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Focus del mese

Cocomero pontino, si lavora all’Igp

Nel frattempo si prova a destagionalizzare il prodotto, troppo dipendente dall’andamento climatico. La stagione in corso? Bene maggio, giugno da dimenticare

Claudio Filosa, produttore dell’Op Latina Ortaggi

Sei mesi se andrà tutto liscio senza intoppi. Ma Claudio Filosa, produttore dell’Op Latina Ortaggi, è pronto ad aspettare qualche mese in più pur di ottenere l‘Indicazione geografica protetta (Igp) per il cocomero pontino: “Per noi si tratterebbe di un passo importante anche sul piano della comunicazione – esordisce – Perché chi non comunica, non esiste“. In ogni caso, la documentazione è pronta: è stata fatta una ricerca storica, sono state descritte le tecniche colturali ed è stato spiegato l’utilizzo del cocomero in cucina. A settembre la domanda partirà per seguire il canonico iter: tramite Arsia (l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agro-forestale) giungerà al ministero delle Politiche agricole, per poi proseguire verso Bruxelles. Nel frattempo, nell’Agro Pontino si lavora ad altri progetti, in cui il cocomero è comunque al centro. Prima però di entrare nel merito, il punto sull’andamento della stagione in corso è doveroso.

Benissimo maggio, giugno da dimenticare

“Quest’anno il mese di maggio è andato benissimo – spiega il produttore – mentre giugno, per via dell’andamento climatico, è stato fortemente penalizzante in termini di prezzi, la richiesta era di fatto inesistente. Luglio sta andando meglio”.

Il cocomero pontino conta una produzione complessiva di quattromila ettari, di cui cento facenti capo all’Op Latina Ortaggi. I canali di distribuzione, in Italia e all’estero, sono la grande distribuzione e i grossisti. L’andamento del mercato è sostanzialmente dettato delle temperature: se non fa caldo, l’anguria non viene consumata.
E proprio per via del forte legame che l’anguria ha con l’andamento climatico, Filosa e gli altri produttori della zona stanno mettendo in atto una serie di iniziative volte, anche, a destagionalizzare il prodotto.

Parola d’ordine, destagionalizzare

“E’ nato tutto per caso, in un famoso ristorante della zona, a cena con amici – racconta Filosa – Ci siamo chiesti se l’anguria potesse avere un ruolo diverso da quello del frutto a fine pasto e si è aperto un mondo”. Alcuni chef hanno suggerito numerosissime ricette: dal prosciutto di cocomero alle bruschette, passando per primi e secondi piatti al cui interno fosse contenuto il frutto come ingrediente fondamentale. E’ nata così l’attività di degustazione nei ristoranti della costa: “Siamo in una zona turistica – sottolinea il produttore – Fare conoscere il nostro prodotto ai romani in vacanza e agli altri turisti è importante per poi avere riscontro anche una volta che tornano nelle città”.

Accanto alle degustazioni, Filosa ha altri progetti: “Siamo nell’ambito dei buoni propositi – spiega – Aspettiamo l’Igp per lanciare succhi, panettoni, marmellate a base di cocomeri. L’obiettivo è destagionalizzare il prodotto, incentivarne il consumo in tutte le stagioni“.

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