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Distretti del cibo, siglato il patto di Matera, l’Italia rinasce dai territori

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Autore Redazione

Marchi (Masaf): “Entro luglio la convocazione del tavolo tecnico”

E’ una vera e propria chiamata a raccolta quella della consulta nazionale dei Distretti del cibo che, a chiusura dei lavori durati tre giorni nella capitale lucana della cultura, sigla il patto di Matera per un percorso di sviluppo sostenibile del nostro Paese puntando su tre asset: buon cibo, bellezza del paesaggio rurale e unicità del patrimonio culturale. E Matera diventa anche la capitale della ruralità.

Cibo, cultura e territorio

“Con il patto – dichiara Angelo Barone, presidente della consulta – vogliamo affermare la contaminazione tra cibo, cultura, comunità locali e paesaggio: un patrimonio condiviso che imprese, enti locali, istituzioni, associazioni e cittadini, possono difendere e valorizzare anche attraverso il sistema dei distretti del cibo. Da oggi si lavora per mettere a sistema strategie, il prossimo appuntamento in Piemonte nella primavera del 2024″.

Nella giornata conclusiva, anche giornata mondiale della gastronomia sostenibile, sono intervenuti, tra gli altri, Maria Chiara Gadda, vicepresidente commissione Agricoltura camera dei deputati, Sergio Marchi, responsabile Segreteria Tecnica Masaf, delega Unesco. Sono stati ambasciatori dell’iniziativa il musicista Paolo Fresu e il poeta Franco Arminio.

Qualità e biodiversità

“La presenza del ministero non è solo simbolica ma significativa – dichiara Marchi  – L’Italia non vince la sfida globale sulla quantità ma siamo grandi sotto il profilo della qualità, della biodiversità. Non parliamo solo di cibo ma di una sfida culturale basata su progettualità e su formazione dei giovani. Il lavoro della Consulta e dei Distretti del cibo è certamente importante. A questo punto va formalizzato il nostro impegno per camminare insieme lungo il percorso intrapreso. Convocheremo entro luglio il tavolo tecnico con il partenariato  della Consulta”.

“In questi  tre giorni abbiamo raccontato il ruolo del paesaggio agricolo per la crescita economica e sociale dei territori – specifica Piermichele La Sala, coordinatore del comitato  scientifico Cndc – quello dei distretti per lo sviluppo agricolo e rurale locale, nell’ambito della politica agricola Ue, per favorire la crescita dei sistemi produttivi e lo sviluppo equilibrato delle zone rurali”.

“L’Italia deve rendere complementari e sinergiche le plurali identità territoriali, le realtà urbane con quelle rurali, le città d’arte e di cultura con i borghi e i paesi delle aree interne – aggiunge Luca Fabbri, coordinatore tecnico Cndc– In questo modo si potrà organizzare un sistema paese capace di far leva sulle peculiarità originali della nostra capacità di accoglienza e delle nostre produzioni agroalimentari, esaltando i tratti della convivialità e della tipicità, della tracciabilità, della genuinità, del legame inscindibile territorio-storia-cultura”.

“Attorno al cibo nasce la storia di ogni comunità – ricorda Gianni Capalbi, presidente del Distretto Colline e Montagne Materane che ha fatto gli onori di casa –La tavola è un luogo significativo per imparare la socialità e apprezzare l’identità alimentare di ogni territorio. Il nostro paese è ricco di esperienze di comunità che si sono stratificate nelle piazze e nei cortili. È da questo tessuto che occorre ripartire oggi”.

Tra colline e montagne c’è agricoltura

Il territorio italiano è costituito per il 76,8% da aree collinari e montane di cui le aree rurali rappresentano più dell’80% per cento e in cui la produzione alimentare contribuisce a determinare le caratteristiche sociali, ambientali e paesaggistiche. Un contesto dove le comunità locali svolgono un’opera insostituibile di presidio e cura del territorio e conservano una ricchezza di prodotti, saperi, tradizioni e paesaggi veramente unica, tanto che qui sono nate e stanno crescendo le espressioni imprenditoriali migliori di quella green economy sempre più concreta, a partire proprio dal mondo dell’agroalimentare.

“Il 15% del territorio, poi, è costituto coltivazioni bio – sottolinea Ignazio Garau, vice presidente Cncd –  Il Bio-distretto è una realtà presente all’interno della Consulta e ne ha tracciato sin dall’inizio il percorso, avendo avuto da sempre la visione di passare dalla conversione della singola impresa all’intero territorio”.

La giornata nazionale dei Distretti del cibo ha accolto anche un evento per sensibilizzare le persone sullo spreco alimentare al centro mensa della Fraternità Don Giovanni Mele ed è stato organizzato un pranzo con i prodotti dei territori dei Distretti del cibo, a favore delle famiglie e persone indigenti della Comunità. I produttori dei Distretti in collaborazione con il mercato della terra di Slow Food e alla comunità emblematica della dieta mediterranea hanno inoltre proposto a tutti i partecipanti degustazioni guidate.

L’evento della Consulta è stato realizzato in collaborazione con il Crea Politiche bioeconomia, il Dagri dell’Università di Firenze e la sua cattedra Unesco sul paesaggio agricolo, l’associazione dei Paesaggi rurali storici, l’associazione dei beni italiani patrimonio mondiale, l’istituto centrale per il patrimonio immateriale del Mic, la comunità emblematica Unesco sulla dieta mediterranea di Pollica, i rappresentanti dell’European rural parliament Italy e con il patrocinio della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Anci, Regione Basilicata, Provincia e Comune di Matera e Apt Basilicata.

Fonte: Distretti del cibo

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