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AgriPat lancia l’allarme: in Italia pataticoltura a rischio per aumento costi

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Autore Redazione

“La distribuzione superi le posizioni di chiusura per un’analisi puntuale della situazione e una condivisione dei rischi di mercato”

“Il settore pataticolo italiano presto non sarà più nelle condizioni di produrre se non troverà un punto di equilibrio con la Distribuzione per un approccio condiviso sull’aumento dei costi di produzione, oramai insostenibili, derivanti dai rincari delle materie prime”. Il grido di allarme di AgriPat, Organizzazione di produttori patate che associa circa mille aziende agricole, arriva nel momento di massima difficoltà per il settore italiano, duramente compromesso dall’aumento generalizzato dei costi di energia, trasporti, materiali di imballaggio e oneri annessi, registrato negli ultimi mesi e fino a oggi sostenuto interamente dalla produzione, senza alcuna apertura concreta da parte della Distribuzione organizzata nazionale, nonostante il proliferare di slogan pubblicitari a tutela dell’intera filiera.

La nostra posizione è netta – sottolinea AgriPat – nasce dalla profonda consapevolezza del valore della nostra produzione e del ruolo che le aziende del settore ricoprono per il territorio, in termini economici, sociali ed ambientali. Basti ricordare il contributo strategico nelle fasi acute dell’emergenza Covid-19, dove la produzione ha garantito, al fianco della Distribuzione, approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà sanitarie. Valore e ruolo che oggi non sono riconosciuti dal mondo della Distribuzione organizzata al quale chiediamo una strategia di gestione partecipativa concreta ed un confronto puntuale sull’aumento dei costi di produzione e trasformazione, che non può restare a completo carico delle aziende agricole, l’anello più debole della filiera”.

Gli aumenti che minacciano il settore

Dal +254% del costo della materia prima gas (ottobre 2021/ottobre 2020), valore comprensivo dei costi di trasporto, imposte e oneri di sistema, al +106% per la componente energia (stesso periodo di riferimento e costi annessi), ai rincari a oggi sostenuti interamente dalla produzione si somma l’aumento dei costi dei materiali di imballaggio carta, cartone e plastica (indicativamente +20,9%),  dei trasporti (+15%) rispetto ai primi mesi del corrente anno e che sono previsti in ulteriore aumento già dai primi giorni del 2022. Aumenti che stanno generando l’impossibilità, per le aziende agricole e di trasformazione, di coprire i costi di produzione, minacciando gravemente un settore che da sempre ricopre un ruolo strategico in termini di valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti. Basti pensare alle produzioni di eccellenza dei Consorzi Patata di Bologna Dop e Patata italiana di qualità, quest’ultimo conosciuto con il marchio Selenella, riconosciuti ed apprezzati in tutta Italia, di cui AgriPat è stato socio promotore e costitutore.

Produrre cibo non è paragonabile a produrre beni di altre categorie merceologiche. L’agricoltura è per sua natura esposta a molteplici elementi di variabilità, veri e propri fattori di rischio cui oggi si somma l’aumento indiscriminato e unilaterale dei costi delle materie prime. Auspichiamo – conclude AgriPat – che le posizioni di chiusura della Distribuzione organizzata registrate negli ultimi mesi, e che stanno penalizzando il settore pataticolo e quello agricolo più in generale, vengano rapidamente superate per consentire una più equa distribuzione del valore all’intera filiera, aspetto che è molto di più di una suggestione pubblicitaria. Questo per continuare a garantire una produzione distintiva e di eccellenza ai milioni di consumatori che ogni giorno scelgono la qualità delle patate italiane”.

Fonte: Agripat

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