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Frutta secca: export stabile, “esplode” l’import

frutta secca

I dati sull’import export di frutta secca relativi ai primi due mesi del 2016, rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, segnano due tendenze ben marcate: le esportazioni rimangono sostanzialmente stabili in rapporto al 2015, sia a livello di quantitativi sia a livello di prezzi. Molto diversa è invece la situazione sul fronte dell’import, con una vera e propria esplosione delle importazioni, che fanno segnare un aumento del 33,5% in quantitativi e del 17,5% in valore.

In particolare, secondo le elaborazioni di Fruitimprese su dati Istat, a livello di quantitativi l’export di frutta secca segna nei primi due mesi dell’anno un aumento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Ciò significa che tra gennaio e febbraio hanno oltrepassato il confine 8.343 tonnellate di frutta secca, rispetto alle 8.216 tonnellate dell’anno scorso. Sulla medesima lunghezza d’onda è anche il valore dell’export, che fa segnare un aumento contenuto, nell’ordine dell’1,3%, passando dai 69,57 milioni di euro del gennaio – febbraio 2015 ai 70,49 milioni di euro del gennaio – febbraio 2016.

Per quanto riguarda le importazioni, come anticipato, si sta assistendo a un vero e proprio “boom”. Nel primo bimestre del 2016, rispetto al primo bimestre del 2015, si è passati da 24.584 tonnellate a 32.831 tonnellate, con un aumento appunto del 33,5%. Pure la ricaduta sui prezzi presenta aumenti a doppia cifra percentuale, dal momento che rispetto ai 175,03 milioni di euro del gennaio – febbraio 2015 sono stati spesi nei primi due mesi di quest’anno 205,62 milioni di euro, con un aumento appunto del 17,5%.

Guardando agli altri generi ortofrutticoli, l’export dei primi due mesi 2016 segna numeri positivi in termini di valore per gli agrumi (+20,9%), la frutta fresca (+6,5%) e la frutta tropicale (+20,4%); negativi i legumi e ortaggi, al – 4,2% in valore, sebbene siano al + 13,4% in quantitativi. L’import, sempre in termini di valore, vede legumi e ortaggi al +10%, gli agrumi al -13,6%, la frutta fresca al +2,5% e la frutta tropicale al +8,2%.

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