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Trend e Mercati

Arance, l’offerta al ribasso gonfia i listini

Secondo i dati di Ismea nella campagna 2022-23 il prodotto interno scarseggia (-25%). Salgono i prezzi e le importazioni

Per le arance italiane quella in corso non è una buon campagna. Rispetto all’annata precedente il raccolto è infatti inferiore del 25 per cento, il che si traduce in un aumento generalizzato dei listini all’origine rispetto alla stagione 2021-22. Non solo: a salire sono anche le importazioni. A dirlo è Ismea, che con il report tendenze agrumi rileva un aumento dei prezzi nelle principali piazze e per le varietà più significative.

Il contesto globale

La produzione mondiale di arance 2022-23 è stimata in 47,5 milioni di tonnellate, in flessione del 5% rispetto alla scorsa campagna. A pesare è la riduzione dei raccolti in Brasile, negli Usa e nell’Unione europea. Quanto a quest’ultima, si tratta di una produzione complessiva stimata in 5,9 milioni di tonnellate, il che significa -13% rispetto alla campagna precedente. A questo risultato contribuiscono, in maniera negativa, le condizioni climatiche avverse registrate in Spagna e Italia nel corso del 2022.

I consumi interni

La riduzione dell’offerta di arance nazionali trova riscontro anche nei dati relativi agli acquisti di arance confezionate tra ottobre 2022 e gennaio 2023. Nel periodo in esame gli acquisti hanno sfiorato quota 75 milioni di chilogrammi (fonte Ismea e Nielsen IQ),

In questo lasso di tempo si registra un calo del 5,8% rispetto all’anno precedente. L’incremento del prezzo medio di vendita – pari al +8% su base annua – ha determinato tuttavia l’aumento della spesa dell’1,8 per cento. Una tendenza diversa emerge dal confronto dei dati medi delle vendite del periodo ottobre 2022-gennaio 2023 con quelli medi dell’ultimo triennio: gli acquisti in volume sono cresciuti dell’1,8% mentre la spesa è aumentata di circa l’11%, grazie al rialzo del prezzo medio al dettaglio (+9%).

La situazione per singola varietà

Più in dettaglio, per le arance del gruppo Navel la situazione è molto diversa nelle principali aree di produzione. In Calabria si registra una forte crescita dei listini all’origine sia rispetto alla campagna precedente, sia rispetto al dato medio delle ultime tre campagne. In Sicilia, sulla piazza di Catania, dopo il buon esordio di novembre, si è verificata una contrazione delle quotazioni che sono tornate ai livelli della campagna precedente, ma comunque al di sopra del dato medio delle ultime tre campagne, +16,7% a febbraio. Di contro, in Puglia, sulla piazza di Taranto, si registrano prezzi medi mensili in calo sia rispetto alla campagna precedente sia rispetto al dato medio delle ultime tre campagne.

L’import vola

I dati relativi ai primi due mesi della campagna in corso, coerentemente alla scarsa disponibilità di prodotto nazionale, restituiscono un forte aumento delle importazioni di arance e il calo delle spedizioni verso l’estero.

Già nella campagna 2021-22 le importazioni in quantità di arance sono cresciute del 44% rispetto al 2020-21, ma solo del 3% circa rispetto alla media delle ultime tre campagne, attestandosi a circa 195 milioni di chilogrammi. Se si considera anche l’effetto determinato dalla riduzione del prezzo medio del prodotto importato (-6%) la crescita della spesa è stata del 35 per cento. L’aumento delle importazioni ha interessato soprattutto i paesi fornitori del Bacino del Mediterraneo (Spagna ed Egitto) e quindi il prodotto di stagione. Per quanto concerne le importazioni di prodotto fuori stagione, si registra il ridimensionamento degli approvvigionamenti dal Sudafrica mentre crescono quelli da Argentina e Zimbabwe che si attestano in settima e nona posizione tra i fornitori dell’Italia. Crescono anche le forniture provenienti da Paesi Bassi e Germania che triangolano in Italia le arance provenienti dall’emisfero australe.

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