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Sant’Orsola, produzione piccoli frutti in aumento in Sicilia

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La storica cooperativa di Pergine Valsugana ha appena inaugurato il villaggio dei piccoli frutti con aree di sperimentazione e ricerca. Bartolini: «Riscontriamo un aumento dei consumi nazionali pari a circa 10-15%»

Sant’Orsola cavalca l’aumento del consumo di piccoli frutti che si sta registrando in tutta Italia e incrementa la propria produzione. Nel 2019, spiega Matteo Bortolini, direttore della cooperativa di Pergine Valsugana, «contiamo di avere maggiore produzione da parte dei nostri soci dislocati su tutto il territorio nazionale, soprattutto dalla Sicilia dove la campagna inizia prima rispetto ai territori del Nord Italia. In generale, riscontriamo un aumento dei consumi nazionali pari a circa 10-15%».

Sant'Orsola Matteo Bortolini direttore

Matteo Bortolini, direttore Sant’Orsola

Il 7 aprile scorso la storica azienda trentina, specializzata nella produzione, conservazione e commercializzazione dei piccoli frutti, ha inaugurato il nuovo stabilimento, un vero e proprio “villaggio dei piccoli frutti”:  su una superficie di 16,5 ettari si trovano campi per la sperimentazione e la ricerca dotati di serre calde e collegati con i laboratori per i controlli costanti della qualità, aree vivaistiche e spazi dimostrativi per i visitatori, oltre a un’ampia area dedicata alla logistica.

Un investimento da 40 milioni di euro che ha l’obiettivo, spiega Bortolini, «di trasmettere al consumatore gli aspetti legati a questa merceologia e condividere gli aspetti produttivi e particolarità delle nostre produzioni». Il nuovo stabilimento, all’interno del Villaggio, moltiplicherà gli spazi operativi di Sant’Orsola e dispone di un sistema di conservazione avanzato, formato da 157 celle personalizzate, in grado di stoccare fragole e piccoli frutti a seconda delle loro varietà e caratteristiche.

Per quanto riguarda nuove varietà, l’azienda continua la ricerca: «La nostra compagine tecnica è sempre alla ricerca di nuove varietà. La compagine sociale è in continua crescita sia come numero di soci che come ettari». L’Italia resta il mercato di riferimento della cooperativa che però sta aprendo nuove strade verso il Nord Europa.

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