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Focus del mese

Raneri: “Ottima stagione per i meloni Mundial”

melone mundial

Il presidente del consorzio siciliano esprime soddisfazione per la qualità del prodotto e per i prezzi spuntati sul mercato

E’ tempo di bilanci per il consorzio Mundial. Consorzio che riunisce i produttori della varietà di meloni Red Falcon, la più precoce coltivata in Italia. Iniziata alla fine di marzo, la stagione volge ora al termine con un esito senz’altro positivo. Come racconta il presidente Domenico Raneri, quella di quest’anno è stata un’ottima annata sotto tutti i punti di vista: per la qualità del prodotto e per l’ottimo riscontro sui mercati. Quanto ai volumi, sono stati leggermente inferiori rispetto allo scorso anno, ma comunque esaurienti per fare fronte alle richieste.

“Siamo soddisfatti”

“Quest’anno è stata una grande stagione – esordisce Domenico Raneri – Grazie all’andamento meteorologico,  il prodotto ha raggiunto il giusto grado zuccherino e ha avuto da subito un riscontro positivo sui mercati: il prezzo medio è stato di 1,5 euro il chilo, ma all’inizio della stagione le quotazioni erano molto più alte“.

Sono otto le aziende che afferiscono al consorzio, tutte localizzate nel sud est della Sicilia, tra Pachino (Siracusa), Licata e Palma di Montechiaro (Agrigento), per un totale di 900 ettari. La coltivazione avviene nei tunnel – pochissimo il prodotto da pieno campo – e la semente arriva da Nunhems, un marchio del gruppo Basf, con il quale il consorzio ha un contratto triennale in esclusiva: “Gli esperti testano rigorosamente le nostre sementi per verificare patologie, tenore di umidità, purezza fisica, purezza genetica, vitalità e germinazione – racconta Raneri – Nunhems ci supporta sia dal punto di vista della qualità del prodotto, sia per le attività legate marketing“.

“Gdo ed estero non fanno per noi”

L’intera produzione di meloni Mundial viene venduta nei mercati generali, se si fa eccezione per un piccolissimo quantitativo che va all’estero. Con la Gdo il consorzio non lavora per un motivo ben preciso: “Le insegne cercano prodotti a basso prezzo – spiega – l’elemento di scelta non è la qualità. E il nostro non è un prodotto a buon mercato, per via dei costi del processo produttivo”. Dalla semina alla raccolta, passando per gli imballaggi, come sottolinea Raneri, l’attenzione dei produttori facenti capo al consorzio è massima. E pertanto, a livello di prezzo finale, il melone Mundial, secondo il presidente, non può competere con le richieste della Gdo. Ma non sarebbe in atto un‘inversione di tendenza nella grande distribuzione? Non sta crescendo l’attenzione verso gli aspetti qualitativi? “Non per il melone”, risponde Domenico Raneri.

Un discorso per alcuni aspetti analogo vale per l’estero: “Per esportare ci vogliono quantitativi più alti – conclude – e, sopratutto, meloni dalle dimensioni più piccole, che costano di meno. Salvo alcune eccezioni, il nostro melone non fa per l’estero”.

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