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Trend e Mercati

Pere nella top 10 dei frutti più venduti in Germania. Ma ancora per quanto?

PereConference

La domanda diminuisce costantemente, soprattutto tra gli under 29. Cresce la concorrenza per le Abate Fetel, sorpassate per la prima volta quest’anno dalle Conference di Belgio e Paesi Bassi

Non sono un prodotto per giovani. O, quanto meno, non lo sono più. Le pere, uno dei frutti più noti e al tempo stesso importati in Germania, non sembra stiano attraversando un periodo di grande notorietà, nonostante facciano sempre parte dei dieci più venduti in questo Paese. Ne parla un interessante articolo pubblicato sulla rivista Fruchthandel Magazin a firma Ursula Schockemöhle.

Solo il 6% delle pere viene acquistato dagli under 29, mentre più di un terzo finisce nel carrello della spesa degli over 65. Ma oltre a questa netta divaricazione di preferenze a seconda dell’età, in generale le vendite di pere in Germania sono in calo e né le nuove varietà Club, né la diminuzione del prezzo medio di vendita, stanno invertendo questa tendenza. Tanto che al di fuori della grande distribuzione, per esempio nei negozi specializzati, di pere se ne vedono sempre meno si legge nell’articolo.

Nel periodo agosto 2018 – luglio 2019 in Germania, in media, le famiglie hanno comprato poco meno di 5,8 kg di pere a testa, vale a dire il 4,5 % in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. All’interno della spesa di frutta e verdura, le pere incidono il 3,6%, mentre, giusto per fare un confronto con un altro frutto molto amato e consumato, le mele arrivano quasi al 19%. E anche la diminuzione dei prezzi medi, passati da 1,99 euro al chilo rispetto agli attuali 1,87, non sembra essere sufficiente per risollevare le sorti di questo frutto.

Un dato che certo non può entusiasmare i paesi importatori, che hanno un peso non indifferente considerando che circa l’80% delle pere presenti in Germania viene dall’estero, a partire proprio dall’Italia. La concorrenza delle nostre Abate Fetel arriva in particolare dalle Conference di Belgio e Paesi Bassi, che hanno aumentato la produzione e quindi anche l’offerta in Germania, alzando l’asticella della competitività sul fronte dei prezzi. Il risultato è stato che, per la prima volta, nella prima metà di quest’anno, complice anche la profonda riduzione della produzione italiana, la domanda di Conference sul mercato ha superato quella di Abate Fetel. In mezzo ad un quadro non certo positivo, l’unica nota positiva arriva dal biologico: in questo caso cresce la domanda e i prezzi sono decisamente superiori.

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