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Angurie: Lamboseeds presenta a Macfrut “Dolce Passione”

Si tratta di una seedless di pezzatura media e buccia nera, che va a recuperare il colore originario dei cocomeri

Per innovare, Lamboseeds torna alle origini del cocomero e presenta a Macfrut “Dolce Passione”, una mini seedless di pezzatura media (dai 3 ai 5 chilogrammi) con diverse caratteristiche per esaudire sia le richieste del consumatore da una parte, sia quelle del produttore dall’altra.

La novità – per la verità i primi test sono iniziati già da tre anni, ma solo nel 2022 si apre la vera e propria fase commerciale attraverso la Gdo italiana ed estera – è stata presentata oggi nello stand di Lamboseeds da Luciano Trentini (agronomo), Sandro Colombi (Lamboseeds), Pierluigi Castello di Ortofrutta Castello (Stanghetta, Padova) e Carmine Alfano di Alma Seges (Eboli, Salerno). Queste due ultime realtà sono impegnate entrambe, nei rispettivi areali, nella produzione e commercializzazione di questa speciale anguria.

Ripercorrendo la lunga storia del cocomero, Trentini ha ricordato che questo frutto veniva coltivato già dagli antichi Egizi sulle rive del Nilo e, da qui, la sua coltivazione si è sviluppata a poco a poco in tutto il mondo, tanto che oggi è uno dei frutti più coltivati a livello planetario, con circa 120 milioni di tonnellate a livello globale. La Cina, in questo ambito, è il maggiore paese produttore, con un 60% di quota, seguita da Iran e Turchia. “In Italia – ha riferito Trentini – sono coltivati ad anguria circa 14mila ettari di superfici, con il Lazio che è la regione più importante da questo punto di vista, seguito da Campania, Lombardia ed Emilia Romagna. Sul fronte dei consumi, invece, è la Sardegna la regione italiana in cui si consumano i maggiori quantitativi, con circa 10 chili per abitante all’anno, seguita da Abruzzo/Molise e Puglia. Il cocomero – ha aggiunto Trentini – è un frutto dalle alte proprietà depurative, povero di sodio, ricco di sali minerali, vitamine e licopene. Inoltre, 100 grammi contengono solo 30 calorie”.

Entrando poi nel merito della presentazione odierna, Trentini ha aggiunto: “Dopo il successo di Minirossa, antesignana delle angurie mini, arriva oggi Dolce Passione, con la sua caratteristica buccia nera, che va a recuperare molto da vicino il colore originario dei cocomeri”.

Sandro Colombi ha poi aggiunto: “In effetti nell’antico Egitto i cocomeri si presentavano con una buccia di colore verde molto scuro. Con Dolce Passione, Lamboseeds ha voluto fare innovazione nel mercato del cocomero, lavorando su materiale genetico nuovo. Del resto la genetica, negli ultimi anni, ha fatto passi in avanti prodigiosi: pensiamo solo a quello che è stato fatto coi vaccini anti covid, figuriamoci a livello vegetale. L’input dal quale siamo partiti per realizzare questa anguria era doppio: da una parte tutelare le esigenze del consumatore, che richiede un’alta qualità, dall’altro assicurare alla produzione una pianta rustica e altamente produttiva. Il risultato è stato questa anguria, che presenta un alto grado brix, una polpa non troppo dura ma al contempo consistente e un’alta produttività in campagna, nel periodo giugno – settembre. Altra particolarità è che, in tutta questa finestra, la varietà rimane sempre la stessa, quindi da giugno a settembre il consumatore avrà a disposizione sempre lo stesso cocomero, naturalmente senza semi. In tutti i testi che abbiamo fatto in precedenza – ha concluso Colombi – non abbiamo mai ricevuto contestazioni a livello di gusto, segno che è una anguria molto apprezzata dal consumatore, che risponde appieno alle sue aspettative”.

“Con questa anguria, abbiamo cercato di dare alla filiera un prodotto innovativo e buono – ha commentatoPierluigi Castello – Crediamo molto in questa nuova realtà, anche perché stiamo osservando d’altra parte che Dolce Passione sta prendendo piede nel mercato italiano, con le catene della Gdo che la stanno via via inserendo nella loro offerta. Uno dei plus di questa anguria è anche la buccia: più sottile rispetto a quelle tradizionali, il che permette di ridurre al minimo lo scarto”.

“Anche noi abbiamo creduto in questo progetto e stiamo avendo buoni riscontri pure all’estero, dove abbiamo intrapreso i primi test di esportazione, in mezzo a una giungla di angurie provenienti da tutto il mondo”, ha concluso Carmine Alfano

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