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Reparto Ortofrutta

Consorzio Funghi Treviso e canali distributivi. I mercati ortofrutticoli

È il canale principale di distribuzione per rifornire fruttivendoli e ambulanti. C’è concorrenza con i funghi di bosco?

Circa il 60% dei funghi coltivati dal Consorzio Funghi Treviso hanno come destinazione finale un canale distributivo molto importante nel mondo della frutta e verdura come quello rappresentato dai mercati ortofrutticoli. «È quasi una nostra vocazione, che riforniamo sin della nascita della nostra cooperativa. Lo serviamo con grande velocità, 7 giorni su 7, con i nostri camion frigo che partono molto presto al mattino poiché il prodotto deve essere freschissimo e consegnato in 24 ore. Logisticamente, per noi, è un canale distributivo che ha minor complessità rispetto ad altri», ci spiega Giorgio Grespan, vicepresidente del Consorzio.

Non c’è una destinazione privilegiata, anche se ovviamente ogni Regione ha le sue peculiarità. Come ci illustra Grespan, a seconda delle destinazioni in Italia cambiano i consumi. «In nord Italia, per esempio, preferiscono consumarli preferibilmente trifolati, mentre in sud Italia c’è maggior consumo di funghi crudi. Roma, Napoli e la Sicilia in generale, per esempio, sono tre destinazioni che serviamo con costanza, anche perché c’è ancora una grande diffusione di mercati rionali e la grande distribuzione, invece, soprattutto rispetto al nord Italia, è meno diffusa».

Fruttivendoli, mercato rionali, sono tra gli sbocchi privilegiati dove poi trovare i funghi che transitano attraverso i mercati ortofrutticoli. E quest’anno, sui loro banchi, come riportano le cronache, ci sarà anche una quantità non indifferente di funghi di bosco. L’anomala stagione, infatti, piovosa e ricca di umidità in molte zone d’Italia, se per molte colture è stata un vero e proprio flagello, per altre si è rivelata un toccasana. Non a caso i funghi di bosco stanno vivendo un periodo di grande floridità. Una sorta di boom che vede proprio il Veneto tra i protagonisti principali, con una raccolta abbondante, iniziata con circa un mese di anticipo.

Sono una “minaccia” per quelli coltivati? «Non necessariamente. La prima cosa da sottolineare – continua Grespan – che spesso molti confondono è che funghi di bosco e funghi coltivati sono due prodotti differenti e non ha senso cercare nei secondi le caratteristiche e i gusti dei primi. Anche i consumi sono diversi tra un porcino e uno champignon». Anche in questo caso stili alimentari e abitudini incidono. «Ovvio che in Veneto, dove c’è una grande tradizione nel consumo di funghi di bosco possiamo soffrire un po’ di più, ma in altri areali, per esempio in Sicilia, no, perché l’interesse per i funghi di bosco è minore».

In realtà, secondo Grespan, è possibile vedere nei funghi di bosco un’opportunità più che una minaccia. «Il periodo che va da settembre a gennaio/febbraio, quindi i periodi più freddi, sono quelli dove aumentano maggiormente le vendite anche per noi. Il fatto che ci sia una buona disponibilità di funghi di bosco può rappresentare in realtà anche un traino per tutto il settore, compreso il nostro».

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