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Retail

Sun entra in Selex, nasce la seconda forza della distribuzione moderna

Quota di mercato al 13,7% dopo Conad. Obiettivi: coordinamento unitario nel rapporto con i fornitori e sviluppo dell’e-commerce

Cambia ancora la geografia della distribuzione moderna in Italia e ora, dietro Conad, risale il Gruppo Selex. Dall’1 gennaio 2021, infatti, i cinque soci del Consorzio SunAlfi, Cadoro, CediGros, Gruppo Gabrielli e Italbrix – si uniranno ai tredici del gruppo commerciale con sede a Trezzano sul Naviglio (Milano) andando a costituire la seconda forza all’interno del frammentato panorama italiano della cosiddetta Dmo (Distribuzione moderna organizzata), con una quota di mercato del 13,7%.

Da Sinistra: Marco Odolini, Maniele Tasca a Alessandro Revello

Ad annunciarlo i presidenti dei due gruppi, Marco Odolini (Consorzio Sun) e Alessandro Revello (Selex Gruppo Commerciale) insieme a Maniele Tasca, direttore generale di quest’ultima. Uniscono quindi le forze due realtà sicuramente in salute (Selex chiude il 2020 a +7,2% a parità di rete e Sun a +5,6%, al di sopra delle medie di mercato), ma che evidentemente insieme riusciranno a fare sinergia su più fronti all’interno di un contesto sempre più agguerrito. La pesante crisi che a breve caratterizzerà l’economia italiana avrà infatti bisogno di operatori in grado di fornire più soluzioni ai consumatori. E avere una forza contrattuale ancora più forte nei confronti dei fornitori, ti mette nelle condizioni di avere più peso.

Più economie di scala e forza nei confronti nei fornitori

Con l’ingresso di Sun (acronimo di Supermercati uniti nazionali, storico Consorzio nato nel 1976 che unisce famiglie di imprenditori che hanno insegne con un buon radicamento sia nel Nord sia nel Centro Italia), Selex fa un salto come quote di mercato (al suo 10,6% unisce il 3,1% di Sun), sorpassando Coop. E si presenta sul mercato – soprattutto nei confronti dei fornitori e dell’industria di marca – forte di un fatturato complessivo che ora arriva a 16,2 miliardi di euro, 41.500 dipendenti, 3.207 punti di vendita, in prevalenza supermercati (1.595) e superette (938), quasi tutti controllati direttamente dai 18 soci complessivi.

Sebbene tutte le insegne continueranno naturalmente ad avere autonomia decisionale e l’indipendenza di sempre, con sovrapposizioni territoriali che però non sembrano creare frizioni o problemi a detta dei tre manager (“È nel Dna di Selex la gestione delle sovrapposizioni, siamo una realtà multinsegna” è stato sottolineato durante la conferenza), l’aggregazione vuole andare nella direzione di incrementare economie di scala e “massimizzare sinergie dal punto di vista commerciale, organizzative, competenze, innovazione e best practice”.

Focus su prodotti a marchio e e-commerce

In pratica due sono i fronti caldi: i prodotti a marchio e l’e-commerce. Per quanto riguarda il primo punto, l’obiettivo è incrementare ancor di più la quota nel gruppo e nelle singole insegne, anche attraverso il rafforzamento del marchio Consilia che Sun porta in dote. A questo bisogna poi aggiungere come da gennaio tutti i rapporti con fornitori dell’industria di marca e delle marche del distributore saranno coordinati unicamente dalla Centrale Selex (oltre che da ESD Italia, la super centrale di acquisto all’interno della quale entrami fanno già parte). Per quanto riguarda la piattaforma di e-commerce CosìComodo, utilizzata da molte insegne del gruppo e che, ovviamente, complice anche la pandemia, cresce costantemente, accoglierà anche i componenti del Consorzio Sun, approssimativamente tra quattro o sei mesi.

Investimenti e condivisione degli asset, ma senza omologazione

Nei programmi del 2021 sono ora previsti 360 milioni di euro di investimenti, 72 nuove aperture, 135 ristrutturazioni, una crescita del 4% del fatturato complessivo e un obiettivo di fatturato al consumo per i prodotti a marchio di 1,45 miliardi. C’è il desiderio di proseguire sulla strada della condivisione degli asset tra i soci del gruppo, ma con la volontà di non fare un errore: “Diventare troppo omologati sul territorio perdendo la flessibilità di adattamento“, ha sottolineato ancora Tasca. Aspetto non secondario considerando la complessità del territorio italiano, nel quale chi pensa di avere una soluzione vincente, identica da Nord a Sud, rischia quasi sempre di trovarsi ben presto in seria difficoltà.

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