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Trend e Mercati

Insalate di IV gamma: il 25% delle famiglie italiane non le acquista

Con Daria Lodi (Cso Italy) una panoramica a 360 gradi sui consumi domestici in Italia nel 2019. I dati presentati a Novel Farm di Pordenone

Se i consumi interni di ortofrutta non brillano, le specie che stanno facendo innovazione evidenziano segnali positivi. E la IV gamma è per eccellenza ad alto tasso di innovazione, non solo di prodotto, ma anche nel packaging e nella comunicazione. Eppure, l’anno scorso in Italia il 25,6% delle famiglie non ha acquistato insalate di IV gamma. Oltre a confermare gli acquirenti attuali, nel prossimo futuro sarà dunque prioritario conquistare quel quarto della popolazione che oggi non acquista IV gamma. Come sarà importante soffermarsi sulla reale efficacia di un’ampia segmentazione dell’offerta e su grammature e materiali delle confezioni. Sono queste le conclusioni di Daria Lodi, sezione statistica e osservatorio di mercato del Cso Italy, intervenuta al convegno organizzato nell’ambito di Novel Farm a Pordenone, per parlare dei consumi di IV gamma in Italia. Con lei commentiamo i dati salienti.

“Il comparto ortofrutticolo non sta attraversando un periodo particolarmente felice – spiega– Anche nel 2019 il mercato interno ha visto per una contrazione dei volumi acquistati delle famiglie italiane per il consumo fresco pari al 3,5%. L’acquisto medio nazionale per famiglia è stato di circa 234 chili di frutta e verdura (-4% sul 2018) con una spesa per nucleo familiare di 437 euro (-2% sul 2018)”.

Se la IV gamma rappresenta una piccolissima nicchia all’interno della frutta, quando parliamo di verdure la situazione migliora: la IV gamma insalate, infatti, occupa la 13esima posizione, preceduta da specie rilevanti come melanzane e peperoni e seguita a ruota dai cavolfiori. E poi bisogna considerare i volumi – sempre meno marginali nel contesto orticolo – della IV gamma di altre verdure e le miste elaborate.

“I trend – dice l’esperta di Cso Italy – vedono la IV gamma insalate miste sostanzialmente stabile (47mila ton acquistate), le semplici (composte da una sola tipologia di foglia) in crescita per tutta la serie storica (37mila ton nel 2019) e le altre verdure (spinaci, carote e zucchine) che, con 38mila ton, mostrano una propensione alla crescita. Le miste elaborate (2.400 ton) sono invece stagnanti. Chiude la frutta che, nel suo piccolo (3.200 ton), sta mostrando un buon tasso di crescita”.

Concentrandosi su insalate miste e “semplici monofoglia”, che l’anno scorso hanno registrato un consumo in sostanza stabile di oltre 84 mila tonnellate, Daria Lodi sottolinea come in soli quattro anni sia decisamente diminuito il prezzo medio di acquisto, passando dai 7,06 euro il kg del 2016 ai 6,49 del 2019. L’acquisto medio di ogni famiglia nel 2019 ha raggiunto i 4,4 kg di insalate in IV gamma e la categoria un indice di penetrazione pari al 74,4%.

Quando e dove

Gli acquisti di insalate di IV gamma prevalgono nel secondo e terzo trimestre (primavera ed estate) mentre soffrono nei primi tre mesi dell’anno e soprattutto nel periodo da ottobre a dicembre. La distribuzione geografica vede prevalere il Nord-Ovest dove si accentra il 34% degli acquisti con una penetrazione che supera l’80%, segue il Centro con il 27% degli acquisti e il record di consumo per famiglia (5 kg). Quindi il Nord-Est con il 23% delle quantità nazionali e una penetrazione dell’80%. Chiudono il Sud e la Sicilia con il 16% dei volumi e un indice di penetrazione inferiore di 20 punti percentuali rispetto alle regioni del Nord e un acquisto medio di 2,8 kg.

Dove viene acquistata la IV gamma insalate?

“La quasi totalità dei volumi è a vantaggio della Gdo, visto che è praticamente assente in quei canali distributivi che non sono in grado di mantenere la catena del freddo – osserva Daria Lodi – Nello specifico con il 53% i supermercati detengono le quote maggiori, seguiti dai discount con 31%, gli iper con il 12% e superette o piccole superfici con il 4% delle quantità. Rispetto al passato, dunque, iper e super subiscono una diminuzione delle quote, mentre i discount aumentano del 12% rispetto al 2018 raggiungendo le 26mila tonnellate”.

Dal 1998 Cso Italy monitora con rilevazioni settimanali un campione di punti di vendita della grande distribuzione nazionale. “Se analizziamo i dati rilevati presso un Esselunga di Bologna, ad esempio, mediamente sono presenti 110 referenze di ortofrutta in IV gamma, di queste la metà è di insalate in vari formati e tipologie, 40 di tutte le altre e una decina sono di frutta ready to eat. È pertanto evidente una crescita costante nella proposizione: in poco più di 10 anni la scelta nel pdv è aumentata di 20 referenze, che equivalgono a circa il 60% in più. La situazione cambia se prendiamo in esame un Lidl di Milano – continua – Nel 2019 l’offerta di IV gamma insalate è stata mediamente di 10 referenze, addirittura inferiore a quella del 2015 quando erano 11. Abbiamo visto come i consumi indicavano i discount come canale di vendita per il 31% delle quantità di IV gamma insalate, con un trend in crescita per questa categoria: forse sarebbe opportuno valutare se l’ampia scelta nella segmentazione sia ancora efficace. Siamo sicuri che il consumatore voglia metri e metri lineari di referenze?”.

Le confezioni

Sempre sulla base delle rilevazioni del Cso Italy, Daria Lodi esamina le confezioni che risultano sempre più piccole: “Nel 2009 la componente più rilevante della IV gamma insalate era in confezioni con peso compreso tra i 151 e i 200 grammi. L’anno scorso il 60% delle insalate in IV gamma è stato proposto in confezioni con peso inferiore o uguale ai 150 grammi. Dimensione che segue l’evoluzione della composizione delle famiglie visto che i nuclei composti da 1-2 persone rappresentano il 58% del totale di insalate IV gamma acquistato”.

Le famiglie monocomponente (che rappresentano il 24% degli acquisti) sono perlopiù composte da un referente acquisti over 65 ma – sebbene questi rappresentino un terzo dei responsabili acquisti italiani – il volume di acquisto rimane fermo al 25%. “La IV gamma insalate si conferma quindi come una categoria giovane: tra i 35 e i 64 anni la penetrazione mediamente è del 78%. Età che – conclude Daria Lodi – mostrano anche una crescente attenzione per gli aspetti ecologici e sostenibili”.

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