostrato ancora una volta dove gli agrumi sudafricani possono essere esportati. Il Sudafrica prevede di diventare il principale fornitore di limoni della Cina già nel 2024, con un totale di spedizioni di agrumi già pari a mezzo milione di tonnellate.

Anche il mercato russo sta vivendo da anni una forte crescita. Solo in India gli elevati dazi all’importazione rappresentano ancora un ostacolo.

Quale potrebbe essere la conclusione? Forse questa: il Sudafrica agisce saggiamente solo se si procura alternative per le sue esportazioni di agrumi, ma ovviamente non rinuncerà al mercato europeo. E nemmeno gli acquirenti delle grandi catene di supermercati europei sarebbero d’accordo. Tuttavia, non si può escludere che in futuro il Sudafrica possa chiudere la stagione delle esportazioni ancora prima.

Fonte: Fruchthandel Magazin

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